In alcuni Paesi dell'Africa orientale, per un bambino andare a scuola significa rischiare di subire violenze, fisiche, psichiche e sessuali anche gravi. A denunciarlo è il rapporto “La violenza contro i bambini è prevenibile?” redatto dalla Ong Raising Voices che prende in causa il caso ugandese.
Il 90% dei bambini tra gli 11 e i 14 anni in Uganda – secondo l'organizzazione non governativa – subirebbe violenza fisica a scuola: l’88% di essere stato bastonato e l’8% di aver subito violenze gravi come essere bruciati, soffocati, tagliati o picchiati duramente. L’Uganda, come il Kenya e il Ruanda, ha bandito le punizioni corporali nelle scuole. La legge – come rileva Africa Rivista – non è stata sufficiente a reprimere il triste fenomeno.
Aumenta però il numero di ragazzi e ragazze che hanno iniziato a denunciare il fenomeno. Secondo il rapporto, il 37% dei ragazzi e il 32% delle ragazze hanno denunciato le violenze, per il 2% dei ragazzi e il 4% delle ragazze si trattava di violenze sessuali.
Secondo uno studio del 2011-12, citato da Angella Nansubuga, del ministero dell’Istruzione e dello Sport ugandese, in 40 scuole primarie e 10 secondarie la violenza contro i bambini è ancora una seria preoccupazione. “Nella relazione, l’81% dei bambini ha descritto numerose forme di violenza a scuola – ha detto -, con il 68% dei bambini che indica che gli insegnanti sono i principali autori di violenze“, aggiungendo che il 67% dei bambini ha riferito di aver subito abusi sessuali da un insegnante di sesso maschile. Il rapporto afferma inoltre che la maggior parte dei genitori accetta la punizione fisica a scuola. Il presidente Yoweri Museveni ha firmato lo scorso anno una legge sui minori, che mira a proteggere i bambini da abusi e sfruttamento.