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Bangladesh, naufraga barcone di profughi Rohingya: 17 morti

E’ 17 morti il bilancio del naufragio che si è verificato nell’estuario del fiume Naf che segna il confine tra il Bangladesh e la Birmania. I guardiacoste hanno trovato un’imbarcazione alla deriva con i corpi di 17 profughi Rohingya, tra cui vari minori. Secondo le autorità marittime, i migranti stavano cercando di fuggire illegalmente dal Myanmar – dove l’etnia Rohingya non è riconosciuta legalmente – per cercare di scampare all’ondata di violenza scatenata dagli scontri tra la formazione islamista Arakan Rohingya Salvation Army e l’esercito della Birmania.

Emergenza profughi

Lungo la frontiera tra i due stati è ormai emergenza profughi a causa dei combattimenti tra l’esercito birmano e i miliziani Rohingya. Sono già 18.500 gli appartenenti alla minoranza musulmana perseguitata che dallo Stato birmano del Rakhine hanno attraversato la frontiera con il Bangladesh, ha riferito l’Organizzazione internazionale per i migranti, con altri 6.000 rifugiati che si trovano lungo la “linea zero” alla frontiera in attesa di riuscire a entrare in Bangladesh.

Già 110 morti per le violenze

Da venerdì scorso, quando miliziani dei Rohingya hanno attaccato alcuni posti di polizia, ci sono stati almeno 110 morti, tra cui 11 funzionari dello Stato. Le autorità bengalesi hanno rafforzato i controlli per impedire altri arrivi sia via terra che attraverso il fiume Naf che scorre lungo un tratto di confine. La minoranza dei Rohingya, circa 400.000 persone in un Paese a maggioranza buddista, vive in condizioni molto dure perché il Myanmar gli nega la cittadinanza e i più elementari diritti. E’ dal 2012 che lo Stato del Rakhine è percorso da violenze religiose e dall’ottobre scorso, dopo anni di proteste per lo più pacifiche, i miliziani dell’Esercito della solidarietà Arakan Rohingya (Arsa) hanno iniziato a sferrare attacchi contro i militari, con la risposta dell’esercito il cui giro di vite ha spinto 87.000 profughi verso il Bangladesh.

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