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Caldo estremo e rischio ictus: qual è il legame

Nel nostro Paese, l’ictus cerebrale, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, è la terza causa di morte ed è responsabile di circa il 10% di tutti i decessi. Sono quasi 100.000 gli italiani che ogni anno ne vengono colpiti e di questi circa il 20% sono recidive e la metà dei superstiti rimane con problemi di disabilità anche gravi.

Caldo e Ictus

Secondo uno studio recentemente pubblicato e condotto dall’Università Fudan di Shanghai e realizzato sulla base di più di 82.000 pazienti, il caldo estremo fa aumentare le probabilità di insorgenza dell’ictus ischemico acuto, un evento molto grave che può causare disabilità e morte. In particolare, il rischio è risultato maggiore per gli uomini e per le persone con altri fattori di rischio evidenti, come colesterolo, trigliceridi, ipertensione o fibrillazione atriale.

L’intervista

Interris.it ha approfondito il legame che esiste tra il caldo e l’insorgenza dell’ictus con il professor Danilo Toni, past president ISA-AII, direttore Unità Trattamento Neurovascolare Policlinico Umberto I di Roma e presidente del Comitato Tenico-Scientifico di A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale).

Professor Toni, perché durante la stagione estiva si è a rischio ictus?

“Esiste un ritmo circannuale di incidenza di ictus ischemico che aumenta con le temperature più calde e di quella di ictus emorragico che sale con le temperature fredde. I meccanismi biologici alla base di questo dato non sono ancora del tutto chiari. Il calore determina un maggiore flusso sanguigno cutaneo per favorire la sudorazione e, l’incremento di questa, può portare ad un aumento della concentrazione e viscosità del sangue con possibile formazione di trombi. Inoltre,  un altro studio multicentrico internazionale su quasi 3.5 milioni di pazienti con ictus ischemico e quasi 2.5 milioni di pazienti con ictus emorragico, ha evidenziato un aumento di mortalità da ictus ischemico con temperature ambientali molto elevate e da ictus emorragico con temperature molto basse”.

Negli ultimi anni questo dato è peggiorato? 

“Ad oggi non sono ancora disponibili trend annuali di incidenza di ictus in relazione alle temperature. Purtroppo però, vista la crescita costante della temperatura media in tutto il globo, è molto verosimile che nel corso degli anni assisteremo a un notevole peggioramento di questo dato epidemiologico”.

Tra la popolazione chi sono le persone più a rischio? 

“Ovviamente i pazienti più anziani, in quanto il rischio aumenta con il passare degli anni. Ci sono poi altri fattori che indeboliscono i meccanismi di difesa dell’organismo, alzando le probabilità di esserne colpiti, tra questi la disidratazione, conseguenza della sudorazione, che comporta sia la riduzione del volume di sangue in circolo, sia l’aumento della sua viscosità. Inoltre, quando all’età si aggiunge il caldo estremo, ci sono altri altri fattori come  l’assunzione di alcuni medicinali come quelli contro l’ipertensione, i diuretici o i beta-bloccanti o la convivenza con alcune condizioni come ipercolesterolemia, patologie cardiache o polmonari croniche, obesità, diabete e ipertensione”.

La popolazione è consapevole dei rischi a cui questo evento può portare?

“Al momento direi di no. Per questo motivo ad inizio estate l’associazione per la lotta all’ictus cerebrale ALICe e l’Associazione Italiana Ictus hanno sentito la necessità di lanciare un comunicato stampa sul rischio di ictus ischemico correlato al caldo. Questa importante iniziativa però non basta ed è bene che questo messaggio venga sempre  ribadito in tutte le campagne di informazione che trattano il tema della salute”. 

Come possiamo prevenire l’evento ischemico?

“Ci sono degli atteggiamenti da adottare che aiutano. ALICe e l’Associazione Italiana Ictus hanno diffuso un decalogo anti caldo che elenca alcuni gesti sa seguire e che possono aiutare a prevenire l’ictus. Tra questi bere molta acqua, consumare pasti leggeri e molta frutta, arieggiare l’ambiente e regolare l’aria condizionata in modo che la temperatura interna non sia inferiore di oltre 8 gradi alla temperatura esterna”. 

 

Elena Padovan

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