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Asia Bibi: appello ai Governi europei

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Sono ore difficili in Pakistan e ad oggi non si hanno ancora notizie sulla sorte di Asia Bibi. La donna è stata arrestata il 19 giugno 2009 per false accuse di blasfemia. Dopo aver bevuto un bicchiere d’acqua durante il lavoro nei campi, venne accusata dalle compagne musulmane di avere infettato la fonte e quando le chiesero di convertirsi all’islam lei si rifiutò.  La notizia si diffuse, il villaggio insorse, dagli altoparlanti delle moschee i muezzin chiamarono a raccolta i musulmani per punirla e Asia Bibi fu picchiata davanti ai figli. Per cinque giorni tutto tacque e la vita ricominciò come prima, fino a quando l’imam del villaggio, che non era presente al diverbio, insieme ad altri accusatori, sporse denuncia per blasfemia. Nel 2010 un tribunale l’ha condannata alla pena capitale. Nel 2014 poi, l’Alta Corte di Lahore ha confermato la sua condanna a morte. Tuttavia, la Corte Suprema nel luglio 2015 ha sospeso l’esecuzione. L’8 ottobre scorso si è tenuta l’ultima udienza del terzo grado di giudizio della Corte suprema, durante la quale l’avvocato di Asia, il musulmano Saiful Malook, ha evidenziato evidenti incongruenze nella versione dell’accusa e le testimonianze raccolte in questi anni. Dopo circa tre ore di udienza la Corte Suprema del Pakistan ha chiesto ai difensori e ai legali di Asia Bibi di non pubblicare il nuovo materiale sul caso e non ha annunciato una data per la sentenza, che è comunque attesa entro il mese.

Asia Bibi è la prima cristiana (cattolica) condannata a morte in Pakistan secondo gli articoli del Codice penale noti come “legge antiblasfemia”. Nel frattempo viene tenuta in isolamento anche come salvaguardia della sua incolumità davanti a possibili aggressioni e taglie poste sulla donna dagli estremisti islamici. La comunità cristiana in Pakistan (meno del 2% della popolazione di oltre 200 milioni di abitanti, in maggioranza musulmani) prega affinché presto ad Asia venga restituita la libertà. “Se Asia Bibi dovesse essere liberata, ai giudici spetterà una fine orribile” è quanto promettono i radicali islamici. In prima linea anche Papa Francesco, che in un breve dialogo con Daniel Bashir, il rappresentante dei giovani pakistani al Sinodo in corso in Vaticano, ha detto: “Prego per te [Asia Bibi] ogni giorno, Dio ti benedica”. All’inizio di questa settimana, Wilson Chowdhry, dell’Associazione cristiana pakistana britannica ha invitato i Paesi occidentali ad offrire asilo a Asia Bibi in caso di una sua liberazione. Suo marito Ashiq Masih e la figlia Eisham Ashiq sono attualmente nel Regno Unito

Alcuni autorevoli esponenti del Parlamento Italiano hanno già fatto appello al nostro governo affinché conceda asilo politico ad Asia BibiEmmanuele Di Leo, Presidente di Steadfast Onlus, ha commentato: “L’asilo politico, concesso in base all’articolo 10 della Costituzione Italiana, offre allo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche, il diritto d’asilo nel territorio della nostra Repubblica. Quindi, chi ha timore fondato di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche può trovare rifugio nella nostra Nazione. Tutte le norme sono disciplinate dal Regolamento Dublino II, per il quale lo straniero può richiedere la protezione internazionale nello stato dell’Unione Europea nel quale per primo mette piede. La difficoltà nell’attuare questa opzione sta proprio in quanto appena detto. Asia Bibi si trova in carcere in Pakistan e la sola offerta di asilo politico si rivela inefficace proprio perché il vero problema è riuscire a farla arrivare sul territorio italiano. Quindi, anche dopo gli interventi di alcuni auterovoli politici italiani, ci auspichiamo che il nostro governo, o quello di qualsiasi altra nazione europea, riesca a trovare il modo di far uscire Asia Bibi dal Pakistan, per poi concederle l'asilo che le salverà la vita. È quindi necessario, ora più che mai, che i governi europei rompano il silenzio e si dichiarino tutti pronti ad accogliere Asia Bibi. Così come è oltremodo necessario che tutti gli enti che si occupano di difesa dei diritti umani facciano fronte comune per chiedere la medesima cosa.”

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