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La sfida epocale che attende l’agricoltura

Interris.it, in occasione della discussione della legge sul biologico, ha intervistato il dottor Angelo Gentili di Legambiente

Coltivare la terra mediante l’agricoltura biologica significa utilizzare una tecnica di coltivazione che rispetta i cicli di vita naturali e dove l’ecosistema agricolo viene considerato un modello equilibrato per lo sviluppo delle coltivazioni e nello stesso tempo per la lotta ai cambiamenti climatici.

L’agricoltura biologica in Italia

Negli ultimi anni il settore dell’agricoltura biologica in Italia ha subito un processo di espansione e consolidamento raggiungendo la sesta posizione nella graduatoria mondiale del paese che producono biologico in rapporto alla superficie investita. L’approvazione della legge sull’agricoltura biologica potrebbe imprimere una svolta ulteriore al nostro sistema agricolo. Interris.it ha intervistato su questo tema il Dottor Angelo Gentili responsabile nazionale agricoltura di Legambiente e coordinatore del centro nazionale per l’Agroecologia della stessa.

acqua
immagine www.terraevita.edagricole.it

L’intervista

Quali sono i tratti salienti della legge sul biologico che in discussione in questi giorni alla Camera dei Deputati?

“La legge sul biologico rappresenta un evento strategico per tutta l’agricoltura italiana che aspettiamo da 13 anni e che occorre approvare al più presto per dare un segnale forte e chiaro per tutto il sistema agroalimentare italiano verso l’agroecologia. Questa legge prevede infatti  la valorizzazione e la realizzazione di un marchio del biologico made in Italy che  siamo i primi in Europa a mettere  in campo e caratterizzerebbe tutti i prodotti biologici italiani, istituisce i distretti del biologico – quindi delle aree geografiche che valorizzano i territori e le comunità locali per una produzione pulita che crei un legame forte tra agricoltori, cittadini e comunità -, da un impulso molto significativo alla ricerca ed all’innovazione  sul biologico e sull’agroecologia. Quindi diviene uno strumento strategico ed insostituibile per sostenere una produzione agricola   che evita l’utilizzo della chimica di sintesi e rispetta gli ecosistemi ed il capitale naturale. Prevede inoltre  un piano nazionale di azione sul biologico che  mette in cantiere la possibilità di realizzare una vera e propria pianificazione della crescita del biologico in Italia per poter puntare a  passare, come auspichiamo fortemente , dall’attuale 16% al 30% entro il 2027 ed al 40% della superficie agricola entro il 2030. Insomma, è una legge che ha tutti gli elementi per poter rendere il nostro paese – che già è molto all’avanguardia dal punto di vista del biologico – ancora più leader in Europa e soprattutto di rendere il made in Italy sia capace cogliere la sfida del Green Deal e della crisi climatica in corso, che più competitivo economicamente.

Quali sono i benefici dell’agricoltura biologica sulla tutela dell’ambiente?

“Sicuramente l’agricoltura biologica è molto in armonia con i sistemi naturali, in quanto non utilizza molecole di sintesi pericolose, rispetta la biodiversità, segue una filiera dal campo alla tavola che è molto attenta per quanto concerne sia la salute dell’ambiente che dei consumatori ed inoltre accresce la fertilità del suolo che è purtroppo attualmente in forte diminuzione. Insomma, è un’agricoltura che sicuramente si sposa di più sia con il Green Deal europeo che con le strategie Farm to Fork e biodiversità, le strategie europee che pongono come obbiettivo – entro il 2030 – di arrivare al 50% in meno di pesticidi, ad una superficie di biologico del 25%, una tutela maggiore della biodiversità e una riduzione dell’utilizzo di antibiotici per gli allevamenti nonché di fertilizzanti in maniera significativa. Quindi, questo tipo di agricoltura è in linea con l’agroecologia ed è quella che può diventare l’apripista – anche nei confronti dell’agricoltura convenzionale – un modello di riferimento per fare ricerca e sperimentazione nonché appunto diminuire l’utilizzo di molecole di sintesi e input negativi chimici ed energetici attualmente presenti in agricoltura ed accompagnare l’intero sistema agroalimentare verso la transizione ecologica”.

Qual è l’impegno di Legambiente su questo versante? Quali sono i vostri auspici per il futuro riguardo a questa materia?

“Noi ci stiamo impegnando molto affinché questa legge venga finalmente approvata, il dibattito che è in corso vada nella direzione migliore e ci sia anche un percorso positivo e nella direzione giusta all’interno del Parlamento. Lo dico chiaramente, in questi mesi ci sono stati una serie di attacchi nei confronti dell’agricoltura biodinamica, perché viene citata come un’agricoltura che non ha riferimenti scientifici e fa riferimento a pratiche stregonesche e magie. La cosa che posso dire con chiarezza a tal proposito è che il biodinamico fa’ da sempre parte del biologico e segue le regole previste da questa metodologia in primo luogo, inoltre, conosco molte aziende che applicano il metodo biodinamico e che accrescono fortemente la fertilità del suolo, producono in armonia con la natura e senza impatti sugli ecosistemi e stanno facendo un buon servizio per l’agricoltura e per l’ambiente.

La votazione dell’8 febbraio alla Camera, invece di dare l’approvazione definitiva al provvedimento, ha segnato una battuta di arresto del percorso legislativo della legge sul biologico, con l’approvazione di un emendamento che ha eliminato l’equiparazione dell’agricoltura biologica a quella biodinamica togliendo il termine biodinamico dal comma 3 dell’articolo 1.  A questo punto la nostra richiesta è che il testo venga approvato al più presto al Senato senza ulteriori modifiche ed indugi, ultimando in via definitiva l’iter parlamentare nelle prossime settimane. Siamo convinti infatti che la legge  rappresenterà un grande strumento per drenare risorse e finanziamenti verso l’agroecologia,  per salvaguardare gli ecosistemi nonché restituire all’agricoltura un ruolo forte di rapporto con l’ambiente e con la biodiversità  Questo è il nostro impegno e crediamo che rappresenti davvero  una sfida epocale  e di civiltà che aspettiamo da molto tempo ,  uno degli obiettivi principali per portare l’intero sistema agroalimentare verso l’agroecologia e soprattutto rispondere, non solo ai consumatori che chiedono sempre di più cibo sano, ma anche a tutti i produttori agricoli che si stanno già cimentando con l’agricoltura biologica. A tal proposito non dimentichiamo che i nostri numeri sono altissimi, abbiamo due milioni di ettari coltivati, oltre 3 miliardi di fatturato e 72 mila produttori, per cui siamo leader in Europa per il numero di imprese impiegate nel biologico. E dobbiamo favorirle senza aspettare altro tempo, perché oltre ai benefici ambientali indiscussi, fanno bene all’economia del paese ed al futuro della nostra Italia”.

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