Le comunità dei pescatori artigianali in Brasile devono convivere con una serie di difficoltà e ostacoli che stanno minacciando la loro sopravvivenza. I governi statali e quello federale, ognuno a suo modo, agiscono contro questi lavoratori del mare, manipolando e rendendo arduo l’esercizio della loro professione, e creando ostacoli amministrativi che di fatto rendono impossibile intraprendere un’attività di pesca artigianale.
Il Consiglio per la Pastorale dei Pescatori brasiliani, legato alla Commissione Episcopale per la pastorale del servizio della carità, giustizia e pace, della Conferenza Episcopale, ha presentato il rapporto “Conflitti sociali-ambientali e violazioni dei diritti umani nelle comunità tradizionali di pesca in Brasile”.
Nel rapporto, oltre a una approfondita analisi delle cause dei conflitti, si getta anche luce sulle strategie organizzate dalle comunità per convalidare i loro diritti. “Questo rapporto è importante perché dà visibilità e denuncia i casi di violazioni dei diritti umani, sociali, ambientali e culturali, come alle lotte in difesa dei territori delle comunità di pescatori” ha detto il Presidente della Commissione Episcopale per la pastorale del servizio della carità, giustizia e pace, p. Olavio Dotto, aprendo l’incontro.
La pubblicazione, inoltre, contiene una raccolta di informazioni sulla violenza subita dalle comunità di pescatori artigianali e da pescatori che vivono nelle acque interne e lungo la costa brasiliana. Il rapporto raccoglie anche i dati sui principali conflitti ambientali che coinvolgono la pesca tradizionale nelle comunità di 14 stati del Brasile.