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Sciubba (OFS): “L’importanza di essere portatori di pace”

Pace e disarmo, in questo momento storico fortemente segnato dall’emergere di guerre e conflittualità sociali sempre più accese tra i popoli, rappresentano un obiettivo che, ognuno di noi, deve sforzarsi di conseguire. A tal proposito, sulla base dell’esempio di dialogo e fraternità posto in essere da San Francesco, l’Ordine Francescano Secolare, sta attuando diverse iniziative per favorire la pacificazione. Interris.it, in merito a questo tema, ha intervistato Silvia Sciubba, membro della Fraternità OFS Santa Francesca Romana all’Ardeatino a Roma e componente del tavolo di lavoro OFS Lazio “La Pace e il disarmo nucleare”.

Basilica di San Francesco ad Assisi – Foto di Sebastiano Iervolino da Pixabay

L’intervista

Dott.ssa Sciubba, il Santo Padre, più volte, in questo momento di tensione internazionale, ci ha invitato a “fare ponti di pace”. Come si connotata l’impegno di OFS in questo senso?

“I Francescani Secolari sono portatori di pace. Essi ricercano, attraverso il dialogo, l’unità e le fraterne intese. Quindi, l’essere fratelli e sorelle alimentati dalla vita evangelica e dalla testimonianza San Francesco. Noi, in qualità di OFS del Lazio, abbiamo fondato, nel novembre de 2021, il consiglio regionale dell’ordine francescano secolare del Lazio abbiamo promosso un tavolo di lavoro sulla pace e il disarmo e la conversione nucleare. Facciamo tutto ciò in collaborazione con il comitato di Civiltà dell’Amore, il cui presidente è l’ing. Giuseppe Rotunno. Le sette persone facenti parte del tavolo di lavoro sono professe dell’Ordine Francescano Secolare. È importante ribadire ciò perché, essere portatore di pace, non è soltanto una nobile intenzione e azione che noi cerchiamo di portare nel mondo a livello locale, nazionale e internazionale, ma rappresenta qualcosa di fortemente radicato nella nostra identità”.

La Regola e le Costituzioni dei Francescani Secolari sottolineano un forte impegno in favore della pace..

“Si, il punto 19 della Regola dell’Ordine Francescano Secolare recita proprio ‘quali portatori di pace e memori che essa va costruita continuamente, ricerchino le vie dell’unità e delle fraterne intese, attraverso il dialogo, fiduciosi nella presenza del germe divino che nell’uomo e nella potenza trasformatrice dell’amore e del perdono’. C’è poi l’articolo 23 delle Costituzioni, il quale da forma a quanto viene detto nella Regola e recita l’iniziativa che, i Francescani secolari, sono tenuti a intraprendere: ‘la pace è opera della giustizia, frutto della riconciliazione e dell’amore fraterno. I francescani secolari sono chiamati ad essere portatori di pace nelle loro famiglie e nella società, pertanto curino la proposta, la diffusione di idee e di atteggiamenti pacifici. Sviluppino iniziative proprie e collaborino, singolarmente e come fraternità, alle iniziative del Papa, delle Chiese particolari e della famiglia francescana. Collaborino con i movimenti e le istituzioni che promuovono la pace nel rispetto dei suoi fondamenti autentici’. Tutto questo, quindi, è nel nostro Dna. Rispetto al mandato evangelico della verità, vogliamo smascherare l’accettabilità della guerra e delle devastazioni da esse provocate, evidenziando l’irrinunciabilità al dialogo e dell’intesa, frutto della buona volontà delle parti in conflitto, la quale deve scaturire dal rispetto del pianeta, che è uno solo”.

Foto di Enrico Tavian su Unsplash

Cosa significa concretamente operare per la pace?

“Operare a favore della pace significa salvaguardare la vita e tutto ciò che ci circonda. Papa Francesco, con le encicliche Laudato Si e Fratelli tutti, ha lanciato un messaggio importante che arriva dritto al cuore, insieme a quello di Giovanni XXIII nella Pacem In Terris e degli altri pontefici che, nel corso della storia, si sono succeduti. La nostra visione di pace è intesa come fratellanza tra i popoli e custodia del Creato, in una visione che comprende l’uomo e l’ambiente in cui vive. A tal proposito il disarmo ha una valenza importantissima: occorre gettare le armi e usare il dialogo e l’inclusione per costruire la fraternità e lo sviluppo umano, attraverso una conversione di pace delle stesse. Le armi nucleari, se trasformate in strumenti di pace, possono aiutare le persone ad avere a disposizione una fonte di energia. Ciò è stato dimostrato da diversi accordi nonché trattati internazionali e dalle diverse iniziative di disarmo tra Stati Uniti e Russia”.

Come si connotano le azioni del vostro tavolo di lavoro in tal senso?

“A partire dal 2021, abbiamo organizzato ad Assisi e non solo, una serie di incontri di cui, l’ultimo, ha avuto luogo lo scorso anno ad aprile e ha visto, in un momento molto delicato in cui era già scoppiata la guerra in Ucraina, frangente di dialogo tra scienziati russi e americani ed esponenti di diverse religioni. L’obiettivo è il recupero delle iniziative di pace nel mondo, le quali possono sussistere solamente se vengono portate avanti in un momento storico complicato come quello attuale in cui sono in corso due guerre e molti altri conflitti nel mondo. Occorre credere nell’ opportunità di costruire ponti. In tal senso, ciò che poniamo in essere, è l’organizzazione di una serie di incontri nazionali, mettendo insieme secolari, eminenze del mondo ecclesiastico, associazioni ed esponenti di altre religioni”.

Che valenza ha, per voi, il dialogo interreligioso?

“Il dialogo interreligioso è molto importante è lo abbiamo sempre promosso, anche nella città di Assisi, dove hanno luogo molti dei nostri tavoli. Questa città rappresenta il faro del dialogo tra religioni e del messaggio di pace che appartiene a San Francesco. Quest’ultimo, otto secoli fa, ha incontrato il sultano ed ha rappresentato il simbolo del dialogo, laddove sembrerebbe impossibile. Inoltre, sempre ad Assisi, il prossimo agosto, in occasione dell’anniversario di Hiroshima, daremo dei messaggi forti con l’intento di dire basta alla minaccia delle armi nucleari e porre l’attenzione sull’utilizzo pacifico delle stesse, che possono essere convertite in energia per tutti. A tal proposito, il progetto ‘Megatons to Megawatt’ è una testimonianza reale che c’è stata fino a qualche anno fa”.

Papa Francesco ci chiede di essere “apostoli della riconciliazione e del perdono”. Come possiamo dare seguito a questo nella nostra vita quotidiana?

Foto di Ashwin Vaswani su Unsplash

“Per giungere a questo obiettivo c’è un’opera da compiere che appartiene a ciascun cristiano. Una chiamata alla preghiera quotidiana e un invito a seguire l’esempio della vita evangelica. A ciò deve seguire un’opera pubblica che, ciascuno di noi, nel mondo laico, vive con i fratelli e nella società. C’è poi il versante internazionale che, come Fraternità, portiamo avanti attraverso il Consiglio mondiale dell’Ordine dei Francescani Secolari. Abbiamo avuto l’onore di avere con noi la vicepresidente del Consiglio Mondiale dell’OFS, la quale ha animato il dibattito, ricordando l’importanza del dialogo con chi è diverso e distante da noi nonché di costruire ponti di pace quotidianamente, sia nelle famiglie che nella società. L’OFS ci permette di diffondere, ad ogni livello, il messaggio di pace che appartiene a ciascun cristiano. La pace quindi, per noi, non è una scelta, in quanto appartiene a Cristo e, di conseguenza, essendo cristiani, appartiene a noi. A tal proposito è vergognoso che, buona parte delle testate nucleari, siano collocate in Paesi a maggioranza cristiana. Vogliamo quindi sensibilizzare in merito al disarmo, come via di fraternità che riflette una conversione del cuore. La pace è possibile insieme ad un nucleare buono, occorre però informare le persone”.

Christian Cabello

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