Liliana Segre, il valore universale di una testimonianza

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La lezione di Liliana Segre. “L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte. Succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo“, afferma la senatrice a vita. Liliana Segre è sopravvissuta all’Olocausto durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1943, all’età di 13 anni, è stata deportata nei campi di concentramento di Auschwitz e Bergen-Belsen.“Nel 1944, quando fummo deportati a Birkenau, ero una ragazza di quattordici anni, stupita dall’orrore e dalla cattiveria. Sprofondata nella solitudine, nel freddo e nella fame. Non capivo neanche dove mi avessero portato. Nessuno allora sapeva di Auschwitz.”

Coltivare la memoria

“Ho accettato la presidenza della commissione per l’unanimità“, arrivata alla fine “dopo contrasti vari”. Per questo Liliana Segre ha deciso di rimettersi in gioco. Guidando la Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. “Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare“, insegna Liliana Segre. “Ho la paura della perdita della democrazia, perché io so cos’è la non democrazia. La democrazia si perde pian piano. Nell’indifferenza generale. Perché fa comodo non schierarsi”, è la sua testimonianza di impegno civile.

Stop all’antisemitismo

“Per la commissione contro l’odio, l’antisemitismo, il razzismo sono stata votata all’unanimità alla fine, dopo vari contrasti”, ha spiegato Liliana Segre durante un convegno sull’antisemitismo che si è svolto al Memoriale della Shoah. Con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “E’ molto importante, anche in questa legislatura, la riapertura della commissione e quell’unanimità che avevo sperato e ottenuto – ha aggiunto -. Per cui nella commissione ho molta fiducia. Tutti i capigruppo e le persone che hanno partecipato hanno capito fino in fondo lo spirto di questa commissione, che è soprattutto contro l’incitazione all’odio“. Il suo auspicio per l’avvenire si unisce ad una valutazione realistica del presente. “La mia speranza è che un giorno possano nascere gli Stati Uniti d’Europa. Ora appare un’utopia, lo abbiamo visto sulla questione dei migranti, in cui ogni Stato ha dato spazio al suo egoismo nazionale”.

La lezione di Liliana Segre

“Io sono profondamente pessimista sul futuro“, è tornata a ripetere Segre che di sé dice “sono ebrea, vecchia, donna, raccolgo tutto, sono un soggetto adatto per essere odiato“. E  temo quando sulla Shoah “ci sarà solo una riga su un libro di storia”. E “nonostante il mio pessimismo, ho voluto tentare con questa commissione, che ha come prima parola l’incitazione all’odio. Perché io l’odio l’ho provato e non l’ho mai trasmesso“. Tanto che “non ho mai usato la parola odio nelle mie testimonianze”. E avverte: “Se si ammettono le parole dell’odio nel contesto pubblico, se si accoglie lo hate speech nella ritualità del quotidiano, si legittimano rapporti imbarbariti. Io l’odio l’ho visto. L’ho sofferto. E so dove può portare. Per questo vado a parlare con gli studenti. Gli racconto un passato figlio dell’odio e del rancore disumano e loro mi ascoltano con un’attenzione di cui non smetto di essergli grata”.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo intervento nella ricorrenza del 78° anniversario della Liberazione. Foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica

Mai più l’orrore

Proprio per i meriti nel comunicare la sua testimonianza e raccontare l’orrore dell’Olocausto, il 19 gennaio 2018, a 80 anni dalle leggi razziali fasciste, il presidente Sergio Mattarella l’ha nominata senatrice a vita“. Per aver illustrato la Patria con altissimi meriti in campo sociale”. La sua voce contro l’orrore: “Temo di vivere abbastanza per vedere cose che pensavo la Storia avesse definitivamente bocciato, invece erano solo sopite. Non mandate i figli in gita ai campi di sterminio. Lì si va in pellegrinaggio. Sono posti da visitare con gli occhi bassi, meglio in inverno con vestiti leggeri. Senza mangiare il giorno prima, avendo fame per qualche ora.”

Giacomo Galeazzi: