Ciclone Remal: 270.000 bambini hanno perso la casa

L'intervista di Interris.it a Shumon Sengupta, direttore di Save The Children in Bangladesh

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A sinistra Shumon Sengupta

Nel il sud-ovest del Bangladesh, più di 270.000 bambini hanno perso la casa o vivono in abitazioni danneggiate dopo che, il 26 maggio scorso, Remal, un violento ciclone, ha strappato i tetti delle loro case, sommerso villaggi e tolto la corrente elettrica a milioni di persone.

Save the Children in Bangladesh

Prima che Remal si abbattesse sul Paese, Save the Children aveva già intrapreso delle azioni preventive che hanno contribuito a mitigare l’impatto del ciclone. Ha fornito 24 veicoli per sostenere l’evacuazione di bambini, donne e persone con disabilità, ha garantito spazi sicuri nei rifugi e ha fornito kit igienici di prima necessità. Subito dopo il ciclone invece, Save the Children ha lavorato per fornire gli aiuti necessari alle aree colpite, con quattro squadre, raggiungendo 4.670 persone e garantendo cibo secco e acqua potabile.

L’intervista

Interris.it ha raggiunto telefonicamente Shumon Sengupta, direttore di Save The Children in Bangladesh. Con lui abbiamo parlato dell’impatto che il ciclone ha avuto sui più giovani. 

 Quali sono le conseguenze di questa catastrofe sui minori?

“I bambini del Bangladesh sono tra i più poveri del mondo e di conseguenza anche i più vulnerabili alla crisi climatica. Questo ciclone ha impattato fortemente sulla loro quotidianità, in quanto la distruzione totale o parziale delle scuole ha comportato una brusca interruzione dell’istruzione, con delle conseguenze molto forti sul loro sviluppo e sulla loro salute mentale. Più a lungo i bambini restano fuori dalla scuola, più aumenta la probabilità che non vi facciano più ritorno e molto spesso  i minori vengono anche costretti a lavorare o spinti alla pratica del matrimonio infantile”.

Come può un bambino nato in questa terra e che si trova ad affrontare questa situazione a credere possa esistere un futuro migliore?

“Durante la nostra attività, constatiamo che, nonostante quanto sta accadendo, i bambini del Bangladesh, rimangono ottimisti e guardano al domani con speranza. Questo atteggiamento nasce dall’innata resilienza e alla capacità di adattamento delle comunità. Noi consideriamo i bambini i paladini del cambiamento e per questo motivo puntiamo a creare dei bambini come leader che comprendano e amplifichino l’azione preventiva per le misure di preparazione nelle loro comunità”.

Come si possono evitare questi eventi catastrofici?

“Ad oggi, purtroppo, gli eventi estremi derivanti dal cambiamento climatico non possano essere evitati. Nonostante ciò, siamo altrettanto convinti che con l’azione di tutti, si possa rallentare il tasso di cambiamento climatico e mitigare i suoi impatti. L’azione ottimale prevede una fase preparatoria, durante la quale vengono posizionate le forniture necessarie per limitare i problemi di trasporto legati alle emergenze. Inoltre, è fondamentale fornire un sistema di allarme rapido e di messaggistica, in quanto, tramite questi strumenti, le comunità si possono preparare e disporre, prima di un evento calamitoso, delle scorte necessarie, come cibo e medicinali”.