Svolta nella cura del cancro al seno. Il 70 per cento delle donne potrebbe evitare la chemioterapia dopo l'intervento grazie all'utilizzo di un particolare test su 21 geni. E' quanto emerge da un maxi studio americano presentato a Chicago al meeting annuale dell'American Society of Clinical Oncology (Asco).
Lo studio
La ricerca è stata svolta dal Clinical Research dell'Albert Einstein Cancer Center and Montefiore Health System di New York che hanno evidenziato come si possano usare informazioni genomiche per decidere nel miglior modo possibile sui trattamentti nelle donne ai primi stadi del cancro. Lo studio “Tailor X”, condotto su 10.273 donne con la forma più comune della malattia – cioè con recettori ormonali positivi, Her2 negativo e con linfonodi ascellari negativi – ha di fatto dimostrato come possa definirsi una terapia su misura per un cancro alle prime fasi grazie allo screening di 21 geni tumorali. In sostanza, i ricercatori sono stati in grado di capire come, in base a un punteggio ottenuto analizzando tramite un test l’espressione di alcuni geni, è possibile predire se l’aggiunta della chemioterapia alla terapia ormonale sia superflua o meno.
I risultati
Il test misura, con un punteggio da 1 a 100 sulla base dell'espressione di 21 geni, il rischio di recidiva dopo 10 anni e specifica quali pazienti possano trarre beneficio dalla chemio. Si tratta di un’analisi condotta tramite una biopsia su un campione di tessuto: le donne con punteggio basso (0-10), per esempio, dovrebbero ricevere solo ormonoterapia e quelle con punteggio alto (26-100) ormonoterapia più chemio. Secondo gli autori della ricerca,dunque, la chemio sarebbe superflua nelle pazienti over-50 con punteggio 0-25 e per le pazienti con meno di 50 anni e punteggio 0-15. Questo studio, ha commentato l'esperto Asco Harold Burstein, “da oggi in poi trasformerà la terapia e lo farà in meglio, perché migliaia di donne potranno evitare la chemio, con tutti i suoi effetti collaterali, pur continuando a raggiungere eccellenti risultati sul lungo periodo”.