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Siria nord-occidentale, bombe su Idlib. Il soccorso di Medici senza frontiere

Medici senza frontiere ha donato forniture mediche chirurgiche e d’emergenza all’ospedale di Medicina Interna e all’ospedale chirurgico di Jisr al-Shughour per garantire cure mediche ai pazienti

“In Siria stiamo seguendo due esercizi politici molto delicati che si intrecciano con le operazioni militari. Il primo tende a mettere d’accordo i Paesi del Gruppo di Vienna su quali siano i gruppi terroristici. Il secondo, coordinato dalle Nazioni unite, deve individuare i gruppi anti-Assad che partecipano al negoziato con esponenti del regime siriano. Se effettivamente riusciremo a fare partire il negoziato, scatterà anche un cessate il fuoco che è la prima luce di speranza in quel Paese martoriato da anni di massacri”, aveva detto il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni. Intanto in Siria nord-occidentale, a seguito del bombardamento su un mercato nella provincia di Idlib che ha causato almeno 10 morti e più di 30 feriti, Medici senza frontiere (Msf) ha assistito 18 feriti presso l’ospedale di Medicina Interna di Jisr al-Shoghour. Sostiene Maryam Rajavi: “In Siria tutto ciò che i mullah hanno costruito sta vacillando, perché è stato eretto sulla sabbia. Sebbene il regime teocratico abbia speso miliardi di dollari all’anno per sostenere Bashar Assad, oggi il dittatore siriano sta arrancando. Spero che in quel giorno vittorioso Khamenei si unirà ad Assad davanti alla Corte Penale Internazionale che li giudicherà per il massacro di 300.000 uomini, donne e bambini siriani“. Siria

Sos Siria

“Pochissime organizzazioni umanitarie sono presenti nell’area per problemi di sicurezza. MSF sta rispondendo ai bisogni sanitari urgenti a Jisr al-Shughur. Questo è il primo attacco aereo dal 2022 che causa vittime, è in corso un’escalation di violenza”, afferma Faisal Omar, capomissione di Msf in Siria. Dunque in Siria nord-occidentale, a seguito del bombardamento su un mercato nella provincia di Idlib che ha causato almeno 10 morti e più di 30 feriti, l’ospedale di Medicina Interna di Jisr al-Shoghour, supportato da Medici senza frontiere (Msf), ha curato 18 persone, tra cui 3 donne. “Dieci feriti sono stati subito dimessi dopo le cure, mentre gli altri – di cui 5 con ferite da schegge su tutto il corpo e gravi lesioni alla testa e sul petto – sono stati trasferiti in ospedali specializzati” , riferisce il dottor Mohamad Kalsoum, direttore dell’ospedale. Sebbene sia impossibile individuare quando la rivolta si sia trasformata da un movimento di protesta prevalentemente pacifico in una ribellione militarizzata, gli scontri armati sono diventati sempre più comuni. Nel settembre 2011, evidenzia Save the children, le milizie ribelli organizzate erano regolarmente impegnate in combattimenti con le truppe governative nelle città intorno alla Siria.  A fine 2019, nel nord-ovest del Paese si è verificato un aumento delle violenze, terminato con un cessate il fuoco voluto a febbraio 2020, mentre attacchi aerei, bombardamenti e combattimenti a terra si sono intensificati nelle aree oltre le linee di conflitto nord-occidentali. Portando all’uccisione di centinaia di civili e allo sfollamento di più di 850.000 persone e impedendo la fornitura di aiuti umanitari a Hama settentrionale, Idlib meridionale e Aleppo occidentale.Siria

Forniture mediche

Osserva Tahar Ben Jelloun: “La Siria è una delle più grandi tragedie nella storia del mondo arabo. Sogniamo di vedere Bashar al-Assad e Putin, i due grandi massacratori del popolo siriano, comparire davanti a un tribunale internazionale. Dunque il mondo arabo rimane diviso e vive sotto la minaccia del terrorismo nel nome dell’Islam”. Medici senza frontiere ha donato forniture mediche chirurgiche e d’emergenza all’ospedale di Medicina Interna e all’ospedale chirurgico di Jisr al-Shughour per garantire cure mediche ai pazienti. “Questo attacco è avvenuto dopo 4 giorni di continui bombardamenti a Idlib. Jisr al-Shughour, sulla linea del fronte, è colpita da regolari bombardamenti di artiglieria. Causando un grave deterioramento delle condizioni di vita della popolazione e limitando l’accesso all’assistenza sanitaria” afferma Faisal Omar, capomissione di Msf in Siria. “Pochissime organizzazioni umanitarie sono presenti nell’area per problemi di sicurezza. Medici senza frontiere sta rispondendo ai bisogni sanitari urgenti a Jisr al-Shughur. Questo è il primo attacco aereo dal 2022 che causa vittime, è in corso un’escalation di violenza”. Nel marzo 2011 il governo siriano, guidato dal presidente Bashar al-Assad, ha assistito ad una serie di proteste senza precedenti, a favore della democrazia nel Paese. I manifestanti chiedevano la fine del regime di Assad, che nel 2000 ha preso il posto del padre, Hafiz al Assad, in carica dal 1971. Per reprimere le manifestazioni, le autorità hanno fatto ampio uso di forze di polizia e militari. Cercando di arginare con violenza le proteste. Da anni la Siria è in uno stato di grave crisi.Siria

Controllo

La crisi in Siria è ormai giunta al suo dodicesimo anno. In molte zone, i bisogni umanitari sono ancora elevatissimi. Nel 2020 i rapporti di forza sono cambiati ed il governo siriano che ha consolidato il controllo su vaste aree di territorio. Tra cui Homs, Ghouta orientale, Damasco meridionale e Dara. Intanto la situazione per i civili rimane estremamente instabile. Sono in corso conflitti e sfollamenti nei governatorati settentrionali. Con il rischio di ulteriori escalation e insicurezza nel resto del Paese. Il conflitto ha causato centinaia di migliaia di morti, sfollamenti di massa e distruzione di infrastrutture civili. 350.209 persone sono state uccise nel conflitto in Siria tra marzo 2011 e marzo 2021. Quasi una persona su 13 era un bambino. La forte recessione dell’economia siriana, la svalutazione, l’aumento dei prezzi, il tasso di disoccupazione elevato hanno portato ad un grande aumento dell’ insicurezza alimentare. Un’emergenza che colpisce almeno il 60% della popolazione.

Siria senza pace

La Siria affronta la peggiore crisi economica dall’inizio della guerra nel 2011. E questo ha portato all’aumento del numero di bambine e bambini malnutriti nel nord-est della Siria di oltre il 150% in sei mesi. La pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione del paese, aumentando il tasso di disoccupazione. Con appena il 2% della popolazione completamente vaccinata contro il COVID-19. Le infrastrutture civili e i servizi pubblici, tra cui l’approvvigionamento idrico, l’elettricità, scuole e sanità sono state fortemente impattate dal conflitto. Il 42% della popolazione fa affidamento su fonti d’acqua non sicure. I campi per sfollati nel paese presentano condizioni di vita inadeguate. Senza accesso a ripari, acqua potabile, cibo, assistenza sanitaria e psicologica adeguata. Il conflitto ha devastato la vita di una generazione di bambini che conoscono solo la guerra.

 

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