Così la siccità minaccia l’infanzia. Sos El Niño

Unicef: "300mila bambini a rischio malnutrizione nell'Africa meridionale"

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©UNICEF/UN0594299/Naftalin
Allarme-siccità: infanzia a rischio.”Se si riuscirà a limitare l’innalzamento della temperatura a 1,5 gradi come sancito dall’obbiettivo dell’Accordo di Parigi, l’esposizione dei neonati attuali a alle ondate di calore eccessivo diminuirà del 45%. Del 39% per la siccità. Del 38% per le inondazioni dei fiumi. Del 28% per la perdita dei raccolti. Del 10% per la devastazione degli incendi”, avverte Save the Children. Secondo il Consiglio nazionale delle ricerche, infatti, una percentuale fra il 6% e il 15% della popolazione italiana vive ormai in territori esposti a una siccità severa o estrema. La scarsità di pioggia (-61% nel bacino del Po e dell’Appennino) e neve (-53% sull’arco alpino) dell’ultimo inverno rispetto alla media degli ultimi 10 anni preannuncia così quella che rischia di essere l’estate più calda e secca di sempre. Intanto la grave siccità che ha colpito vaste aree dell’Africa meridionale minaccia la vita di quasi 300mila bambini nei 6 Paesi più colpiti. Cioè Lesotho, Botswana, Malawi, Namibia, Zambia e Zimbabwe. È l’allarme lanciato dall’Unicef, che spiega che si prevede che nel 2024 oltre 270mila bambini soffriranno di malnutrizione acuta grave (SAM) potenzialmente letale. Le condizioni climatiche legate a El Niño, tra cui le precipitazioni estremamente scarse, hanno fatto sì che il Lesotho diventasse l’ultimo Paese a dichiarare lo stato di calamità alimentare nazionale. Dopo le dichiarazioni simili di Botswana, Malawi, Namibia, Zambia e Zimbabwe. “I bisogni umanitari che i bambini devono affrontare a causa di El Niño sono estremamente preoccupanti”, ha dichiarato la direttrice regionale dell’Unicef per l’Africa orientale e meridionale, Etleva Kadilli. “L’aumento dell’insicurezza alimentare e della malnutrizione, le difficoltà di accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici e i rischi di epidemie come il colera sono una seria minaccia. Migliaia di bambini sono sull’orlo di un impatto irreversibile sulla loro salute e sulla loro crescita a causa della crisi climatica. E questo allarme non dovrebbe rimanere inascoltato dalla comunità internazionale“, sottolinea.
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Foto di Jouni Rajala su Unsplash

Sos siccità

In Lesotho, Malawi, Namibia, Zambia e Zimbabwe, 7,4 milioni di bambini vivono in condizioni di povertà alimentare – di cui oltre 2 milioni sopravvivono con diete estremamente povere che comprendono al massimo due gruppi di alimenti. La situazione si è aggravata in gran parte dell’Africa meridionale a causa della siccità. Le comunità hanno perso raccolti e bestiame per mancanza di pascoli e acqua. I bambini vulnerabili sono pesantemente colpiti dagli shock climatici in Africa meridionale. Questi shock riducono drasticamente la quantità, la varietà e la qualità del cibo disponibile, influiscono negativamente sulla cura dei bambini. E interrompono l’accesso all’acqua pulita e sicura, esponendo i bambini a malattie infantili potenzialmente letali, come la diarrea. L’Unicef fornisce alcuni dati. In Lesotho circa 700mila persone risultano essere vulnerabili dal punto di vista alimentare. In Malawi, dove si stima che 5,7 milioni di persone vivranno alti livelli di insicurezza alimentare acuta (IPC AFI fase 3 o superiore) tra ottobre 2024 e marzo 2025, è già stata osservata una tendenza all’aumento della malnutrizione acuta grave (SAM) nei bambini, con un aumento del 18% dei ricoveri SAM registrati tra gennaio e maggio 2024. In Namibia quasi la metà della popolazione del Paese deve affrontare l’impatto devastante di una grave siccità causata da El Niño.

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Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

Boom di malnutrizione

Tra luglio e settembre 2024, si stima che 1,4 milioni di persone (il 48% della popolazione analizzata) dovranno affrontare alti livelli di insicurezza alimentare acuta (IPC AFI fase 3 o superiore), tra cui 85mila persone in IPC AFI fase 4 (emergenza). In Zambia 2 milioni di persone sono in grave insicurezza alimentare. E si prevede che quasi 52mila bambini sotto i 5 anni negli 84 distretti colpiti dalla siccità soffriranno di malnutrizione acuta grave, la forma più letale di malnutrizione, entro i prossimi 12 mesi se non verranno messe in atto misure urgenti di prevenzione e trattamento. L’Unicef riferisce che sta collaborando con il governo dello Zambia e con i partner per dare priorità ai bisogni dei bambini nei piani di risposta e ciò include la formazione di volontari comunitari e gruppi di sostegno alla nutrizione per l’individuazione precoce e la segnalazione di casi di malnutrizione, il rafforzamento del sistema sanitario per fornire servizi essenziali ai bambini e alle loro famiglie e l’attuazione di iniziative di emergenza per l’approvvigionamento idrico, tra gli altri interventi fondamentali. In Botswana quasi 12mila bambini sotto i 5 anni sono sottopeso a causa della minore produzione agricola e dell’aumento dei prezzi delle importazioni di cereali e altri prodotti alimentari. Mettendo così i bambini più vulnerabili a rischio di insicurezza alimentare e malnutrizione. E in Zimbabwe 580mila bambini vivono in condizioni di grave povertà alimentare, un numero destinato ad aumentare con l’attuale siccità indotta da El Nino. L’Unicef sta lavorando con il governo e i partner nazionali per proteggere la diversità della dieta e le pratiche di alimentazione dei bambini e per evitare un aumento della malnutrizione acuta dei bambini.

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Foto: Unicef

Resilienza

Attraverso collaborazioni, idee e finanziamenti innovativi che includono il coinvolgimento delle comunità, come i gruppi di assistenza guidati dalle madri in Zimbabwe e il programma nutrizionale multisettoriale su larga scala in Zambia, “possiamo garantire che i bambini e le famiglie siano sostenuti da sforzi sostenibili che li proteggano da alcune delle gravi conseguenze delle crisi climatiche nella regione. Il rafforzamento dei sistemi nazionali di protezione sociale è uno degli strumenti chiave dell’Unicef per aiutare le famiglie a resistere agli shock futuri e a riprendersi dagli effetti delle emergenze“, ha aggiunto Kadilli. “Gli investimenti e l’innovazione per costruire la resilienza delle famiglie e della società sono fondamentali. È necessario dare priorità a strutture che rimangano adatte a scopi futuri, tra cui sistemi alimentari diversificati, acqua pulita, servizi igienici, istruzione consapevole sul clima e assistenza sanitaria che risponda alle esigenze climatiche, oltre a salvaguardare i servizi e i sistemi chiave per i bambini, per garantire un accesso di qualità e ininterrotto”, ha proseguito. Oltre agli investimenti nella resilienza, l’Unicef chiede un’accelerazione urgente e l’aumento di scala dei programmi salvavita in tutta la regione per ridurre il rischio di un aumento del numero di bambini malnutriti.