Senzatetto, una preoccupazione globale

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Se camminiamo per le nostre città senza farci troppo distrarre dalla nostra routine, possiamo notare che ci sono alcune persone che vivono nelle strade che attraversiamo ogni giorno. Purtroppo, in tutto il mondo ci sono persone senza fissa dimora e appartengono al gruppo dei più vulnerabili.

Perché si diventa senzatetto?

Le persone diventano senzatetto per una serie di motivi che includono fattori sociali come la carenza di alloggi a prezzi accessibili e la criminalità, ma anche per motivi di salute come malattie mentali o fisiche o in seguito alle tossicodipendenze. Inoltre, appartengono al gruppo persone che sono state recentemente rilasciate dal carcere e non hanno un posto dove andare o qualcuno che può dar loro assistenza mentre, per quanto riguarda le donne, spesso sono coloro che scappano da relazioni violente.

Quanti sono i senzatetto?

Sebbene non ci siano dati aggiornati in merito ai senzatetto in Italia, secondo l’ISTAT, nel 2014 coloro che vivevano in condizioni di estrema povertà e disagio e non avevano residenza permanente né fonte di reddito erano 50.724. Inoltre, l’85,7% di essi erano uomini, quattro su dieci italiani e “cronici”, ovvero coloro che vivono in tali condizioni da almeno un anno. Oltre la metà erano immigrati, in media, di 44 anni e vivevano nel nord del Paese. Le donne rappresentavano il 14% del totale e la causa principale della loro condizione era dovuta dalla mancanza di rapporti con le loro famiglie. La questione riguarda anche i Paesi che sono particolarmente in difficoltà: come affermato in questa analisi, la situazione è particolarmente drammatica in Africa in quanto:

  • nel 2016 in Ghana 5,5 milioni di persone vivevano nelle baraccopoli;
  • nel 2018, a Monrovia, due terzi della popolazione viveva nelle comunità dei bassifondi;
  • nel 2017, la causa principale dei senzatetto in Sud Africa è stata la carenza di alloggi;
  • nel 2019, oltre il 66% della popolazione in Uganda non aveva un alloggio appropriato.

Gli effetti del COVID-19

La diffusione del COVID-19 ha costretto tutti i Governi ad adottare misure restrittive, stravolgendo le vite della popolazione globale. La maggior parte di noi si trova in isolamento nelle proprie case, ma ci siamo chiesti come i senzatetto stanno affrontando questa situazione? Il numero dei senzatetto è in aumento e, ora più che mai, stanno diventando visibili poiché le città non sono più sovraffollate, come lo erano prima della pandemia, a causa delle restrizioni. Sempre più persone si trovano in circostanze vulnerabili, soprattutto a causa della crisi economica: molti hanno perso il lavoro e non possono permettersi una fissa dimora. Le strutture di accoglienza non hanno spazio a sufficienza per ospitare tutti coloro che lo necessitano e, di conseguenza, aumenta il numero delle persone che vive nelle strade. Questa situazione è un problema sia sociale che sanitario, soprattutto perché i senzatetto sono tra le categorie più a rischio di contrarre il virus in quanto molti di loro sono già affetti da problemi di salute preesistenti.

Durante la pandemia, le richieste di aiuto alla Croce Rossa Italiana sono aumentate circa del 6% e, la maggior parte delle persone, si rivolge all’associazione richiedendo cibo, vestiti, mascherine e disinfettante per le mani. A Padova, l’organizzazione sta aiutando coloro che si trovano in difficoltà con il progetto “Emergenza Freddo” che mira ad aiutare le persone senza fissa dimora fornendo loro assistenza, informazione e accesso alle strutture sanitarie del territorio. 

Obiettivo dell’UE: porre fine al fenomeno dei senzatetto entro il 2030

Il Parlamento mira a porre fine al fenomeno dei senzatetto entro il 2030 adottando una risoluzione approvata il 24 novembre 2020. Quest’ultima promuove l’adozione di un sistema di politiche a livello europeo e sollecita i paesi membri dell’Unione a depenalizzare i senzatetto, fornendo loro accesso ai servizi pubblici e incoraggiando la raccolta di fondi da investire per affrontare la questione. La risoluzione ha lo scopo di aiutare i senzatetto nell’inserimento nel mondo del lavoro, garantire l’accesso ai centri di assistenza per coloro che si trovano nelle situazioni più delicate e migliorare la raccolta dei dati per valutare al meglio la complessità del problema.

La situazione globale che stiamo vivendo sta colpendo maggiormente coloro che già vivevano in condizioni particolarmente difficili. Possiamo fornire un’assistenza concreta ai senzatetto informandoci in merito alle organizzazioni umanitarie che operano nelle nostre zone e donando loro ciò di cui le persone più vulnerabili necessitano. Le persone senza fissa dimora non devono essere dimenticate, specialmente in un periodo di pandemia nel quale la salute delle persone è estremamente a rischio.

Beatrice Koci, tirocinante della Cooperativa Volunteer in the World

 

Beatrice Koci: