Le forze curdo-irachene hanno distrutto case e cacciato centinaia di arabi dalla città di Kirkuk, nel Nord dell’Iraq, in un’apparente rappresaglia a un attacco dello Stato Islamico. E’ quanto denunciato dalla ong Amnesty International. Secondo l’organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani, le autorità della città, controllata dai curdi, avrebbero distrutto le abitazioni di diverse centinaia di arabi iracheni, ordinando loro di lasciare la città.
Un testimone diretto, padre di 10 bambini, ha riportato agli operatori di Amnesty come i militari curdi siano arrivati nel quartiere all’alba del 25 ottobre ordinando a tutti i residenti di lasciare le loro case: “Gli abitanti sono stati cacciati a forza e i bulldozer hanno demolito” centinaia di casa, fra cui la sua, ha raccontato l’uomo. Molte delle famiglie cacciata da Kirkuk e dai villaggi circostanti avevano già dovuto fuggire dai loro villaggi di origine a causa della guerra, ha denunciato l’ong.
“Cacciare e obbligare a spostarsi con la forza i residenti sunniti arabi di Kirkuk è illegale e crudele”, aggiunge Amnesty che chiede alle autorità curde di cessare “immediatamente” questi interventi. “Queste distruzioni, non giustificate da necessità militari, costituiscono un crimine di guerra”. A gennaio, la Ong aveva già accusato le forze curde di aver distrutto migliaia di case nel nord dell’Iraq per costringere le popolazioni arabe a spostarsi. L’ong ha anche accusato i curdi iracheni di obbligare gli sfollati a ritornare in zone dove ancora non è stata ristabilita la sicurezza. Kirkuk è una città multietnica situata 170 chilometri a Sud-est di Mosul, seconda città dell’Iraq e bastione dell’Isis che resiste all’offensiva delle forze irachene e curde.