“Smart life” in Italia. L’obiettivo post-pandemia di una vita più semplice

Logo Interris - Lo Smart working per debellare il coronavirus

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Lo Smart working per debellare il coronavirus

Un’uscita “smart” dal tunnel della pandemia. L’obiettivo post-Covid di riuscire a fare le stesse cose con meno risorse: sempre più italiani aspirano ad una vita “smart”. Vogliono cioè indirizzare le tecnologie allo sviluppo di modelli sostenibili. E alla riduzione dell’impatto ambientale. Secondo l’indagine Amc, la maggioranza degli italiani ritiene il benessere (fisico, mentale, economico) un elemento essenziale. Ecco come valutare quanto sia smart la propria vita.

Vita “smart”

Per quasi il 44% degli italiani, “smart lifesignifica riuscire a fare le stesse cose con meno risorse. Per il 37,7% degli intervistati significa fare le cose più velocemente, ma sempre con buoni risultati. Oltre un terzo degli intervistati (35,2%) interpreta “smart life come la capacità di fare molte cose con successo. E ancora, il 31,4% associa il termine smart” al fare le cose con buon umore. E con un atteggiamento positivo. Tuttavia, soltanto un intervistato su due ritiene che la propria vita sia smart. Questo dato è trasversale alle varie regioni italiane. All’età. E al genere. L’80% degli intervistati afferma di desiderare una vita più “smart nei prossimi uno, due anni.

Fotografia

Dalla casa alla cucina. Ecco come percepiscono gli italiani i concetti di benessere e salute. Efficienza. Oltreché quelli di qualità e divertimento. Sono gli elementi chiave che risultano più facilmente raggiungibili. Con l’aiuto di dispositivi smart. Che hanno un elevato potenziale. Ai fini dell’evoluzione verso lo “smart living”. Un’opportunità per il futuro. Questa in sintesi la fotografia dello studio Amc. Per la prima volta sono state analizzate le percezioni. I comportamenti. I valori. Le aspettative che stanno maturando nella nostra società. Riguardo al concetto di smart. Nella vita. In casa. In cucina. Nella preparazione dei cibi. L’indagine è stato condotta insieme all’istituto internazionale AstraRicerche. Su un campione di 1.013 intervistati tra i 18 e i 65 anni d’età.

Sos salute

Sostenibilità anche a tavola, quindi. A partire dall’importanza degli ingredienti. Per gli italiani la salute vince anche sull’edonismo. Sono fondamentali gli ingredienti privi di rischi (54,6%). E la ricchezza di nutrienti essenziali (45,1%). Mentre il sapore e il gusto si piazzano al terzo posto (44,8%). Risulta forte il legame tra benessere psicofisico e attività culinaria. Non solo in termini di qualità del cibo. Ma anche di esperienza e comfort. Tre persone su 4 (il 73,8%) apprezzano un modo di cucinare efficiente e veloce. Il 72,9% pensa che la cucina smart abbia senso se è anche divertente. Molti italiani (67,1%) ritengono importantissima la possibilità del multitasking in cucina. Più di un terzo degli intervistati afferma che è essenziale cucinare senza sprechi. E con un basso uso di risorse. Sottolineando l’importanza della sostenibilità anche ai fornelli.

Limitato uso di risorse

In cucina quasi il 75% degli intervistati identifica la “vita semplificata” con un sistema veloce. Comodo. Ed efficace. Che consente di liberare la fantasia. Utilizzando gli strumenti giusti per ottenere ricette gustose, leggere e sane. Con un limitato uso di risorse. Dall’acqua all’energia. E senza sprechi.  La “smart way of life” presenta, dunque, diverse sfaccettature. Sostenibilità. Salute. Benessere. Semplicità. Efficienza.

Giacomo Galeazzi: