“SFIDE”, il mondo della scuola si incontra per l’inclusione

“SFIDE” (© Camilla Cerea)

La scuola rappresenta un bene da difendere e sostenere con l’obiettivo di fornire la conoscenza e l’innovazione necessaria per plasmare futuri sostenibili e pacifici per le giovani generazioni che si stanno affacciando al futuro, ben saldi alla giustizia sociale, economica e ambientale.  Il ruolo preminente spetta quindi ad insegnanti ed educatori che devono essere adeguatamente supportati nella formazione di giovani in grado di saper essere e saper prendere decisioni fondamentali per il futuro di ogni Paese. Interris.it, in merito a questo tema e ai nuovi compiti della scuola da qui ai prossimi anni, ha intervistato il dott. Piero Magri, referente del festival “SFIDE – La scuola di tutti”, che avrà luogo a Milano dal 22 al 24 marzo.

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L’intervista

Dott. Magri, come nasce e che obiettivi ha la nuova edizione di “SFIDE – La scuola di tutti”?

“’SFIDE -La scuola di tutti” nasce sette anni fa, con l’idea di creare uno spazio e un tempo in cui, gli attori dei cambiamenti nella scuola, si potessero incontrare per formare un ambiente scolastico sempre più inclusivo, trainante e creatore di cultura. Questo evento, pertanto, si rivolge a tutti: dirigenti scolastici, docenti, genitori, studenti e associazioni. Noi crediamo che, una scuola più inclusiva e per tutti, sia il presupposto per creare anche una società migliore. Nell’edizione di quest’anno abbiamo individuato alcuni filoni, come ad esempio, l’educazione alla cittadinanza e alla sostenibilità, l’orientamento attraverso le storie, gli insegnamenti trasversali, i metodi per l’inclusione, i linguaggi e molto altro. L’idea è di proporre degli incontri e dei percorsi con diverse persone che possono aiutare i docenti, gli studenti e le famiglie nella creazione di una scuola più per tutti”.

L’inclusione e la formazione sono due aspetti fondamentali della scuola e dell’insegnamento. Che messaggio intende lanciare “SFIDE” in merito a questi temi?

“In riguardo al tema dell’inclusione avremo alcuni incontri molto interessanti. Dario Janes, il fondatore di ‘Erikson’, una casa editrice che, su questo tema e sull’attenzione a coloro che hanno dei bisogni educativi speciali, sono molto competenti. Oltre a ciò, si terrà l’incontro denominato ‘L’educazione inclusiva secondo i Disability Studies’, il quale prende avvio dall’obiettivo di parlare di una scuola veramente inclusiva e non soltanto integrativa. Dalla valutazione ai processi organizzativi, in modo di garantire alle alunne e agli alunni, una partecipazione attiva al processo di apprendimento, secondo le proprie potenzialità e possibilità. Questo elemento scardina l’attuale paradigma per allargarlo davvero e fornire un approccio inedito nei confronti della disabilità. Ci focalizzeremo poi sulla funzione della valutazione come pratica educativa, con Cristiano Corsini, un ricercatore dell’Università ‘Roma Tre’ e Davide Tamagni, un maestro elementare che, da dieci anni, applica la valutazione descrittiva. C’è poi il tema dell’orientamento interculturale dove, partendo da un documento del ministero dell’Istruzione in cui sono delineate le linee guida per le scuole. Ci chiederemo quali sono le pratiche e il linguaggio interculturale ad oggi utilizzato negli istituti scolastici, soprattutto quando si fa riferimento alle persone che hanno un certo background migratorio. Non dimentichiamo che, ai giorni nostri, molti studenti, sono nati in Italia ma provengono da altre culture oppure sono emigrati qui molto piccoli. L’altro incontro che trovo molto interessante è quello fatto in sinergia con la fondazione ‘Migrantes’, intitolato ‘Sulla porta del mondo’, con lo scrittore Luigi Dal Cin, ove si parla degli emigranti italiani e, di conseguenza, della nostra storia. Capire in che misura quanti italiani, ancora oggi, emigrano, ci aiuterebbe a capire anche il vissuto e i sogni degli immigrati oggi in Italia”.

Quali sono gli auspici di “SFIDE” per il futuro della scuola?

“Da genitore di tre figlie studentesse e da organizzatore, insieme ad altri, di ‘SFIDE’ auspico che, la scuola, possa essere sempre di più il cuore della comunità. Il luogo dove si costruisce o si creano le condizioni, per i nostri figli e quelli degli altri, per scoprire sé stessi ed edificare il loro futuro. In questo momento storico c’è una grossa criticità di comprensione e di comunicazione fra adulti e giovani nonché una crisi dell’idea di genitorialità. Il nostro desiderio quindi è che, la scuola, diventi un luogo di incontro per tutti coloro che si occupano della formazione delle generazioni future per far sì che possano mettere in campo tutto ciò che possono per il perseguimento di questo obiettivo”.

Christian Cabello: