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Sgarbi: “Conservare i beni culturali è preservare il passato per il futuro”

L’intervista di Interris.it al politico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi, nominato sottosegretario di Stato alla Cultura nell’ultimo Consiglio dei ministri

Il pensiero di Benedetto Croce, promotore di quella che cento anni fa è stata la prima legge sulla tutela del paesaggio approvata in Italia, e il valore della conservazione del patrimonio artistico a beneficio del futuro sono le idee-guida del neo sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi, nominato ieri dal Consiglio dei ministri insieme a Gianmarco Mazzi, deputato di Fratelli d’Italia, e Lucia Borgonzoni della Lega.  “Ringrazio Giorgia Meloni per la scelta che, in accordo con Maurizio Lupi, ha fatto di una persona che, come ha sempre dichiarato, cerca e pare rispondere ai principi di competenza e merito” – ha commentato Sgarbi – “aggiungo che ho sempre inteso tenere insieme, come indicava Benedetto Croce, e come ha ricordato giorni fa il neo ministro Gennaro Sangiuliano, politica e cultura, che sono state per troppo tempo separate. Per questo voglio ricordare che la parola “conservazione”, che in politica rappresenta il valore di una parte (quella legata alla tradizione) nel mondo dell’arte, dell’archeologia, del paesaggio e dei monumenti, ha un significato universalmente positivo. La conservazione del patrimonio artistico è essenziale. E conservatore è colui che si occupa di ciò che la storia ci ha tramandato nelle opere d’arte e nelle testimonianze dell’uomo. Dobbiamo esser conservatori”.

Chi è Vittorio Sgarbi

Nato a Ferrara l’8 maggio 1952, fratello maggiore di Elisabetta Sgarbi, direttrice generale ed editoriale della casa editrice La Nave di Teseo, Vittorio Sgarbi è uno storico dell’arte, autore di numerosi cataloghi libri e curatore di molti eventi artistici, e da lungo tempo impegnato in politica, essendo stato deputato all’inizio degli anni Novanta con il Partito liberale e poi onorevole per quattro legislature in Forza Italia. Già vent’anni fa aveva ricoperto l’incarico di sottosegretario ai Beni culturali, tra il 2001 e il 2002. Sgarbi è inoltre scrittore, opinionista ed attualmente editorialista de “Il Giornale”, oltre che personaggio televisivo. Dal 2018 ricopre la carica di sindaco del comune di Sutri, nel viterbese, e dal 2022 è anche assessore alla Bellezza del comune di Viterbo.

L’intervista

In occasione della sua nomina a sottosegretario, Interris.it ha intervistato Vittorio Sgarbi.

Come si possono tenere insieme la politica e la cultura?

“Occorre sapere per governare, non esistono possibilità di avere funzioni operative senza conoscere l’ambito di competenza”.

Quali sono le priorità e gli obiettivi del Ministero della Cultura?

“Un obiettivo è sicuramente la difesa del paesaggio dalle pale eoliche e dai pannelli solari, ci sono i capannoni e le strade per poter piazzare gli impianti fotovoltaici. Dobbiamo recuperare lo spirito di quella che, voluta da Croce, cento anni fa è stata prima legge sulla tutela del paesaggio. La parola ‘conservazione’, mentre nella politica rappresenta il valore di una parte, per ciò che riguarda i beni culturali è un valore universalmente positivo. Preservare il passato per il futuro è un dovere”.

In quale altro ambito occorrerà operare?

“Nello stabilire un rapporto di intesa tra i diversi ambiti dello Stato, che è la coscienza del bene, e i privati, anche loro sono parte dello Stato e vanno assistiti. Basti pensare che il più importante museo di arte moderna in Italia, il Guggenheim a Venezia, è privato e americano. Ciò che caratterizza il rapporto tra un bene e un soggetto privato è la conservazione”.

Come la cultura può rivitalizzare quelle realtà del nostro Paese che sono più marginalizzate?

“Con attività come quelle che fanno associazioni quali I borghi più belli d’Italia. Occorre educare a un turismo che non sia solo di rapina e questo comunque vale per tutti, per le grandi città come per i piccoli borghi”.

Appena pochi mesi fa, a maggio, è stato approvato il Piano strategico per l’eliminazione delle barriere architettoniche in musei, biblioteche e archivi. Come rendere, in generale, i luoghi della cultura pienamente accessibili per tutti e tutte?

“E’ giusto che i luoghi della cultura siano accessibili. In merito alla questione delle barriere architettoniche, occorre capire come trovare, caso per caso, la soluzione al problema in un modo tale che non abbia un impatto sul monumento stesso. In riferimento ad altre situazioni, come nel caso di persone non vedenti o non udenti, si potrebbe puntare in un caso sulla tattilità e nell’altro sull’espressione tramite segni, per garantire loro l’accessibilità”.

Come incentivare i più giovani ad avvicinarsi alla cultura?

“La televisione invece di mostrare contenuti di un’insopportabile morbosità dovrebbe mostrare cultura.  Dentro il televisore, che pure ha la forma di un quadro, non ho mai visto quadri. Occorre invece divulgare le opere d’arte, comunicare il bene e il bello”

Cosa ne pensa delle recenti dimostrazioni da parte di alcuni giovani attivisti per il clima e per l’ambiente che, per protesta contro i combustibili fossili, hanno sporcato i vetri che proteggevano alcune opere d’arte e si sono incollati alle pareti?

“Queste manifestazioni, se non sono dannose per l’opera d’arte, dimostrano che i musei sono luoghi dove le cose accadono, che sono gli spazi ideali per azioni e gesti”.

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