Il Ministero dell’Istruzione Nazionale della Colombia ha appena lanciato la campagna “EsTuDía” con l’obiettivo di cercare, nelle località più remote del Paese sudamericano, bambini e giovani che non vanno a scuola perchè aiutano le famiglie nei campi o fanno l’elemosina in strada.
L’iniziativa è un rifacimento del programma “A scuola contiamo su di voi”, promosso dalla Segreteria dell’Istruzione di Medellín – secondo agglomerato urbano dopo Bogotà e capoluogo del dipartimento di Antioquia – che ha permesso ad oltre 1400 bambini e adolescenti di sederci sui banchi e ricevere un’istruzione adeguata, strappandoli all’analfabetismo.
Dallo scorso settembre, funzionari del municipio hanno avviato una campagna porta-a-porta rintracciando i minori in età scolare in oltre 12 comuni della città. Secondo i dati del Ministero, nel dipartimento di Antioquia (che conta oltre 5 milioni e mezzo di abitanti) ci sono 474.036 studenti registrati ufficialmente. Tuttavia, almeno 44 mila minori risultano privi di scolarizzazione. Tra le cause della descolarizzazione emergono le grandi distanze dai centri educativi, la scarsa iniziativa dei genitori e il coinvolgimento dei bambini nella vita agricola. “EsTuDía” è rivolto anche al recupero degli adulti privi di istruzione con programmi flessibili.
Il problema dell’assenteismo e dell’abbandono scolastico precoce è presente anche nella capitale, Bogotà, dove migliaia di minori sono impiegati nel lavoro minorile, spesso mal retribuito e senza assicurazione sanitaria. Lo scorso mese di dicembre nella capitale sono state intraprese una serie di iniziative ludiche con l’obiettivo di allontanare i bambini dall’accattonaggio.
Secondo le cifre ufficiali del Distretto, infatti, a Bogotá almeno 1 bambino su 10, nella fascia di età tra 5 e 17 anni, è costretto a lavorare. Inoltre, uno studio del Dipartimento Amministrativo Nazionale di Statistica colombiano (il Dane) ha evidenziato che la popolazione di lavoratori nella fascia di età tra 5 e 17 anni (il 7,9% dei quali bambini e il 3,1% minori) fanno lavori domestici per almeno 15 ore al giorno, senza ulteriore spazio per lo studio e per l’attività ludica.