“Non dobbiamo implorare il Cielo di campare qualche anno in più, ma chiedere di aiutarci a comprendere come vivere la vita di ogni giorno anche nella difficoltà, con lo sguardo rivolto all’eternità. Se questo avviene cambia l’orizzonte”. A parlare è Saverio Gaeta, giornalista e scrittore. Interris.it lo ha intervistato.
Da Genova a Firenze, da Milano a Napoli (Torre del Greco), la Chiesa ha chiesto l’intercessione della Vergine Maria affinché ci liberi dalla malattia. Che fotografia emerge dell’Italia?
“Dobbiamo comprendere che il ricorso alla protezione celeste dovrebbe essere qualcosa di più costante nella vita della nostra fede. Ovviamente, in questi momenti, sentiamo molto di più il bisogno di un aiuto sovrannaturale, proprio perché i fatti della vita ci portano a pensare al nostro destino eterno. Dobbiamo anche dire che la protezione di Maria, l’Italia l’ha chiesta ufficialmente e formalmente 60 anni fa, il 13 settembre 1959, con un atto ufficiale dei vescovi italiani che, a Catania, a conclusione del congresso eucaristico nazionale, hanno implorato la Vergine, consacrando l’Italia al Cuore Immacolato di Maria. Questa purtroppo è una notizia che pochi conoscono, perché non se ne parla. Abbiamo chiesto 60 anni fa la protezione di Maria, e oggi sarebbe opportuno rinnovarlo con quella fede. La fotografia della Chiesa che oggi chiede la protezione di Maria è il ricorso in un momento di fatica, certamente il Cielo accoglie, gradisce e apprezza. Per noi rappresenta una sfida a non vivere soltanto il momento della fatica e del pericolo, il frangente in cui chiediamo l’aiuto del Cielo, ma invocarlo in tutti i giorni della vita, e quindi, imparare oggi ad apprezzare questo sentimento che sta nascendo in tantissime persone. Questi riti non devono solo essere qualcosa di momentaneo, di istintivo, ma sono felice quando le parrocchie, le famiglie, le diocesi, agiscono in questo modo perché riconoscono che l’aiuto del Cielo deve essere chiesto”.
Da almeno due settimane il santuario di Lourdes è chiuso per evitare assembramenti e quindi il contagio da coronavirus. Questo, come influenza il sentimento religioso dei fedeli?
“In questo tempo sento e vedo tante posizioni che vanno da “zero a cento”. C’è chi dice bisogna tenere tutte le chiese aperte, chi dice di adeguarsi a quello che sta accadendo. I santuari come quello di Lourdes, Medjugorje – è fuori Europa in Bosnia e ha ancora più problemi dal punto di vista dei trasporti – e altri santuari italiani, al momento non possono ricevere pellegrini. Dovrebbero essere loro stessi i protagonisti e trovare la modalità di restare vicini ai devoti per esempio delle dirette streaming, delle liturgie e comunicazioni attraverso i social network. Molto spesso i santuari hanno bollettini o giornali che permettono di conoscere l’email dei loro abbonati, anche così si potrebbe mantenere il contatto. Io credo che oggi sia molto importante che quelli che vivono all’interno dei santuari e quanti li curano dal punto di vista del ministero pastorale, divengano loro stessi per primi intercessori a nome di quei devoti di quel titolo mariano o di quella particolarità religiosa. La pastorale cattolica ha sempre avuto nei momenti di difficoltà un compito molto preciso: quello di richiamare tutti all’eternità della vita. L’esperienza di questi santuari ha proprio questo compito a riscoprire l’essenziale. Il messaggio per esempio -come a Lourdes o in altri santuari – dato dalla Vergine, ha ispirato i santi, fari luminosi per il loro tempo e quello successivo, nella scoperta di quella che è la via che va verso la vita eterna verso il paradiso”.
In piena pandemia da coronavirus, la Madonna di Medjugorie ha comunicato alla veggente Mirjana che le apparizioni del secondo giorno di ogni mese sono concluse. E’ un segno?
“Su questo ovviamente l’unica a poter rispondere sarebbe la Madonna, nessuno di noi è in grado di poterlo fare. La mia impressione è che tal volta non si conosce bene la storia dei singoli aspetti delle apparizioni e quindi si corre il rischio di fare delle valutazioni errate. L’apparizione del 2 del mese a Mirjana è dal 1987 che si verifica, ma questa fin dall’inizio è sempre stato chiaro, alla veggente e a chi conosce la storia del santuario, che si trattava di apparizioni straordinarie, si sapeva sarebbe stata temporanea. Questo è il primo fatto e deve essere tenuto presente. Perché proprio in questo periodo la conclusione di questa apparizione, è impossibile da dire. Le apparizioni mariane del 2, si può immaginare che siano state un tempo per preparare le persone a qualcosa di diverso. Ma proprio da Medjugorje viene la consapevolezza che la Madonna sarà presente. Il senso di queste profezie non è non è quello di terrorizzare, di impaurirci, ma quello di prevenire un possibile rischio, di aiutarci a evitare cadere in qualcosa di problematico, come possono essere delle vicende di ambito bellico, oppure cataclismi ambientali, che l’uomo a volte contribuisce a creare. Questa pandemia ci fa capire che il problema potesse essere in qualche modo tamponato se le informazioni più corrette, in giro per il mondo, da parte di chi aveva visto cominciare questo problema, o da parte di chi poteva in qualche modo trovare prima i presidi ospedalieri, è evidente che è sempre il comportamento umano quello che agisce per o contro la soluzione”.
Numerose nazioni, in questo periodo di emergenza sanitaria, hanno fatto atto di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù e al cuore immacolato di Maria per ottenere la fine della pandemia da coronavirus. Perché questa celebrazione è stata fatta proprio a Fatima?
“Fatima è stato il luogo dove la Madonna, nell’apparizione del 1917, e nei successivi interventi con Suor Lucia, ha chiesto che la Russia e in particolare il mondo, venissero consacrati al Cuore Immacolato di Maria. Il Portogallo, sostanzialmente è la nazione nella quale due occasioni significative di presenza della Vergine hanno sollecitato questa consacrazione. Quella del Portogallo fu fatta negli anni 30. E’ un gesto che ciascuno di noi, nell’ambito ha una potestà, può compiere. La bellezza di questo gesto è stata quella di legare la difficoltà di questo momento a quello che ruota attorno a Fatima. Fatima è un faro di questi tempi che si stanno rivelando di prova. Continuo a ripetere che sarebbe possibile per tutti, rinnovare quella consacrazione del 1959 per chiedere a Maria di continuare ad essere presente tra noi. Il nostro gesto deve essere anche un po’ più forte; in tempi di epidemie precedenti che hanno visto realmente tanti fedeli vivere atti penitenziali forti. Noi non siamo più abituati a questo. Abbiamo perso il senso di appello al Cielo, spesso lo affidiamo ad altri, invece è una responsabilità che riguarda ciascuno di noi. In ogni caso, questi gesti non sono ‘gesti magici’, non si fa una volta per tutte; vale quando lo si vive in maniera significativa, seria e motivata. Non dobbiamo implorare il Cielo di campare qualche anno in più, ma chiedere di aiutarci a comprendere come vivere la vita di ogni giorno anche nella difficoltà, con lo sguardo rivolto all’eternità. Se questo avviene cambia l’orizzonte”.
C’è qualche collegamento secondo lei tra questa pandemia e il terzo segreto di Fatima?
“No, per un motivo molto semplice. Questa è una pandemia, qualcosa legato a un fatto ‘naturale’. Un virus che si è modificato in qualche modo e ha a che fare con l’evoluzione dei vari organismi. Da questo punto di vista non ha un senso particolare di richiamo. Nell’ambito della profezia di Fatima, che sia stato detto tutto o manchi ancora qualcosa, gli eventuali aspetti che potrebbero essere ancora in attesa di verificarsi sono specificamente cose che riguardano la persecuzione della Chiesa, delle vicende belliche che possono veder coinvolta la Russia in particolare, perché così viene detto nel segreto, che possono avere a che fare con qualcosa che riguarda l’intera umanità in un momento ben preciso nel quale ci si rende conto di quelle parole della Vergine. E’ un qualcosa di molto specifico, non credo che un’epidemia come questa possa avere connessione, perché in questa fase non c’è nulla a che fare con la guerra, o con l’ambito della persecuzione che venivano citate nelle parole di Fatima”.
Sono arrivate in queste settimane tante immagini dal cielo riconducibili alla Vergine Maria. Le ha viste ? Che ne pensa?
“La quasi totalità di queste fotografie sono realizzate con Photoshop. Per esempio, è circolata su un blog l’immagine di due mani che è stata già divulgata nel 2016, c’era stato un esperto della materia che aveva trovato la foto originale dove poi erano state aggiunte queste mani. Francamente, la maggior parte, se non la totalità, io le lascio al loro destino per il semplice fatto che quando il Cielo vuole dare un segno, un’illuminazione, non si mette a giocare in questa maniera a rimpiattino. I segni seri sono stati quelli preannunciati in alcune apparizioni e viene detto che un giorno avverranno. Quando accadrà potremmo riparlarne, fino a quel momento io non sono in grado di ragionarci. Il segno serve a chi lo vede e lo riconosce. Purtroppo, c’è chi gioca su queste foto per prendere in giro un po’ di persone che si lasciano ingannare da cose che dovrebbero essere irrilevanti per la nostra vita di fede”.