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Sant’Oreste e la leggenda di come fu costruito il suo eremo

Tra le tappe dei miei viaggi alla scoperta dei borghi, oggi c’è Sant’Oreste, sito nel Monte Soratte. Una montagna che nasconde tantissima storia, poiché al suo interno ha uno dei bunker antiatomici più grandi costruito durante la guerra mondiale. A pochi chilometri da Roma, nell’area nord sorge che questa montagna, che in origine era contornata dal mare per questo ancora si ritrovano reperti fossili di conchiglie. Raggiungibile dalla via Flaminia che parte dal Lazio per poi percorrere tutta l’Umbria e le Marche, dista circa 30/40’ minuti dalla Capitale. Tanti i percorsi, ma la cosa straordinaria è che arrivando ad una delle sue vette si può osservare gran parte del Lazio e dell’Umbria. Dal lago di Bracciano fino addirittura al mar Tirreno nelle giornate prive di foschia, e ancora il fiume Tevere, la zona della sabina, e poi c’è l’eremo di San Silvestro, uno dei numerosi romitori sparsi per il territorio sabino.

Quest’eremo fu il rifugio di San Silvestro scappato dalla persecuzione dei cristiani ai tempi di Costantino, prima della sua conversione. Si narra che a Costantino ammalato di lebbra, gli fu consigliato di rivolgersi a San Silvestro sul Soratte, che con il battesimo guarì lo stesso Costantino. Pertanto Costantino fece erigere l’eremo. La montagna del Soratte su cui si adagia Sant’Oreste è davvero ricca di storia cultura e leggende. Un paesaggio straordinario, dove le scuole spesso fanno visita, anche perché è riserva naturale e si possono osservare tantissimo esemplari di animali. Spesso anche due poiane che sorvolano da anni la cima della montagna. Una conformità geologica che incuriosisce, e al suo interno molte grotte che sono attenzione di studio. Una di queste quella chiamata popolarmente “buco nero” poiché si dice una gola nella grotta senza fine.

Una comunità molto unita quella di Sant’Oreste, dove il dialetto e le tradizioni fanno ancora da padroni. Il Paese sorge a 420 metri dal livello del mare mentre la montagna arriva anche a 700 circa. Il tempo sembra fermarsi nel centro del Paese, la cui parte storica è contornata da mura. Molto sentita la cristianità, dove durante le processioni prende parte tutta la comunità. Un quadro generale di società rimasto intatto nel tempo saldo alle sue radici. La gente ha saputo conservare quella genuinità che ha sempre caratterizzato questo luogo. Il Palazzo Canali, sede comunale, risale alla fine del 1500, in origine della famiglia Caccia, e nel 2020 è entrato a far parte nella prestigiosa rete delle dimore del Lazio. Accanto a questo palazzo sorge il Monastero Santa Croce. La bellezza dei vicoli particolari e stretti del centro storico rende magica la visita in questo luogo. E in una via del Paese si possono ammirare le location del set del film di pinocchio nella sua prima versione. Una comunità allegra e soprattutto che vive di musica, poiché come mi affermano qui ognuno suona uno strumento. I ragazzi fin da giovani vengono educati alla musica, un’arte in costante fermento, e tante le band di ragazzi. Un Paese vivo e che pulsa di iniziative. Un posto assolutamente da visitare sia nella sua parte abitata che nel suo verde della montagna. Tanti sentieri che offrono giornate immerse nella natura. Un posto facilmente raggiungibile anche dall’ autostrada uscita Ponzano-Soratte. Dunque vi invito a tutti a visitare Sant’Oreste e la sua montagna!

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