Circa 75.000 rifugiati e migranti, compresi 24.600 bambini, sono attualmente bloccati in Grecia, Bulgaria, Ungheria e nei Balcani Occidentali in attesa del ricongiungimento familiare.
La denuncia dell’Unicef
La situazione è particolarmente grave – denuncia l’Unicef – per le madri sole e i bambini bloccati in Grecia o nei Balcani. Con la chiusura dei confini nel 2016 e l’implementazione della Dichiarazione Ue-Turchia, i membri più vulnerabili della famiglia sono trattenuti nei paesi di transito dove devono presentare richiesta per la riunificazione familiare: un processo molto lento che richiede tra i 10 mesi a 2 anni di tempo.
Le cifre
Nel 2016, rende noto l’Agenzia per l’Infanzia delle Nazioni Unite, sono state presentate dalla Grecia circa 5.000 richieste di riunificazione familiare, di cui 700 da parte di bambini separati e non accompagnati; ma solo 1.107 richiedenti hanno raggiunto il loro paese di destinazione entro la fine dell’anno.
Il numero di migranti continua ad aumentare
Nel frattempo il numero di rifugiati e migranti bloccati in Grecia, Ungheria e Balcani Occidentali continua ad aumentare con un incremento nell’ultimo anno di circa il 60%. “Tenere le famiglie insieme è il modo migliore per assicurare che i bambini siano protetti e rappresenta anche il motivo per cui il processo di riunificazione familiare per i bambini rifugiati e migranti è così importante. Dato che il numero di tutte le persone bloccate continua a crescere, gli Stati Membri devono considerare prioritario alleggerire i nodi procedurali in modo che le famiglie possano riunirsi prima possibile” ha detto Afshan Khan, Direttore Regionale e Coordinatore speciale per la Crisi Rifugiati e Migranti in Europa dell’Unicef. Fonte: Ansa