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Scienza e tecnologia al femminile. La ricerca nell’altra metà del cielo

L'uguaglianza di genere, anche nella scienza, è cruciale per perseguire gli obiettivi dell'Agenda 2030, in particolare quelli che riguardano la salute e il benessere, l'energia pulita e accessibile

La pandemia ha mostrato al mondo quanto sia indispensabile la ricerca scientifica. Ed è in pandemia che si registra un boom di studentesse nelle facoltà scientifiche. Il 54% delle adolescenti si orientano verso le materie tecnologiche. Il rapporto di Save the Children documenta il record di ragazze che si appassionano alla salvaguardia della salute delle persone e del pianeta.pandemia

Scienza in pandemia

“L’accesso delle bambine e delle ragazze a materie scientifiche e tecnologiche è fondamentale oggi per far progredire la nostra società. L’uguaglianza di genere, anche nella scienza, è cruciale per perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030. In particolare quelli che riguardano la salute e il benessere. L’energia pulita e accessibile. Il consumo e produzione responsabili. La lotta alla crisi climatica”, afferma Raffaela Milano (Save the Children). Il rapporto tra ragazze e mondo della scienza e della tecnologia è stato approfondito in una diretta sul canale Instagram di Save the Children. Alla quale hanno partecipato Antonella Inverno, responsabile politiche Infanzia e adolescenza dell’organizzazione umanitaria. Roberta Villa giornalista e direttrice del sito web Uppa. Donata Columbro data journalist. A moderare l’evento è stata l’attrice e testimonial di Save the Children, Caterina Guzzanti.

Sulle orme delle ricercatrici

Sempre più bambine e ragazze sono intenzionate a seguire le orme delle ricercatrici che hanno scoperto i vaccini anti-Covid. E di quelle che studiano fonti energetiche sostenibili. Nel 2021, in Italia le immatricolazioni universitarie registrano un aumento delle donne iscritte alle facoltà Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). Secondo il report di Save the Children le materie scientifiche e tecnologiche a scuola appassionano e incuriosiscono il 54% delle adolescenti. Ma continuano ad essere percepite come poco adatte a loro. L’Italia si attesta al 22% delle ragazze che scelgono corsi scientifici sul totale delle iscritte. Pur registrando un aumento in particolare per le immatricolazioni in informatica e tecnologie Ict (+15,74%). Le materie scientifiche continuano ad essere percepite dalle ragazze come ”poco adatte” a loro. Sebbene appassionino e incuriosiscano il 54% delle adolescenti a scuola. In base all’ultima ricerca realizzata da Ipsos per Save the Children.

Oltre gli stereotipi

Tutti e tutte possono fare il lavoro che sognano e solo studiando le scienze si può salvaguardare la salute delle persone e del pianeta. A testimoniarlo sono alcune ragazze di uno dei ”Punti Luce” di Save the Children che si confrontano sulle materie scientifiche e tecnologiche in un video diffuso dall’organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini e garantire loro un futuro. “Cresce tra le bambine e le ragazze, in Italia e nel mondo, la consapevolezza del loro valore e del contributo che possono dare in ambito scientifico. L’acquisizione di una piena ‘cittadinanza scientifica’ è considerata oggi da molte come un diritto fondamentale per rispondere alle sfide ambientali e della salute. Tuttavia il divario di genere è molto presente e si radica, sin dai primi cicli di istruzione, negli stereotipi, ancora oggi diffusi. Che vorrebbero le ragazze poco portate verso le materie scientifiche. E che bloccano sul nascere i loro talenti”, puntualizza Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.pandemia

Investimenti necessari

“Gli investimenti del Piano nazionale ripresa e resilienza rappresentano una occasione unica per fare un deciso cambio di marcia. L’occasione per sostenere e far fiorire i talenti scientifici delle ragazze che vivono in Italia- prosegue Raffaela Milano-. Servono interventi mirati, quali piani formativi e doti educative, per promuovere tra le bambine e le ragazze. A partire da quelle che vivono nei contesti più svantaggiati. Oltre all’acquisizione di fiducia nelle proprie capacità in tutti i settori. Nella matematica. Le scienze. L’ingegneria. E le tecnologie digitali. Solo così sarà possibile ribaltare il paradigma che di fatto rappresenta il mondo scientifico come appannaggio solo degli uomini“.pandemia

Sfide post-pandemia

Save the Children sottolinea come occorra incentivare la partecipazione delle ragazze al mondo scientifico. Perché sarà il primo passo per riconoscere il ruolo delle donne e delle ragazze nella scienza. Non solo come beneficiarie. Ma anche come agenti di cambiamento per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030. Di questo sono ben consapevoli anche le ragazze in Italia. Che, infatti, pensano di poter dare un contributo anche alle sfide più importanti che la scienza si troverà a dover affrontare nei prossimi 10 anni. Quando, si spera, la pandemia causata dalla diffusione del Covid-19 sarà un lontano ricordo. Tra le tre principali sfide, la prima è quella dell’invecchiamento della popolazione (lo pensa il 34% delle adolescenti). Seguita dalla produzione di energia sostenibile (31%). E infine la diminuzione delle emissioni inquinanti dei mezzi di trasporto (27%).

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