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Azzardopatia, gli inquietanti dati di un male che cresce

Malattia, dipendenza ma anche una vera e propria forma di alienazione. Diversi appellativi, stesse drammatiche conseguenze, declinate nei diversi casi che caratterizzano chi ne è affetto: ludopatia, assuefazione da gioco d'azzardo, tanto comune quanto devastante nei suoi effetti che, al pari di qualsiasi patologia inquadrabile nel novero delle dipendenze, vanno a incidere sull'intera sfera socio-relazionale dell'uomo o della donna che ne soffre. Un dramma psicologico, un importante deterrente sul piano economico, una tremenda prova nel contesto familiare: giocare d'azzardo non è solo fare della propria vita una continua sfida con se stessi per resistere a un'impellente tentazione, ma anche sacrificare il proprio tempo e gran parte della proprie possibilità economiche, logorando il tessuto sociale che è intorno, a cominciare dalla sfera familiare. Contrazione di debiti, difficoltà nella cura degli affetti, addirittura, in alcuni casi, scivolamento nella rete dell'usura: solo alcuni degli effetti collaterali di una patologia che, oggi come oggi, viene catalogata come una dirompente piaga sociale, in grado di coinvolgere ogni categoria di persone, uomini e donne, dai più anziani fino ai più giovani.

I dati

Un fenomeno, quello della ludopatia, dal quale l'Italia è tutt'altro che esente: nel 2017, ad esempio, i dati ufficiali dei Monopoli di Stato, rielaborati dall'Associazione per lo studio del gioco d'azzardo, indicavano come fossero addirittura 101,85 i miliardi di euro spesi dagli italiani (spesa pro capite tra i cittadini maggiorenni di 1697 euro), indicando un aumento sensibile del 6% rispetto all'anno precedente, addirittura del 142% in un decennio. E l'analisi, anche in tempi più recenti, diventa più inquietante accendendo i riflettori su realtà locali: l'ultimo dato, in questo senso, riguarda la provincia di Salerno, dove addirittura 1600 famiglie vengono date in difficoltà debitoria a causa della dipendenza da gioco d'azzardo. E l'accostamento gioco-famiglia resta purtroppo estremamente deleterio, in quanto anche il dato di nuclei familiari distrutti dalle problematiche (non solo di natura economica) connesse alla ludopatia risulta in incremento: “Il gioco d’azzardo – ha spiegato a In Terris l'avvocato Rita Tuccillo, co-autrice, assieme alla collega Roberta Mencarelli, del libro 'Azzardopatia' (Ed. Neu), opera di sensibilizzazione ma anche di analisi sui vari elementi giuridici e non connessi alla patologia – incide non soltanto da un punto di vista psicologico ma anche su una serie di aspetti legali della vita del giocatore. E' un problema che incide sicuramente sugli aspetti familiari: in una buona percentuale dei casi che ho trattato c’erano delle crisi familiari, ampissime possibilità di separazioni, divorzi, con problemi legati all’affidamento dei minori, al mancato pagamento degli assegni di mantenimento… Quindi debiti anche intrafamiliari”.

Il piano economico

Risulta evidente come la condizione psicologica, ovvero l'aspetto strettamente patologico dell'azzardopatia, non sia che uno degli aspetti che, nel giocatore ossessivo, necessitano di attenzione: “Purtroppo – ha spiegato ancora l'avvocato – il giocatore d’azzardo si espone a una serie di debiti ma non soltanto con quella che noi chiamiamo la propria garanzia patrimoniale. Molto spesso, i giocatori si trovavano in situazione di comunione legale con le proprie mogli o i propri mariti, il che pone un problema enorme, perché in quel modo i debiti assunti dal giocatore si vanno a estendere anche a loro… Poi indebitamenti con le banche, con le finanziarie. Anche lì la questione va affrontata: il giocatore di azzardo ha bisogno anche di avere tempo per superare la sua patologia e poi per risanare la propria posizione patrimoniale. Ma avere tempo quando l’interlocutore è una banca o una società finanziaria non è facilissimo”. Ed è in questo contesto che subentra l'importanza di una rete di figure professionali, in grado di offrire sostegno e assistenza nei diversi ambiti in cui il giocatore ne ha la necessità: “E' necessario che tutte le categorie professionali si occupino del tema. Almeno che lo conoscano e che quindi possano dare un contributo nella prevenzione e nella riabilitazione del giocatore d’azzardo… Non è possibile pensare che il giocatore deve avere un aiuto solo da un punto di vista sanitario ma deve avere a sua disposizione delle persone che abbiano varie competenze, tra le quali anche legali, che possano aiutarlo a 360 gradi e possano rimetterlo in piedi”.

La sfida del web

Restando sul piano legale, ulteriori problematiche subentrano quando i debiti contratti avvengono tramite usura: “La commistione fra criminalità organizzata e il gioco d’azzardo è un mix esplosivo. In questi casi può subentrare l'aiuto delle associazioni e delle fondazioni antiusura che cercano di dare una mano con dei finanziamenti, dei fondi che possono subentrare per aiutare i giocatori in maniera più facile”. Il tutto, però, galleggia su un piano sociale in cui, nonostante i divieti per i minori e le avvertenze per gli adulti, il gioco resta una delle principali problematiche, in grado di spaziare con sorprendente facilità dal semplice gratta e vinci alla slot machine, fino ad approdare al web, forse la sfida più impegnativa poiché in grado di raggiungere un'utenza anche molto giovane: “I dati sull’utilizzo di internet per i giochi online fra i giovani è inquietante, perché noi dimentichiamo, e lo dimenticano anche i giocatori, che il gioco è vietato ai minori di 18 anni. Quindi, se si scorrono queste statistiche, ci si rende conto del paradosso della diffusione dei giochi online fra i minori ai quali, in teoria, dovrebbe esservi interdetto l'accesso. Al tempo stesso, dovrebbe essere sanzionato il concessionario che consente al minore di giocare d’azzardo. Invece sulle sanzioni siamo ancora molto indietro”.

Come combattere il problema

Strumenti di contrasto? Esistono ma, anche in questo caso, subentra la necessità di un piano di intervento che vada a coinvolgere diverse componenti, strutturando l'assistenza alla persona affetta da ludopatia su piani diversi ma comunque correlati fra loro: “La patologia in generale, come la tossicodipendenza – ha concluso l'avvocato Tuccillo -, può portare dal punto di vista civilistico a delle pronunce che vanno a limitare la capacità di agire dei tossici. Sono degli strumenti come l’interdizione, l’inabilitazione e l’amministrazione di sostegno, che hanno la funzione di tutelare una persona che si trova in condizione di particolare difficoltà. Strumenti molto utili anche per i giocatori d’azzardo perché, attraverso l’utilizzo di uno di essi – per i giocatori ritengo molto utile l’amministrazione di sostegno -, si riesce a limitare l’utilizzo del denaro. Si prevede l’intervento di un giudice e poi si nomina un amministratore di sostegno che aiuta anche nella gestione economica e patrimoniale la persona che ne ha bisogno. E anche questa figura è piuttosto sconosciuta, specie dalle aziende sanitarie che potrebbero loro stesse fare richiesta quando ci sono dei presupposti che fanno immaginare la necessità di questo tipo di tutele. Sono strumenti utilissimi che non sono però molto utilizzati perché non molto conosciuti nemmeno da chi ha il primo contatto con queste persone”. Interventi che, peraltro, andrebbero a confluire in quel percorso socio-assistenziale che consentirebbe al giocatore non solo di affrontare con maggiori garanzie il suo problema, ma anche di ricostruire il proprio tessuto sociale, laddove questo si è logorato lasciando, nella maggior parte dei casi, ferite estremamente gravi. 

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