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“Attenzione ai testi dei neomelodici”

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Oggi il programma di Rai 1 Storie Italiane, condotto da Eleonora Daniele, si è inizialmente occupato dell’esplosione costata la vita ad Alessandria a tre vigili del fuoco e sulla quale sono in corso indagini che ne hanno intanto accertato la natura dolosa: sono stati trovati timer e inneschi. “Purtroppo le cronache ci offrono esempi quotidiani di una violenza diffusa che sfocia a voltein un vero e proprio terrorismo che atterrisce e destabilizza – osserva don Buonaiuto -. Il pensiero e la vicinanza di tutti devono andare a questi tre servitori dello Stato che sono morti nello svolgimento del loro importante e indispensabile lavoro. Purtroppo, ci si occupa di loro in prevalenza quando accadono tragedie come queste, ma la loro abnegazione si manifesta ogni giorno in modo costante e lontano dai riflettori”. La trasmissione, dopo aver approfondito con reportage esclusivi il furto di cordoni embrionali in una banca di materiale biologico in Svizzera, ha affrontato il tema dei rapporti tra cantanti neomelodici e criminalità organizzata.

Riferimenti inammissibili

A commento dell’inchiesta di Fanpage anticipata nel corso della trasmissione è intervenuto don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della comunità Papa Giovanni XXIII. “Occorre non generalizzare perché la maggioranza dei cantanti neomelodici esaltano, nei testi delle loro canzoni, sentimenti positivi come l’amore – afferma don Buonaiuto -. Però ci sono anche dei cantanti neomelodici che si prestano a veicolare con la loro musica messaggi profondamente negativi e socialmente pericolosi a favore della camorra e anche delle altre mafie”. E ciò, evidenzia il sacerdote impegnato in prima linea a difesa della legalità soprattutto sul fronte del contrasto alla tratta finalizzata alla prostituzione coatta, è particolarmente grave. “Stiamo parlando di cose molto serie – avverte don Buonaiuto -. In alcune canzoni neomelodiche si sono fatti riferimenti inammissibili e offensivi alle stragi di mafia e sono state sbeffeggiate persone che hanno eroicamente dato la vita per proteggerci”.  

Radicamento territoriale

Ad aggravare il quadro, sottolinea don Buonaiuto, è il grado di pervasività dei cantanti neomelodici, radicati territorialmente e molto conosciuti, ascoltati tra ceti popolari e giovani che affollano le loro esibizioni e conoscono a memoria i testi delle loro canzoni. Al riguardo Rosario Trefiletti, presidente del Centro Consumatori Italia, ha ricordato l’allarme della commissione antimafia sulla capillarità delle infiltrazioni mafiose in diverse realtà territoriali. Il riferimento, in particolare, è alla festa di piazza che si è svolta a Pozzuoli, con tanto di fuochi d'artificio e un concerto di cantanti neomelodici, per salutare il ritorno nel quartiere di due affiliati a clan camorristici, scarcerati dopo una lunga prigionia. Le verifiche dei carabinieri su quanto avvenuto nel quartiere Monterusciello sono partite dai video pubblicati sui social network. La festa, non autorizzata dal Comune di Pozzuoli né dalle Forze dell'ordine, ha richiamato un centinaio di persone ed è culminata nel concerto di un cantante neomelodico noto nella zona.

Cultura popolare

Sul caso è intervenuto con un post su Facebook anche il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra: “Camorra e neomelodici. Quello fra certe espressioni canore e camorra è un rapporto spesso perverso, in cui si consolidano nel tempo coaguli di ambiguità che vanno sciolti. Quanto avvenuto a Pozzuoli dimostra quanto si debba far attenzione ai tentativi di costruire una cultura popolare usa ad accettare la prevalenza dei simboli della criminalità organizzata di stampo mafioso sullo Stato”. E chiede Morra: “Ci possiamo permettere senza battere ciglio concerti in piazza con dediche a detenuti ed inni a miti della camorra, fuochi d'artificio, per festeggiare la fine della detenzione di galeotti ritenuti organici ai clan di camorra, con relativa occupazione di suolo pubblico, il tutto senza autorizzazione alcuna, questo avveniva a Pozzuoli pochi giorni fa: Lo Stato può ammettere che tutto avvenga senza rilascio di alcuna preventiva autorizzazione? Che sia chiaro: le domande precedenti son evidentemente retoriche, perché lo Stato ha il dovere-diritto di consentire o meno prima, e non di intervenire dopo a sanzionare l'affronto subito riconoscendo mestamente la sua impotenza”. In un'altra vicenda analoga il traffico di Napoli è andato in tilt per il corteo nuziale non autorizzato, su una carrozza bianca trainata da quattro cavalli da Secondigliano fino al Maschio Angioino tra giocolieri, trampolieri, ragazze pon pon, personaggi in costume d’epoca e la banda musicale. La casa discografica del neomelodico, fu oggetto di un raid di fuoco.

Giacomo Galeazzi: