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Accordo di filiera per tutelare il made in Italy

Una filiera dell'olio italiano per difendersi dalle multinazionali che acquisiscono marchi tricolori al fine di sfruttarne l'immagine sui mercati nazionali e internazionali. Questo l'obiettivo dell'accordo sottoscritto oggi a Roma, nel corso del convegno “Filo d'olio, segmentare per crescere: nuove prospettive di consumo e di offerta” promosso dalla Federazione nazionale del commercio oleario (Federolio). L'accordo prevede un quantitativo di 10 milioni di chili ed un valore di oltre 50 milioni di euro. Su queste basi si andrebbero a stabilizzare le condizioni di vendita e garantire la diffusione del 100% made in Italy “anche in virtù – dicono gli operatori – di un competitor come la Spagna sempre più aggressivo commercialmente con le sue 2 milioni di tonnellate”. L'intesa è stata firmata da Coldiretti, Unaprol (Consorzio olivicolo italiano), Federolio e Fai S.p.A. (Filiera Agricola Italiana) con il coinvolgimento – si legge in una nota – delle principali aziende di confezionamento italiane. I prodotti in commercio riporteranno il marchio a tre spighe degli agricoltori Fai come annunciato dal presidente di Federolio Francesco Tabano. Il contratto, operativo dalla campagna olivicola in corso, ha durata pluriennale.

Schermaglie tra produttori

Non tutti i produttori di olio sono però d'accordo sulla bontà dell'accordo. Luigi Canino, presidente del consorzio nazionale dei coltivatori e produttori olivicoli, denuncia che “certa industria e organizzazioni compiacenti stanno cercando di demolire le fondamenta del prodotto simbolo del made in Italy, l'olio extravergine di oliva”. “Mentre il nuovo Governo sta avanzando iniziative e proposte per la difesa dei prodotti agroalimentari del made in Italy, anche in un contesto commerciale internazionale in cui si riaffacciano i dazi doganali, e mentre in Parlamento si avanza una proposta per l'istituzione di un ministero per il made in Italy, Unaprol-Coldiretti e Federolio – incalza – lanciano un attacco frontale contro genuinità, caratteristiche nutraceutiche e tracciabilità dell'olio 100% italiano”. Di diverso avviso David Granieri, presidente di Unaprol, secondo cui l'accordo di filiera sottoscritto oggi è “una tappa fondamentale nel processo che abbiamo intrapreso per difendere l'olio italiano, in primis dai violenti attacchi delle multinazionali straniere” ed è quindi “un atto patriottico, di responsabilità, per costruire un nuovo modello, difenderci dalla aggressioni che arrivano dall'estero e rilanciare un settore che sta vivendo un momento di grande difficoltà, con la sensibile perdita di quote di mercato”.

Gli italiani e l'olio extravergine d'olivo

Nel corso del convegno di stamattina, è stata presentata anche un'indagine sull'utilizzo dell'olio extravergine d'oliva tra gli italiani. Ne emerge che il 39% degli italiani che mediamente spende meno di 6 euro al litro, il 48% che spende da 6 a 10 euro ed il restante 13% che va oltre i 10 euro. E' stato registrato infine che l'acquisto avviene presso la grande distribuzione per quasi la metà del campione (56%) con un prezzo medio di 6,2 euro al litro ed una frequenza d'acquisto inferiore al mese. Nello specifico si segnala che il 33% lo acquista direttamente nel luogo di produzione con un prezzo medio che raggiunge gli 8,4 euro/l. Gli acquisti che avvengono un paio di volte l'anno sono pari al 32%, una volta l'anno 26%.

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