Porre argine al triste fenomeno del cosiddetto 'turismo riproduttivo'“. Questo l'obiettivo che si prefigge il disegno di legge 'Disposizioni contro il turismo riproduttivo' presentato a Palazzo Madama dal senatore della Lega Simone Pillon.
Legge 40 estesa anche per chi si reca all'estero
Si tratta di un nuovo affondo nei confronti dell'utero in affitto, pratica già vietata dal comma 6, art. 12 della legge 40 del 2004, che tuttavia viene aggirata attraverso i viaggi all'estero, in Paesi in cui “affittare” il corpo di una donna per far nascere un bambino e poi portarlo con sé oltreconfine non è reato. E' questa la ragione che ha mosso Pillon, tra i leader del Family Day, a redarre questa proposta. La quale ribadisce quanto già scritto nella legge 40, ossia che viene punito “con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da 800mila a un milione di euro “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”. Ma aggiunge che tali pratiche sono perseguibili “anche se commesse all'estero”. Nel testo infatti si legge: “Le tristi pratiche dell'utero in affitto e della compravendita di gameti umani pur essendo considerate delittuose dal nostro ordinamento (legge n. 40 del 2004) sono purtroppo impunemente utilizzate da alcuni nostri connazionali che non si fanno scrupolo di acquistare gameti umani scelti su veri e propri cataloghi on line, impiegando poi le donne quali autentiche incubatrici“. E sebbene – scrive ancora Pillon – “la Corte costituzionale con sentenza n. 272 del 2017” abbia definito la maternità surrogata “gravemente lesiva della dignità della donna e del minore stabilendo che la stessa 'offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane'”, tuttavia “non è possibile per il giudice italiano sanzionare tali reati commessi all'estero in quanto non rientrano nella previsione di cui all'articolo 7 del codice penale”.
No alle trascrizioni di genitori dello stesso sesso
La proposta del senatore del Carroccio si pone anche l'obiettivo di arginare le trascrizioni, negli anagrafi, di atti di nascita in cui il minore risulta figlio di due madri o due padri. “È infine necessario – si legge – dare una definitiva indicazione che renda impossibile iscrivere o trascrivere atti di nascita di minori con due padri o con due madri, in violazione delle più elementari esigenze naturali oltre che del primario e superiore interesse del minore a non essere separato dai propri genitori naturali, come previsto dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia“.
Plauso delle associazioni pro-vita
Un “plauso” al ddl in questione giunge da Toni Brandi e Jacopo Coghe, rispettivamente presidenti di ProVita Onlus e Generazione Famiglia. “L’utero in affitto non è solo un reato, è anche un abominio che il nostro Stato non può tollerare”, si legge in una nota congiunta. Per Brandi e Coghe punire anche con la reclusione da tre a sei anni chi realizza, organizza o pubblicizza la o la surrogazione di maternità non è solo “giusto ma necessario, come anche il divieto di iscrivere o trascrivere atti di nascita con genitori dello stesso sesso ovvero con più di due genitori. Perché come diceva Nicolás Gómez Dávila le ‘civiltà muoiono per l’indifferenza verso i valori peculiari che le fondano’”.