Sono state almeno 304 le vittime della dura repressione in Iran delle violente proteste scoppiate in novembre contro il caro benzina. Lo indica l'ultimo bilancio fornito da Amnesty International,Ā aggiornato al 16 dicembre, in riferimento al periodo tra il 15 e il 18 novembre, in cui si ĆØ registrato il picco delle manifestazioni. L'ultimo report, quello di inizio dicembre, parlava di 208 morti accertati. SonoĀ almeno 7mila le persone arrestate in 28 delle 31 province iraniane dopo l'inizio delle proteste. In merito, lo scorso 6 dicembre,Ā lāAlta commissaria Onu Michelle BacheletĀ ha chiesto che āle autoritĆ iraniane agiscano con una trasparenza molto maggioreā, liberino i manifestanti āarbitrariamente privati della loro libertĆ ā eĀ garantisca loroĀ il diritto a un giusto processo.Ā Servono āindagini rapide, indipendenti e imparziali su tutte le violazioni che hanno avuto luogo, incluso lāuccisione di manifestanti e la denuncia di decessi e maltrattamenti in custodiaā, di cui i āresponsabili devono essere ritenuti responsabiliā. Sembra infatti che in piĆ¹ circostanze membri delle forze di sicurezza iraniane abbiano sparato ai manifestanti disarmati che scappavano, come ci sono testimonianze di torture e violenze sulle persone arrestate e che non hanno avuto accesso a un avvocato
Insabbiamento
Tra le vittime anche tra 13 donne, 12 bambini e due adolescenti di 15 e 17 anni. Migliaia sono stati inoltre i feriti, sempre secondo cheĀ parla anche di “strazianti testimonianze” di come Teheran abbia avviatoĀ “quasi immediatamente dopo aver massacrato centinaia di personeĀ una repressione su larga scala per iniettare la paura di parlare apertamente di quello che ĆØĀ successo”. A questo scopo, aggiunge, sono state arrestate migliaia di persone, tra cui “giornalisti, attivisti per i diritti umani e studenti”. Amnesty chiede quindi all'Iran di “rilasciare urgentemente e incondizionatamente tutti quelli che sono stati detenuti arbitrariamente”.Ā La protesta era iniziata il 15 novembre dopo l'annuncio dell'aumento del prezzo del carburante, nel mezzo di una crisi economica, e si e' diffusa in cento cittĆ . Le autoritĆ hanno affermato di aver ristabilito l'ordine in pochi giorni. Questo al prezzo di un “terribile massacro”, aveva denunciato Amnesty all'inizio di dicembre. Le autoritĆ della Repubblica islamica avevano in precedenza respinto le cifre fornite dall'estero come “menzogne assolute” diffuse da parte di “gruppi ostili”, senza fornire perĆ² bilanci aggiornati delle proteste. Ad oggi,Ā le autoritĆ Ā hanno confermato solo cinque morti: quattro membri delle forze dell'ordine e un civile. Intanto, gli Usa minacciano le autoritĆ iraniane: “Non staremo a guardare il fatto che l'IranĀ assuma azioni in grado di mettere uomini e donne americane in pericolo”, ha affermato il segretario di Stato americano MikeĀ Pompeo in merito ai recenti attacchi contro milizie sciite irachene filo-Teheran intorno all'Iraq. Pompeo, volato a Mar-a-Lago per aggiornare il presidente DonaldĀ Trump, ha sottolineato che le minacce contro le forze Usa sono in corso da “settimane e settimane”.