Scienza solidale, la lezione in pandemia del Nobel Marie Curie e del pioniere anti-Sars Carlo Urbani

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La scienza al servizio del bene comune. Figure come quelle di Marie Curie e Carlo Urbani che, soprattutto in pandemia, richiamano l’attenzione sul valore solidale della conoscenza. In particolare il sacrificio del medico (al quale è intitolato l’ospedale di Jesi, in provincia di Ancona) ha fermato la Sars, lasciando in eredità un metodo anti-pandemie utile anche contro il Covid-19. La memoria di Carlo Urbani, infettivologo di fama internazionale, morto in Thailandia nel 2003, è stata onorata in occasione della Giornata dei giusti dell’umanità. Il nome del camice bianco è stato iscritto nel Giardino dei Giusti del Monte Stella di Milano dal Comitato dei garanti dell’associazione, composta da Comune, Unione delle comunità ebraiche italiane e Comitato foresta dei giusti-Gariwo.

Forum

Nove anni fa la riflessione sulla scienza come bene comune divenne un forum di idee. “Chi decide della scienza quando la scienza riguarda tutti?”. La provocazione di Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti Genetici, venne lanciata via web a decine di ricercatori, giuristi, filosofi, economisti. Da Gustavo Zagrebelsky a Nadia Urbinati. Da Emanuele Severino a Marcello Cini e padre Bartolomeo Sorge, più di trenta intellettuali italiani si sono incontrati e “scontrati” ogni settimana. Per oltre un anno. Sulle pagine web di scienceanddemocracy.org. Ne è nato un confronto ricco e interdisciplinare sul rapporto tra scienza e democrazia. Sul concetto di conoscenza come bene comune: un’agorà virtuale più che mai attuale in tempo di pandemia.

Scienza oltre la tragedia

Marie Curie è una donna povera e bella. Figlia di una nazione oppressa. Una vocazione potente la costringe a lasciare la sua patria, la Polonia. Per andare a studiare a Parigi. Dove vive per lunghi anni in solitudine e difficoltà. Poi, incontra un uomo: è un genio come lei, lo sposa e la loro felicità è unica. Insieme, attraverso uno sforzo accanito, riescono a isolare un elemento “magico”, il radio. La loro scoperta non solo dà origine a una nuova scienza e a una nuova filosofia. Ma offre all’umanità il modo di guarire una malattia terribile. Però all’apice della gloria la tragedia colpisce Marie. La morte le porta via il compagno della sua vita. Con la disperazione nel cuore e il fisico minato da diversi mali, porta avanti da sola l’opera intrapresa col marito. E imprime un decisivo sviluppo alla scienza creata in collaborazione con lui.

Prima scienziata premiata

Marie Skłodowska Curie (1867-1934), prima donna di scienza a ricevere riconoscimento mondiale, è stata una dei più grandi scienziati del XX secolo. Sua figlia Ève ha raccontato la sua straordinaria vita tra scienza e solidarietà. Una  biografi, basata su esclusivi documenti di famiglia. Con il racconto dei leggendari risultati di Marie Curie nella fisica e nella chimica. Premiati con due Nobel (nel 1904, con il marito, e nel 1911). Ma anche la sua storia privata e personale che solo chi visse al suo fianco poteva svelare.

Vincenzo Varagona e il libro dedicato a Carlo Urbani

Per la salute pubblica

Carlo Urbani, medico italiano dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è morto a causa di Sars (Sindrome respiratoria acuta grave). Ha lavorato in programmi di salute pubblica in Cambogia, Laos e Vietnam. La sua sede di lavoro era ad Hanoi, in Vietnam. Il male che combatteva lo ha ucciso a 46 anni. Carlo Urbani era stato il primo medico dell’Oms ad avere identificato il primo focolaio di questa nuova malattia. In un uomo d’affari americano che era stato ricoverato all’ospedale di Hanoi. La sua segnalazione precoce della Sars, ha messo in allarme il sistema di sorveglianza globale. E grazie a lui è stato possibile identificare molti nuovi casi. E isolarli prima che il personale sanitario ospedaliero venisse contagiato. Ad Hanoi, il focolaio di Sars è stato così messo sotto controllo.

Eroismo quotidiano

Carlo Urbani era un essere umano meraviglioso e siamo tutti costernati”, ha detto Pascale Brudon, il portavoce dell’Oms in Vietnam. “Era soprattutto un medico. Il suo primo obiettivo era quello di aiutare le persone. Carlo Urbani è stato il primo ad accorgersi che c’era qualcosa di molto strano. Mentre in ospedale le persone diventavano sempre più preoccupate, lui era là ogni giorno. Raccogliendo campioni. Parlando con il personale dello staff. E rafforzando le procedure di controllo dell’infezione”. Carlo Urbani era sposato e padre di 3 figli. Si era laureato in medicina all’università di Ancona. E aveva compiuto gli studi di specializzazione a Messina. Lavorando sulla malaria. E sulla parassitologia medica. Era un esperto di malattie dovute a parassiti nei bambini in età scolare. E’ stato anche presidente di Medici Senza Frontiere-Italia.

Giacomo Galeazzi: