Si è conclusa ieri a Ginevra sotto l’egida delle Nazioni Unite la conferenza ministeriale sull’Afghanistan. La giornata di lavori è stata riassunta come “produttiva e costruttiva” da Tadamichi Yamamoto, il rappresentante del segretario generale dell’Onu in Afghanistan. “Si è guardato a quello che è stato fatto” nel Paese negli ultimi anni ed è molto, nonostante le numerose sfide aperte- ha spiegato Yamamoto – e la comunità internazionale ha preso grandi impegni fino al 2020 per sostenere l’Afghanistan”.
Il secondo elemento evidenziato da Yamamoto, ripreso dal Sir, è che questa conferenza ha rappresentato “il primo incontro in cui la pace è stata così decisamente al centro” dell’attenzione. Segni positivi della volontà di avviare un processo sostenibile “guidato dal governo afghano” e dell'impegno da parte della comunità internazionale a “sostenere l’Afghanistan, anche dopo che sarà raggiunto un accordo di pace”. Intanto la Conferenza ha prodotto il Geneva Mutual Accountability Framework (Gmaf) che definisce gli obiettivi per il prossimo biennio. La comunità internazionale ha anche rinnovato l’impegno a stanziare 15.2 miliardi di dollari per le priorità di sviluppo del Paese entro il 2020, come precisato nel comunicato finale approvato dai partecipanti alla Conferenza.
La Missione di Assistenza Onu in Afghanistan è nata dalla risoluzione 1806 del 20 marzo 2008. In quella data, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha prolungato di un anno, e cioè fino al 23 marzo 2009, il mandato della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama). La funzione dell'Unama è quella di coordinare gli sforzi della comunità internazionale per promuovere, in accordo con il governo afgano, pace e stabilità nel paese, aiutando il processo di ricostruzione e al contempo rafforzando le fondamenta della riconciliazione e della democrazia.