Isettemila chilometri di coste italiane offrono paesaggi mai uguali, panorami e luoghi straordinariamente diversificati e centinaia di splendide spiagge. Dalla raccolta differenziata all’offerta della ristorazione, dalla presenza di servizi accessori alla cortesia del gestore, ma anche presenza di aree giochi per bambini e prezzo. In base a questi parametri Altroconsumo ha visitato 195 stabilimenti balneari in sette regioni, mettendo a punto anche una classifica con Cervia (Emilia Romagna) sul podio e il Litorale Palermitano (Sicilia) in ultima posizione. Dal punto di vista economico l’inchiesta di Altroconsumo evidenzia livelli di spesa media molto differenti tra loro: tra 10 e 70 euro per affittare per un giorno ad agosto un ombrellone e due sdraio, tra 70 e 355 euro per l’affitto settimanale e tra 200 e 1430 euro per l’affitto mensile negli stabilimenti visitati.
Sempre meno aree libere
Intanto dal Veneto alla Romagna, chilometri di spiagge si avviano a diventare “smoke free”. Dopo anni di sperimentazione, negli otto chilometri di arenile di Bibione (località balneare tra le prime destinazioni turistiche italiane per numero di presenze) dal 2019 è vietato fumare. Altro focus molto importante è quello sulla gestione dei rifiuti che, non va dimenticato, è responsabile dell’85% degli oggetti non desiderati presenti sui nostri arenili (mozziconi di sigaretta, cotton fioc, pezzi di plastica, tappi). A eccellere la realtà di Cervia, seguita da Castiglione della Pescaia, Finale Ligure ed Anzio. A Cervia in particolare la gran parte degli stabilimenti balneari ha primeggiato per i servizi offerti (zona giochi per bambini, zona fitness, parcheggi bici, docce). Da primato anche la buona cucina e la cortesia, riferisce Adnkronos. Meno brillanti, a livello di punteggio, le località di Porto Recanati e della Penisola Sorrentina nelle quali, anche se si riscontra un’attenzione sia al fare che al far-fare ai clienti la raccolta differenziata e un’eccellente offerta di bar e ristoranti prelibati, rimangono insufficienti i servizi di intrattenimento, i servizi accessori e carente la disponibilità dei gestori. Fanalino di coda della classifica il Litorale Palermitano che vanta servizi di ristorazione che ottengono un giudizio complessivamente medio (anche la cortesia), ma lo stesso non si può dire per tutti gli altri criteri di valutazione dell’indagine, che ottengono giudizi molto bassi. L’Italia, dunque, è un Paese con settemila chilometri di coste e però le spiagge rappresentano poco più della metà, il 52%. Soprattutto: quanta di questa superficie è destinata alle spiagge libere? I dati nazionali non collimano sempre variando le fonti, e le cifre fornite dalle Regioni sono un po’ meno sconcertanti dei report di Wwf e Legambiente, riferisce la Stampa. È comunque difficile superare il 45% di lido destinato a tutti, percentuale che crolla al fondo della graduatoria dove compaiono Emilia Romagna (23%), Lazio (15%) e Liguria (14%). Dalle Cinque Terre al confine con la Francia ci sono 357 chilometri di coste, 135 di spiagge dei quali 19 libere. E a snocciolare numeri del genere vengono in mente le parole pronunciate da Stefano Salvetti di Adiconsum alla Stampa: “Già nel 1976 il Consiglio di Stato evidenziò come in Italia fossero state date troppe concessioni.
Invasione di alieni
Rifiuti ma non solo. Nei nostri mari continua l'invasione delle specie aliene: ce ne sono 250 di cui il 68% ormai “con fissa dimora” lungo le nostre coste. Si tratta di specie non indigene, introdotte accidentalmente o intenzionalmente dall'uomo al di fuori della loro area di distribuzione e che provocano danni ecologici, economici e sulla salute umana, e che costituiscono una delle principali minacce per la biodiversità in Italia, in Europa e nel mondo. Le aree più a rischio sono i porti e gli impianti di acquacoltura: in queste zone, sono 47 le specie aliene rilevate tra 2015 e 2017, delle quali 24 di recente introduzione. In quarant’anni sono aumentate del 300% e nel 2008 siamo arrivati a svariate leggi regionali che prevedono per ogni Comune il 40% di appezzamenti liberi, o liberi attrezzati, sul totale. Lo strumento legislativo c’è, bisogna dargli le gambe”. Inoltre in Italia sono 968, secondo il rapporto Beach Litter 2019, i rifiuti complessivi reperiti ogni 100 metri di spiaggia, per un totale di 90.049. Di questi, la plastica ne rappresenta una netta maggioranza, ben l’81%. Ogni 100 metri di litorale, quindi, puoi imbatterti in 784 pezzi di plastica. Questo significa che per ogni metro di sabbia sono presenti ben dieci rifiuti. Per l'edizione 2019 della guida di Legambiente e Touring Club. Il Tirreno è il mare più bello e premiato; qui le cinque vele vengono assegnate a sette comprensori. Nella classifica delle regioni la Sardegna è al primo posto, con cinque litorali al massimo del punteggio; seguono Sicilia, Puglia, Campania e Toscana. In testa alla classifica c'è il Cilento antico guidato da Pollica (in provincia di Salerno): a seguire il litorale della Maremma Toscana guidato da Castiglione della Pescaia (Grosseto), quindi la Baronia di Posada e il Parco di Tepilora (Nuoro), il litorale di Chia con Domus De Maria (Sud Sardegna), Baunei (Nuoro), l'Alto Salento jonico guidato da Nardò (Lecce), la Planargia con Bosa (Oristano), la Costa d'argento e l'Isola del Giglio (Grosseto), le Cinque Terre guidate da Vernazza (La Spezia). E ancora, l'isola di Pantelleria (Trapani), la Gallura costiera e l'area marina protetta di Capo Testa Punta Falcone guidata da Santa Teresa di Gallura (Sassari), la Costa del Mito e l'area marina protetta Coste degli Infreschi e della Masseta guidata da San Giovanni a Piro (Salerno), l'Alto Salento adriatico guidato da Melendugno (Lecce), la costa del Parco agrario degli Ulivi secolari guidata da Polignano a Mare (Bari), il litorale trapanese nord guidato da San Vito lo Capo (Traani) e l'isola di Ustica (Palermo).