Se qualcuno vuole introdurre il pensiero unico

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La prima constatazione di un cittadino e di un lettore sarebbe che, con tutte le urgenze che come Paese stiamo affrontando, in questo tempo di faticosa ripresa post Covid19, segnato da incertezze e difficoltà economiche e sociali, che probabilmente si aggraveranno nei prossimi mesi, non si comprende proprio la fretta con cui il Parlamento si prepara a esaminare la proposta di legge Zan- Scalfarotto&Boldrini&Cirinnà. Una Pdl che intende modificare due articoli del codice penale (604-bis e 604-ter), per sanzionare reati di omotransfobia come discriminazioni, violenze o provocazione alla violenza dettate da motivi di orientamento sessuale e identità di genere.

I Vescovi italiani, nel comunicato dello scorso 10 giugno, hanno espresso un giudizio di forte critica nei confronti della Pdl e hanno ricordato che nel nostro ordinamento “esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio” L’articolo 604-bis del codice penale afferma che è punito «con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

I Vescovi paventano inoltre l’introduzione di un vero e proprio reato di opinione: “Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso”. Secondo Religiosi e Laici non solo d’ispirazione cattolica, la legge è ambigua e pericolosa perché, con l’intento di sanzionare atti discriminatori verso soggetti che liberamente praticano scelte di vita e di orientamento sessuale, tende a privilegiare e a tutelare una certa visione della sessualità, che considera possibile e normale la dissociazione tra il sesso (maschile o femminile) e l’orientamento di genere che ognuno può assumere, in base alla percezione soggettiva di sé, non poche volte indotta e favorita dal vissuto personale, dall’ambiente sociale e culturale, o da una sottile e pervasiva ideologia che pensa la libertà come pura e continua “invenzione” e “sperimentazione” di sé.

L’obiettivo della Pdl è addirittura diffondere, soprattutto nelle scuole, questa visione che tende a essere dolcemente imposta come pensiero unico, a cui tutti devono sottostare; ci sono già esempi di prassi che tendono a utilizzare in questo senso l’educazione sessuale nelle scuole o interventi sui temi dell’omofobia e omotransfobia, spesso affidati, in modo esclusivo, a esponenti del mondo e delle associazioni LGBT e a tale riguardo è previsto un budget di 4 milioni di euro da spendere per diffondere questa teoria nelle scuole. Papa Francesco (3 Ottobre 2016) cosi si e’ espresso sulla Teoria del gender: “E’ il grande nemico del matrimonio. Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio. Oggi ci sono – ma non si distrugge con le armi – colonizzazioni ideologiche. Pertanto, difendersi dalle colonizzazioni ideologiche e, se ci sono problemi, fare la pace il prima possibile”.

A mio avviso e di qualificati Esperti di diritto, si tratta di una proposta di legge iniqua che uccide lo Stato di diritto. Con una maggioranza politica di Governo che chiede addirittura l’estensione dello Stato di emergenza. Il che sarebbe una decisione incostituzionale come ha spiegato il noto costituzionalista Prof. Sabino Cassese che “i poteri speciali servono per fronteggiare un’emergenza in corso, non per prevenirne una ipotetica. Il Governo ha tutti gli strumenti per prevenire i pericoli futuri e può chiedere, se serve, misure straordinarie al Parlamento”.

Giuseppe Conte, così operando, ci sembra che non agisca né in nome, né per conto del popolo italiano. Pensiamo, pertanto a proposito di questa Pdl, che sarebbe urgente un movimento di pensiero che faccia riprendere l’Antropologia Cristiana da anteporre ad altre antropologie ideologiche che sono contro la persona e la sua dignità, contro la famiglia naturale e che emergono nella Pdl sulla Transomofobia di Zan – Scalfarotto. “Noi tutti siamo figli di un uomo e di una donna”. Ci possono essere soggetti che vivono una fatica, a volte temporanea, nel riconoscimento della propria identità sessuale, che avvertono una sorta di frattura tra ciò che sono, dal punto di vista del sesso (maschile o femminile), e ciò che sentono.

Resta comunque un dato di realtà da cui non si può prescindere, come se noi potessimo assumere qualsiasi forma di vita e di affettività. Inoltre le forme di fecondazione in coppie dello stesso sesso introducono sempre figure doppie e artificiali, giungendo a configurare una paternità e una maternità giuridica, accanto a quella biologica, o addirittura a ridurre il grembo di una donna a “contenitore” di un figlio destinato a essere dato ad altre persone, che a volte, non hanno nessun legame genetico con il neo-nato: un figlio venduto, ridotto a oggetto, con caratteristiche scelte in cataloghi offerti da sollecite agenzie, in un “business” squallido e disumano, che lede la dignità del nascituro e della donna gestante!

Se richiamiamo il Magistero dei Pontefici così si sono espressi: San Giovanni Paolo II «una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo»; Benedetto XVI «si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie», e infine Papa Francesco, che abbiamo già richiamato con riferimento alle tematiche del “gender”, ha ulteriormente precisato più volte il rischio di «una colonizzazione ideologica» e di «un pensiero unico» che tende ad affermarsi, schiacciando culture e tradizioni di popoli e di nazioni.

Troppo grave è il rischio che surrettiziamente si introduca un reato di opinione e che venga meno un libero e critico confronto di idee e di concezioni dell’umano. Penso che queste argomentazioni siano sufficienti per convincere un Cattolico e un Laico che non vogliano solo continuare a restare in poltrona ad ascoltare le notizie in TV, ma finalmente preoccuparsi di esprimere pubblicamente la loro contrarietà ad un cambiamento così radicale e contrario all’antropologia umana e cristiana del ddl Zan- Scalfarotto&Boldrini&Cirinnà che finirebbe per ledere il diritto delle famiglie, delle associazioni, delle comunità religiose, a esprimere con libertà il proprio pensiero e a offrire indicazioni etiche ai propri membri.

Antonino Giannone: