Ecco chi sono gli Angeli Custodi. Verità di fede e devozione popolare

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Gli Angeli Custodi, secondo papa Francesco, sono “la nostra porta quotidiana alla trascendenza. L’aiuto molto particolare promesso dal Signore al suo popolo. E a noi che camminiamo sulla strada della vita”. Di qui la devozione e la riconoscenza per la loro  protezione. Come spiega San Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa, nella sua “Summa Theologica”. Figure celesti presenti nell’universo religioso e culturale della Bibbia. Così come di molte religioni antiche. E e quasi sempre rappresentati come esseri alati. In quanto forza mediatrice tra Dio e la Terra.

Angeli celesti

Gli angeli trovano l’origine del proprio nome nel vocabolo greco “anghelos”. Cioè messaggero. Non a caso, nel linguaggio biblico, il termine “angelo” indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione. Ed è proprio con questo significato che la parola ricorre circa 175 volte nel Nuovo Testamento. E 300 nell’Antico Testamento che ne individua anche la funzione di milizia celeste. Suddivisa in 9 gerarchie. Cherubini. Serafini. Troni. Dominazioni. Potestà. Virtù celesti. Principati. Arcangeli. Angeli. Oggi il tema degli Angeli è passato dai sermoni liturgici alla comunicazione. E riecheggia stranamente nei pulpiti dei media in versione “new age”. Nei film. E addirittura negli spot pubblicitari che hanno voluto recepirne esclusivamente l’aspetto estetico e formale.

Angeli sulla terra

Nel giorno in cui la Chiesa festeggia i Santi Angeli Custodi, suonano profetiche le parole di papa Francesco sulla “santità della porta accanto”. La santità di chi accetta e soccorre la fragilità altrui perché è consapevole della propria. Gli angeli vicino a noi come riflesso della presenza di Dio. Gli angeli custodi rappresentano una verità di fede. Da autorevole teologo, padre Valerio Mauro ha approfondito le radici bibliche e liturgiche di questa devozione popolare. Mettendo in guardia da atteggiamenti o visioni che non sono compatibili con la fede cristiana.

Sostegno

“La liturgia cattolica prevede una memoria il 2 ottobre, istituita da papa Clemente X nel 1670. Mentre dagli ortodossi il ricordo degli angeli custodi viene celebrato l’11 gennaio”, evidenzia  il docente di Teologia sacramentaria. Aggiunge padre Valerio Mauro. “In questa realtà di fede sono coinvolte liturgia e pietà popolare. Il Direttorio della Congregazione per il culto divino ribadisce l’esistenza degli esseri spirituali, incorporei. La Sacra Scrittura li chiama angeli. La devozione al proprio angelo custode è è legata a una gratitudine a Dio. Quella per avere posto a nostro sostegno e guida degli esseri spirituali“. Ne deriva “uno stile di vita adeguato alla fede professata”. Nella consapevolezza di “essere alla loro presenza“. Con una serena fiducia nell’affrontare situazioni anche difficili. “Perché il Signore guida e assiste il fedele nella via della giustizia– sottolinea il teologo-. Anche attraverso la presenza degli angeli e il compito loro affidato.

Chiamata

“Gli angeli non sono i nostri morti- puntualizza padre Valerio Mauro-. Questi sono chiamati alla risurrezione futura. Proprio come noi. La risurrezione della carne è il grande mistero della nostra fede. Ci sarà donata la dimensione corporale. Ed essa permetterà il riconoscimento personale che abbiamo vissuto attraverso il nostro corpo su questa vita terrena. È la grandezza della persona umana. Chiamata da Dio a condividere l’umanità gloriosa di Gesù. In questo cammino di trasfigurazione gli angeli ci vengono in aiuto. Li invochiamo personalmente con la preghiera imparata da bambini. E nella liturgia del 2 ottobre”.

 

 

Giacomo Galeazzi: