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Ecco come la “gentle mobility” favorisce la sicurezza stradale

Quando si abbandona un mezzo di sharing, occorre lasciarlo in un luogo che non intralci la viabilità e che sia facilmente reperibile da un altro utente. Per accrescere la sicurezza stradale sociologi e psicologi hanno stilato dieci semplici regole. Norme da seguire per vivere più serenamente la città in sella o al volante.

Per accrescere la sicurezza stradale sociologi e psicologi hanno stilato dieci semplici regole. Norme da seguire per vivere più serenamente la città in sella o al volante. “Gentle mobility” per la sicurezza stradale. Dalla campagna promossa da un panel di esperti è scaturito il galateo della mobilità gentile. Si tratta di dieci semplici regole da seguire per vivere più serenamente la città in sella o al volante. E cioè mettersi alla guida in condizioni psicofisiche ottimali. “Serenità e tranquillità sono indispensabili per salire alla guida di un mezzo”, spiegano gli esperti. Occorre, poi, avere conoscenza e senso di responsabilità. “Quando si guida qualsiasi mezzo, occorre essere consapevoli di ciò che si fa. Agendo nel pieno rispetto degli altri guidatori o pedoni“, aggiungono. E’ necessario, inoltre, guidare il proprio mezzo con attenzione e prudenza. Conoscere e rispettare le regole del codice stradale è fondamentale per muoversi per strada in sicurezza. E’ opportuno preferire mezzi sostenibili. Quando si viaggia, infatti, “è possibile fare scelte rispettose dell’ambiente. Come preferire viaggiare sui mezzi pubblici. Oppure scegliere di muoversi a piedi o in bicicletta. Contribuendo così ad abbassare le emissioni nocive nell’aria“. Bisogna parcheggiare solo negli spazi consentiti. Non lasciare mai il proprio mezzo nelle aree non consentite. Oltre a violare il codice della strada, è possibile che si intralci il cammino anche degli altri.sicurezza

Decalogo della sicurezza

Occorre evitare, quindi, di transitare con il proprio mezzo dove non è consentito. Evitando di pedalare in bicicletta sul marciapiede. O passare con la macchina nelle aree pedonali. Oltre a rischiare sanzioni si può incorrere in incidenti con altri pedoni o guidatori. Bisogna poi segnalare spostamenti e cambio di corsia. “La strada non è di nostra proprietà- evidenziano gli esperti-. Occorre sempre segnalare agli altri quando si decide di cambiare corsia. O di entrare/uscire da un posto”. E bene dare la precedenza sui mezzi pubblici. Se si viaggia su bus, metro, tram e treni va garantita sempre la seduta alle fasce d’età più deboli. Come anziani, donne in gravidanza e bambini. Bisogna lasciare il mezzo in condivisione in un’area che non ostacoli la viabilità. Quando si abbandona un mezzo di sharing, occorre lasciarlo in un luogo che non intralci la viabilità. E che sia facilmente reperibile da un altro utente. Non si deve sporcare o fumare se si viaggia in compagnia. Sui mezzi pubblici come in auto, quando si viaggia con altri occorre fare attenzione agli spazi condivisi. Non recando fastidio agli altri con le proprie azioni.

Sostenibilità

Sos sicurezza in città. Per gli italiani è Roma la capitale della mobilità “maleducata”. Per combattere il boom d’incidenti arriva il galateo della “gentle mobility“. Monopattini a zig zag in contromano. E-bike che attraversano col rosso. Shared-car sulle piste ciclabili. Sono questi alcuni dei comportamenti che mettono a rischio vita e benessere dei cittadini. Unitamente ai più noti pericoli del traffico privato. Nelle metropoli cresce, infatti, il numero d’incidenti mortali (+33%) legati ai mezzi “smart” ritenuti sicuri e sostenibili. Per gli italiani Roma è dunque capitale della mobilità “maleducata” con il 61%. Sul podio anche Milano (59%) e Napoli (55%). Per invertire la tendenza, sociologi e psicologi hanno stilato dieci semplici regole. Norme seguire per vivere più serenamente la città in sella o al volante.sicurezza

Sicurezza in città

È risaputo che muovendosi per le strade delle grandi città ci si possa imbattere in sempre maggiori pericoli. Traffico privato, mezzi pubblici, sharing mobility e migliaia di pedoni si muovono in una “giungla urbana”. Dove, alle violazioni del codice della strada e allo stato precario delle vie di comunicazione, si aggiunge un fenomeno più subdolo e recente. Ossia la “mobilità maleducata”, causata da stress, noncuranza e poco rispetto per sé e per gli altri. Ecco perché c’è sempre più bisogno di promuovere la “gentle mobility”. Un trend globale che, alla luce dei dati emersi all’interno delle principali metropoli mondiali, consenta di potersi spostare in città in sicurezza. Garantendo la cosiddetta “mobilità gentile” tra pedoni e guidatori dei diversi mezzi privati e pubblici. Con tutti i vantaggi che ne conseguono sia a livello sociale sia dal punto di vista ambientale. Da Parigi a Bogotà, da San Francisco a Londra, sono decine le iniziative che in giro per il mondo stanno promuovendo questo nuovo trend globale. In grado d’impattare positivamente sul tessuto urbano delle più grandi metropoli in tutto il mondo. Fino alle grandi città in Italia. Così a Milano, grazie all’agenzia creativa internazionale Dentsu Creative, è nato un contest. Tra oltre 150 studenti. Per promuovere la mobilità gentile attraverso una campagna di comunicazione d’impatto ad hoc.sicurezza

Centri abitati

Iniziative motivate da numeri drammatici. Otre 7 incidenti su 10 avvengono nei centri abitati (dati Aci). Secondo l’ultimo rapporto Istat le zone più colpite sono proprio le grandi metropoli. Solo a Roma se ne segnalano quasi 10 mila. Seguono Milano, con poco più di 7 mila incidenti, e Torino con meno di 3mila casi. Dalle città si passa poi ai mezzi coinvolti nei singoli incidenti. Con un occhio di riguardo a quelli che sono risultati mortali. Circa un terzo delle morti totali coinvolgono pedoni o biciclette. I monopattini, invece, sono stati coinvolti in 811 incidenti (circa il 3% del totale). Inoltre, nel solo 2021 sono stati 235 gli incidenti mortali tra i guidatori di monopattini e biciclette (+33% rispetto all’anno precedente). La strada minaccia ancora di più chi va a piedi. L’indice di mortalità per i cittadini a passo d’uomo risulta di 4,6 volte superiore addirittura alla mortalità degli occupanti di autovetture (0,7 su 100).

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