Un prestigioso riconoscimento per la sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, premiata dall’Unesco con l’importante Premio per la Pace, a fronte del grande impegno profuso dall’isola nell’accoglienza dei migranti che, ogni giorno, percorrono la tratta mediterranea, dall’Africa all’Europa. Il premio è stato conferito alla prima cittadina dalla commissione dell’Houphouet-Boigny, che ha posto come motivazione “la sua grande umanità e il suo impegno costante nella gestione della crisi dei rifugiati e della loro integrazione dopo l’arrivo di migliaia di rifugiati sulle coste di Lampedusa e altrove in Italia”. Un riconoscimento che, in un certo senso, racchiude in sé lo sforzo quotidiano del nostro Paese nel fronteggiare l’emergenza migranti che, dall’inizio del 2017, hanno fatto registrare numeri di ingressi decisamente più alti rispetto allo scorso anno, segno evidente di una crisi tutt’altro che conclusa.
Premio a “Sos Méditerranée”
“Questo premio è un grande onore per me, per Lampedusa e per i lampedusani. Ma soprattutto è un tributo alla memoria delle tante vittime della tratta di esseri umani nel Mediterraneo”. Questo il commento della sindaca Nicolini dopo aver ricevuto la notizia del premio Unesco. Un riconoscimento di grande valore, in passato conferito a personaggi quali Nelson Mandela, Yasser Arafat e Shimon Peres. Assieme a lei, la giuria ha assegnato il premio anche all’associazione francese “Sos Méditerranée”, “per aver salvato la vita a numerosi rifugiati e migranti e averli accolti con dignità”.
Nicolini: “Il Paese riporti a casa Del Grande”
“In un momento in cui c’è chi chiude le frontiere e alza muri parlando di una invasione che non c’è – ha spiegato ancora la sindaca – essere premiati con questa motivazione ci fa sperare in una Europa solidale, dove l’umanità non è sparita”. Nicolini coglie l’occasione per ricordare come, in realtà, sui valori dell’accoglienza e della solidarietà verso le persone che attraversano il mare, fuggendo da condizioni di guerra e di sofferenza, “si fonda l’Europa stessa. Diversamente, rischiamo di naufragare anche noi insieme ai profughi e ai migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo”. E la prima cittadina di Lampedusa ha una dedica speciale, per chi “il mare non è riuscito ad attraversarlo” ma anche per chi ha cercato di dar voce al dramma delle migrazioni: “In questo momento mi sento proprio di dedicarlo a Gabriele del Grande – ha spiegato a Radio Rai 1 -. Lui è stato il primo, attraverso un sito, a contare i morti nel Mediterraneo, quando ancora nessuno sapeva che qui si moriva. Adesso è prigioniero in Turchia, pretendo che il governo del nostro Paese lo riporti a casa presto”.