“Con grande sdegno e rammarico apprendiamo che domani Luigi Manconi firmerà l’incarico di nuovo direttore dell’Unar (Ufficio nazionale anti-discriminazioni raziali). L’ex senatore del Pd è stato parlamentare per tre legislature tra le fila del centrosinistra, escluso dal Partito democratico alle ultime elezioni ma paracadutato in un importantissimo ufficio governativo, in oltraggio a mesi di trattative, condotte anche dal Family Day, per individuare una figura autorevole e super partes, capace di riportare l’Unar alle sue funzioni originarie, ovvero la lotta alle discriminazioni per razza e religione, dopo gli scandali che hanno portato alle dimissioni dell’ex presidente Spano”, così Massimo Gandolfini, presidente del Family Day.
Il neurochirurgo bresciano ricorda che l'ex senatore Manconi “è sempre stato uno dei più grandi sostenitori delle adozioni per le coppie dello stesso sesso, della maternità surrogata 'con parametri etici' e della legalizzazione delle droghe leggere”. Tutti istanze – prosegue Gandolfini – “che ha continuato a sostenere apertamente anche durante il corso della campagna elettorale, quando la sua nomina era già stata indicata dal governo. Basta infatti fare un breve controllo sul web e sui social per vedere la presenza di Manconi ad iniziative elettorali di sostegno a partiti della sinistra e inerenti tematiche lgbt“. Il presidente del Family Day rileva che Manconi “ancora prima di insediarsi ufficialmente ha già violato un ruolo che dovrebbe essere di garanzia di tutte le sensibilità, dimostrando ancora una volta che l’Unar non ha più niente a che fare col contrasto alle discriminazioni su base razziale, etnica e religiosa. Secondo gli attivisti del Family Day questa nomina lascia presupporre “che l’Unar sarà il motore di una nuova ondata di attivismo ideologico”.
Non manca poi una critica politica. “Tra l’altro, vale la pena ricordare che Manconi è una delle tante nomine fatte da un governo in amministrazione ordinaria, che non ha più rappresentanza e che è stato severamente bocciato dalle urne”, sottolinea Gandolfini. Il quale aggiunge: “L’arroganza e la sfacciataggine di un Pd alla canna del gas non hanno limiti”. L'invito all'attuale Presidente del Consiglio è “di ritirare questa nomina, avvenuta in palese violazione del sentimento democratico del popolo italiano, e ci auguriamo che il prossimo governo voglia riconsiderare in maniera onesta e leale l’intera questione”. A nulla finora è servito l'appello analogo che a inizio febbraio, quando la nomina di Manconi era stata soltanto annunciata, era partito dal Family Day.