Di nuovo in manette Mary Wagner. La donna canadese, 43 anni, attivista pro-vita, è stata arrestata per l'ennesima volta e sempre per il medesimo motivo. Venerdì scorso, 8 dicembre, è entrata insieme ad un'altra attivista in una clinica di Toronto nella quale si praticano aborti, qui le due hanno provato a dissuadere le donne dal sottoporsi ad interruzione di gravidanza tenendo i piccoli che portavano in grembo.
La Wagner aveva con sé delle rose, ad ognuna delle quali aveva attaccato un modellino in plastica di un feto di dieci settimane e un foglio con le informazioni per contattare un centro di aiuto per donne con gravidanze difficili.
La polizia, stando a quanto riferisce Life Site News, ha trascinato la Wagner fuori dalla clinica con i polsi ammanettati dietro la schiena. L'accusa nei suoi confronti sarebbe di violazione della libertà vigilata, nonché di aver infranto la misura legislativa canadese che vieterebbe di pregare o parlare con le persone che transitano in questi centri. Il Governo dell'Ontario, dove si trova Toronto, ha approvato una legge che vieta inoltre agli attivisti pro-vita finanche di manifestare in un'area che sia distante meno di 50 metri dalle strutture in cui si pratica l'aborto. La norma, approvata il 26 ottobre 2017, non è però ancora entrata in vigore.
Fonti locali riferiscono che la Wagner rimarrà in carcere fino al suo processo, la cui data non è ancora nota. Arrestata diverse volte per lo stesso motivo, la donna ha passato in totale quattro anni e otto mesi in prigione. Finì con le manette ai polsi anche un anno fa esatto, il 12 dicembre 2016, dopo esser stata rilasciata da un periodo di detenzione il 25 luglio precedente. Come riferisce Corrispondenza Romana, la Wagner durante il processo è rimasta in silenzio, come ha fatto già in passato. Né ha voluto che alcun legale la difendesse.