“Un immediato, incondizionato e sicuro accesso per raggiungere bambini e famiglie tagliate fuori dai soccorsi umanitari” in Siria. Lo chiedono, in un comunicato congiunto, l’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu), l’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Agenzia dell’Onu per la salute), l’Unicef (il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia) e World Food Programme (Wfp), l’agenzia Onu che si occupa di assistenza alimentare.
In Siria, riporta il comunicato congiunto, esistono ancora 15 aree sotto assedio con 700mila persone intrappolate, tra cui almeno 300mila bambini. “Gli orrori dell’assedio dei distretti est di Aleppo è scomparso dalla consapevolezza pubblica – scrivono le organizzazioni – ma non dobbiamo far sì che i bisogni e il futuro della popolazione siriana escano dalla coscienza del mondo”.
L’appello è stato lanciato da Davos, in Svizzera, dove sta convergendo l’elite della politica e dell’economia per il World Economic Forum, in programma da domani, martedì 17, fino a venerdì 20 gennaio. Al momento, cinque milioni di persone vivono in aree estremamente difficili da raggiungere con gli aiuti umanitari, spiegano le Agenzie. Di questi, almeno 3 milioni sono minori.
“Tragicamente, molti bambini hanno conosciuto solo la guerra nelle loro vite. Noi, e con ‘noi’ intendiamo il mondo, non possiamo tacere mentre le parti in conflitto continuano a usare il diniego di cibo, acqua, forniture mediche e altre forme di aiuto come armi di guerra”. Il documento congiunto si conclude con un’ultima richiesta: “Non lasciamo che nel 2017 in Siria si ripetano le stesse tragedie del 2016”.