La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, nel 2006, dopo decenni di impegno, ha ulteriormente promosso il benessere e i diritti delle persone con disabilità, ribadendo il principio di uguaglianza e la necessità di garantire loro la piena ed effettiva partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale della società. In particolare, la stessa, all’articolo 9, si concentra sulla necessità di garantire condizioni che consentano di vivere in modo indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita e dello sviluppo.
L’importanza della riabilitazione
Un aspetto fondamentale per il raggiungimento di condizioni che garantiscano una vita più indipendente e un grado maggiore di inclusione è costituito dalle diverse metodologie di riabilitazione. In particolare, la riabilitazione costituisce un processo nel corso del quale si porta una persona con disabilità a raggiungere il miglior livello di autonomia possibile sul piano fisico, funzionale, sociale, intellettivo e relazionale, con la minor restrizione delle sue scelte operative, pur nei limiti della sua menomazione. Interris.it, in riguardo all’importanza dei processi di riabilitazione e alle strategie attuate in merito da Aias Monza, ha intervistato il dottor Gaetano Santonocito, Presidente di Aias Monza, Presidente del Comitato Regionale Lombardo di Aias, membro di tutti i tavoli di confronto in materia di disabilità e Terzo Settore presso Regione Lombardia, membro del Consiglio Nazionale delle Aias, dell’Osservatorio Nazionale sulla disabilità costituito presso il Ministero della Disabilità e facente parte dei gruppi di lavoro concernenti le A.p.S. e lo sport all’interno del Forum del Terzo Settore. Mentre – al livello internazionale – è membro del consiglio di amministrazione di Coface Disability – Confederation of Family Organisations in the European Union – un’organizzazione europea che si occupa del tema della disabilità nelle famiglie.
L’intervista
Come nasce e che obiettivi ha il centro di riabilitazione di Aias Monza?
“Aias Monza nasce, come tutti i centri di riabilitazione Aias d’Italia, cinquant’anni fa dall’esigenza di genitori con figli affetti da Paralisi Celebrale Infantile, in un momento in cui, il Sistema Sanitario Nazionale, non offriva soluzioni. Quindi, le Aias, su imitazione di una associazione similare per persone con disabilità inglese che, a quel tempo, aveva organizzato dei corsi di riabilitazione, in Italia hanno fatto tali corsi e, anche Aias di Monza, si è adeguata, costituendosi in associazione e cominciando a far assistere i propri figli da fisioterapisti, fisiatri e dai neuropsichiatri infantili, sobbarcandosi, a quel tempo, tutte le spese. Successivamente è intervenuto il pubblico, il quale ha riconosciuto la validità di questi interventi dal punto di vista terapeutico e quindi sostenibili dal Sistema Sanitario attraverso l’istituzionalizzazione. Ciò ha consentito, a tutte le famiglie che ne avevano bisogno, di far assistere i propri figli presso i centri di riabilitazione.”
Quali sono i principali trattamenti che eseguite oggi all’interno del vostro centro di riabilitazione? Che novità vi contraddistingue?
“I nostri trattamenti sono quelli caratteristici di tutti i centri di riabilitazione. In primis, quindi, la fisioterapia, la logopedia e la psicomotricità. Per ciò che riguarda noi in particolare, ogni voce che ho elencato, costituisce una macroarea, nel senso che vi sono delle sottospecie di specializzazione, come il Metodo Feuerstein, la comunicazione aumentativa, l’ippoterapia o l’idroterapia. Ciò consente al neuropsichiatra infantile, che deve stabilire il progetto riabilitativo individuale, di scegliere la terapia più indicata per ognuno. In particolare, a Monza, stiamo per aprire una terapia assolutamente nuova, ossia la golf terapia, per la quale utilizzeremo appunto la metodologia del golf, per portare i ragazzi al raggiungimento di obiettivi migliorativi per la propria situazione. Oltre a ciò, dal primo di novembre, utilizzando particolari sistemi tecnologici, attiveremo il Nirvana, un sistema terapeutico che, grazie alla simulazione della realtà virtuale, consente ai ragazzi, soprattutto nelle piccole età, di raggiungere particolari obiettivi.”