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Bambini decimati dalle mine antiuomo

Quando un bambino in Ucraina orientale esce di casa per andare a scuola, ha una certa possibilità di non tornare più. Sono, infatti, 220mila i piccoli che vivono in aree dove sono state disseminate mine antiuomo, ordigni inesplosi e altri residuati esplosivi di guerra.

Mine seminano morte e distruggono le infrastrutture

Da gennaio a novembre 2017 in media un bambino a settimana è rimasto ferito o ucciso a causa del conflitto lungo la linea di confine in Ucraina orientale. Per Giovanna Barberis, rappresentante Unicef in Ucraina, “tutte le parti coinvolte nel conflitto devono immediatamente porre fine all’uso di queste armi terribili”.

Del resto, tra le principali cause di morte tra i bambini, figurano mine antiuomo, residuati esplosivi di guerra ed ordigni inesplosi: rappresentano circa due terzi di tutti i morti e i feriti in questo periodo. Molti rimarranno disabili per tutta la vita. Nella maggior parte dei casi, sono stati feriti o uccisi perché hanno raccolto esplosivi come granate a mano e micce. Le mine antiuomo e altre armi esplosive mettono a rischio anche infrastrutture essenziali per la fornitura di acqua, elettricità e gas. All’inizio di questo mese, un ordigno inesploso è stato trovato alla stazione di filtraggio dell’acqua di Donetsk che rifornisce circa 350mila persone.

L'impegno di Unicef

Per questo l'Unicef dal 2015 è impegnata ad insegnare a oltre mezzo milione di bambini a come proteggersi dale mine, ma il suo appello di emergenza per supportare i bambini e le loro famiglie è stato finanziato solo per il 46%. Tra le attività, quelle per la protezione dell’infanzia – che comprendono lezioni sui rischi delle mine e sostegno psicosociale – non hanno ricevuto il 73% del budget necessario. L'Unicef chiede a tutte le parti in conflitto di riprendere il cessate il fuoco firmato a Minsk e di consentire l’avvio di attività di sminamento e di recupero.

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