L’emergenza coronavirus ha segnato profondamente la vita di tutti. Ha lasciato un segno indelebile in migliaia di famiglie italiane che hanno perso i loro cari. Quelli che hanno pagato il prezzo più alto sono gli anziani. Tanti, troppi nonni hanno perso la vita, molti invece sono rimasti soli nelle proprie abitazioni o nelle case di riposo poco liberi e troppo spesso dimenticati.
Un mondo di ricordi
Gli anziani e il loro mondo fatto di ricordi, un mondo alternativo nel quale si possono trovare dei veri tesori dal quale ha attinto Fabrizio Maria Cortese il regista salentino. Il regista nel suo secondo film “Free-Liberi” ha deciso di trattare una tematica sociale molto importante. Inclusione sociale, un tema impegnativo da portare sul grande schermo ma che con delicatezza ha saputo raccontare.
“La storia narra di una fuga. Ho immaginato degli anziani sognanti che riescono a realizzare il sogno di una vita e ho pensato ad una fuga. L’idea di scrivere questo soggetto è nata dall’incontro con una coppia di anzi signori. Da lì un viaggio nel loro mondo e il desiderio di portare sul grande schermo la loro storia”.
Attori professionisti e anziani delle case di riposo insieme sul grande schermo
“Free” è prodotto da Golden Hour Films e Rai Cinema, in associazione con Ismaele Film e con la collaborazione di Opera Don Guanella – Centro di riabilitazione Casa San Giuseppe. Nel cast si mescolano attori professionisti ed attori improvvisati prelevati da una casa di riposo”. Il giusto mix per aiutare a riflettere su quella che è stata definita “l’ingiusta rottamazione” della terza età confinata negli ospizi.
La trama di Free – Liberi
La storia è quella di cinque anziani ricoverati in una casa di riposo di Roma, annoiati dalla vita quotidiana e delusi per il distacco dea loro affetti più cari; perciò decidono di fuggire verso la Puglia per realizzare il sogno della loro vita. I protagonisti sono Rocco (Ivano Marescotti), trader fallito; suo fratello Luchino (Enzo Salvi), cuoco ossessivo compulsivo; Antonio (Babak Karimi), ex capitano di lungo corso; Erica (Corinne Clery), ex cantante cardiopatica e Mirna (Sandra Milo), arrivata in Italia dalla Serbia allo scoppio delle guerre jugoslave.
Innamorati dell’avventura che Mirna sta per intraprendere per ritrovare il pluriricercato Dragomir (Antonio Catania), suo vecchio amore creduto morto ma in realtà nascosto da anni a Racale, paese del Salento, i quattro si uniscono al viaggio, convinti che la loro vita cambierà in meglio una volta incontrato il potente criminale. Durante il loro viaggio in pullman alla volta del Salento, conoscono Paola (Shalana Santana), fidanzata del giovane Donato (Michele Venitucci), con cui condivide la passione romantica per i vecchi cinema di paese ormai in disuso. Guidato dall’amore di Mirna, il gruppo incontrerà Dragomir, scomparso dai radar della polizia di tutto il mondo da 30 anni.
L’importanza del raccontarli
“Gli anziani sono il vero patrimonio della umanità. È importante raccontarli bene fino alla fine. Noi grazie a loro siamo cresciuti e per me sono come dei bambini che vanno avanti con tanta energia e una sana incoscienza riuscendo a realizzare qualsiasi cosa. Parlo anche di mia madre che nonostante l età è ancora autonoma e fa mille cose. Io così li vedo, instancabili”
Perché “Liberi”?
“Liberi di vivere la propria vita costi quel che costi. Alla fine sognano e cercano di realizzare un sogno che può realizzarsi o meno. L’importante è provarci sempre in qualsiasi situazione anche con una riuscita negativa, loro c’hanno provato”.
Qual è l’insegnamento più grande?
“Il dono più grande è quello di riuscire a vivere una vita giusta nella serenità della gioia. I nostri nonni ci insegnano a circondarci di strumenti per vivere una vita vera e fondata sui valori”.
Passiamo al tuo ruolo di regista, il cinema sta ancora soffrendo molto?
“Il film esce il 29 ottobre, abbiamo voluto lanciare un segnale di coraggio e fiducia nonostante il cinema chiaramente sia ancora in profonda crisi. La gente ha paura di andare al cinema e di stare seduta in sala. Noi però ci proviamo. L’industria del cinema non si può fermare. L’energia e la voglia di ricominciare c’è e si vede”.