La malattia di Alzheimer rappresenta il 50-60% dei casi di demenza e purtroppo ancora oggi non se ne conoscono le cause. Sappiamo che non è guaribile, ma ci sono farmaci che possono migliorarne alcuni sintomi cognitivi, funzionali e comportamentali. Il report sullo stato globale della risposta di salute pubblica alla demenza, redatto nel 2021 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, rileva che nel mondo ci sono 55 milioni di persone con una forma di demenza, destinate a diventare 78 milioni entro il 2030 e 139 milioni entro il 2050.
La famiglia della persona con demenza è da considerarsi la seconda vittima della malattia, e per questo non può essere lasciata sola nella gestione della quotidianità del paziente. Sostenere le famiglie significa prima di tutto combattere la disinformazione e lottare contro il pregiudizio sociale e lo stigma che circondano le persone con demenza.
Interris.it ha intervistato Mario Possenti, segretario generale della Federazione Alzheimer Italia che ha spiegato quali sono i bisogni delle persone che convivono con la demenza e dei loro familiari.
L’intervista
Mario, quali sono le esigenze delle persone con Alzhaimer ?
“Dal momento in cui viene diagnosticato, la persona ha bisogno che si crei attorno a lei una rete di supporto composta dai familiari, dal medico di base e dal centro disturbi cognitivi e demenze. In Italia capita molto spesso che la persona e la sua famiglia vengano lasciati soli e non vengano messi in atto tutti quei servizi capaci di rendere meno difficoltoso l’iter della malattia. La famiglia ha bisogno di un supporto per accedere a interventi specifici, come la stimolazione cognitiva, che aiutino a rallentare il progredire di questa condizione”.
Cosa prova una persona a cui viene diagnosticata una demenza?
“Nelle primissime fasi ci si rende conto che qualcosa sta cambiando, poi con il progredire della malattia la persona non è più consapevole di cosa sta accadendo e vive la sua quotidianità con altre esigenze. E’ una condizione che può durare anche molto tempo, dai 15 ai 20 anni e a seconda della gravità della malattia la persona con demenza viene accudito a casa o in una struttura adeguata. Quello che noi consigliamo è che possa vivere il più lungo possibile presso la sua abitazione contornato dai propri cari per non alterare troppo le sue abitudini. Per fare questo le istituzioni devono garantire l’attivazione di una serie di servizi a domicilio che supportino la famiglia ”.
Abbiamo la giusta consapevolezza di che cosa sia l’Alzheimer?
“Purtroppo no e a volte siamo di fronte a una società che crede e fa credere che le forme di demenza siano semplicemente una conseguenza dell’avanzare dell’età, ma non è così. La vecchiaia è uno dei principali fattori di rischio, ma l’Alzheimer è a tutti gli effetti una malattia che colpisce i neuroni e per questo la ricerca sta cercando, dei farmaci che riescano a rallentarla”.
Si può prevenire l’Alzheimer ?
“Sicuramente si può ridurre il rischio attraverso l’attivazione di una serie di comportamenti positivi e salutari. Circa il 40% delle demenze potrebbero essere evitate limitando l’abuso di alcol, non fumando, praticando attività sportiva e curando il proprio cuore. Ad oggi queste sono le uniche armi che conosciamo e possediamo per tutelarci da una condizione molto insidiosa che stravolge la vita di un’intera famiglia”.