L'amianto è una frontiera di cui l'Italia si deve preoccupare perché in questo momento ci fa zoppicare, ci fa preoccupare per la ricaduta territoriale e per la ricaduta sanitaria. Io l'amianto sulle strade, nelle campagne non lo voglio vedere più”. Lo afferma il ministro dell'Ambiente Sergio Costa intervenendo alla presentazione del rapporto rifiuti speciali dell'Ispra, oggi alla Camera. “E' anche necessario – continua Costa – proporre qualcosa che favorisca l'uscita del Paese dal sistema amianto; non è pensabile che l'Italia ancora si interroghi su come risolvere questa situazione. Per il bene dei nostri cittadini non ce lo possiamo permettere. E credo che non ci sia uno di voi che non sia d'accordo”.
Uno studio di Legambiente intitolato “Liberi dall'amianto?”, si ricordano i ritardi legati agli obblighi di legge, in particolare ai piani regionali amianto (Pra) – che dovevano essere pubblicati entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge e che mancano ancora in alcune Regioni – ma anche alle attività di censimento e mappatura, alle bonifiche dei siti contaminati, che procedono a rilento, e alle campagne di informazione e sensibilizzazione. Legambiente sottolinea che sul territorio nazionale sono 370mila le strutture, dove è presente amianto, censite al 2018 dalle Regioni per un totale di quasi 58milioni di metri quadrati di coperture in cemento amianto. Di queste 370mila strutture, 20.296 sono siti industriali (quasi il triplo rispetto all’indagine del 2015), 50.744 sono edifici pubblici (+10% rispetto al 2015%), 214.469 sono edifici privati (+50% rispetto al 2015%), 65.593 le coperture in cemento amianto (+95% rispetto al 2015%) e 18.945 altra tipologia di siti (dieci volte di quanto censito nel 2015).