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Le sfide che aspettano la Chiesa nel 2022

Famiglia, migrazioni, tutela della vita e dei bambini, colonizzazioni ideologiche, libertà religiosa, pace ed ambiente. Le sfide che aspettano la Chiesa universale e quella italiana nel 2022 riguardano tutti gli aspetti dell’ecologia umana integrale, snocciolati nel magistero di Papa Francesco con le encicliche e le esortazioni apostoliche Christus Vivit, Fratelli tutti e Laudato sì.

Dopo il rinvio di un anno a causa della pandemia, il decimo incontro mondiale delle famiglie, si terrà a Roma, dal 22 al 26 giugno 2022 ma sarà allo stesso tempo “diffuso” in tutte le diocesi del mondo. L’evento avrà per tema “L’amore familiare: vocazione e via di santità”, vivere dunque la famiglia come “chiesa domestica” ma non possono mancare le riflessioni sull’antropologia umana e il matrimonio assediati dal relativismo nichilista della nostra epoca, impostata solo sulla soddisfazione istantanea di ogni istinto.

Non può non legarsi alla famiglia la piaga delle denatalità su cui è tornato il Santo Padre nell’Angelus di Santo Stefano, esprimendo la sua preoccupazione per le culle vuote e l’inverno demografico che colpisce soprattutto l’Italia. Francesco esorta a passare da una cultura dell’Io a una del noi, la famiglia è infatti il primo laboratori di condivisione e di apertura agli altri e i figli sono motore di speranza e bene“Facciamo tutti il possibile – ha detto il Papa – per riprendere una coscienza, per vincere questo inverno demografico che va contro le nostre famiglie contro la nostra patria, anche contro il nostro futuro”.

La dittatura dell’Io, denunciata da Francesco, viene alimentata anche dalle spinte mortifere che sono tornate più forti che mai in questo periodo di pandemia. I cattolici italiani nel 2022 saranno chiamati a contrastare la legalizzazione del suicidio assistito e i due referendum radicali: quello per la depenalizzazione dell’omicidio del consenziente e quello per la legalizzazione della cannabis, qualora la Consulta considerasse ammissibili i due quesiti (la decisione arriverà nelle prossime settimane). La legalizzazione dell’Eutanasia attiva, ovvero la possibilità di terminare la propria vita anche per soggetti non affetti da malattie allo stato terminale, procede infatti sia in parlamento, con un disegno di legge all’esame delle Camere, sia per via referendaria. Qui non si tratterà solo di difendere il principio dell’indisponibilità della vita umana sostenuto dalla dottrina cattolica ma anche di contrastare la deriva mortifera che porta al completo abbandono terapeutico dei soggetti più fragili e anziani a cui sarà sempre concessa la scappatoia della “dolce morte” di Stato.

Sempre sul fronte bioetico non meno impegnativo sarà il campo del gender e delle colonizzazioni ideologiche nelle scuole. Il ddl Zan è finito su un binario morto perché anche molti parlamentari di sinistra si sono resi conto della portata ideologica di una legge che istituiva un’identità di genere completamente slegata dal sesso biologico (la cosiddetta self id) e che portava queste teorie nelle scuole tramite una controversa giornata di contrasto all’omotransfobia gestita da associazioni lgbt senza alcun contraddittorio. Non a caso il ddl è stato contrastato non solo dalla Chiesa italiana ma anche dalle femministe e persino da Arcilesbica. L’impegno per la strutturazione armoniosa delle personalità dei nostri giovani parte proprio dal riconoscimento della nostra realtà sessuata che non può prescindere dalla custodia del proprio corpo. Nella sfida educativa dei giovani rientra anche il tema della lotta alle dipendenze. La pandemia ha contribuito ad indebolire i legami sociali e sempre più ragazzi si sono rifugiati nell’uso bulimico di internet, dei videogiochi e della pornografia.

La difesa della vita passa anche per l’impegno per i profughi e i migranti che bussano alle porte dell’Europa e degli Stati Uniti ma anche per tutti qui rifugiati interni dei Paesi del terzo mondo colpiti da guerre e povertà endemica. La Chiesa italiana resterà in prima linea non solo nei corridoi umanitari che consentono viaggi e progetti di integrazione ma nella cooperazione internazionale tesa a garantire il diritto più importante ovvero quello a crescere e prosperare nelle propria terra natale. In questo ambito si inserisce la difesa delle comunità cristiane in Medio Oriente e nel resto del mondo. L’emigrazione di massa dei cristiani mette a rischio l’esistenza stessa del cristianesimo nelle terre che hanno visto la sua nascita. La componente cristiana è fondamentale per nazioni multietniche e multireligiose come Siria, Libano e Iraq. I cristiani sono un fattore di pacificazione e unità nel tessuto sociale di tutto il Medio Oriente. Non ci sarà mai stabilità in Europa senza la pace fuori dai nostri confini.

Infine la Chiesa e cattolici dovranno affrontare la sfida delle povertà e della ripresa economica. La cosiddetta transizione ecologica può e deve assumere i connotati di un’opportunità per la crescita, cogliendo tutti gli incentivi presenti per la riconversione dei vecchi sistemi di produzione. Per fare questo bisogna vigilare che il prezzo non sia invece pagato dai lavoratori e famiglie a cui vengono chiesti ulteriori sacrifici per consumi più green. La chiusura di importanti impianti e l’aumento delle tariffe sono segnali che preoccupano tutta la società italiana. La Chiesa dovrà ricordare ad esperti e amministratori pubblici che non esiste vera ecologia senza mettere al centro di qualsiasi progetto il benessere integrale dell’uomo.

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