Sanità e tumori: un passo in avanti nell’assistenza ai pazienti oncologici. “Gli ammalati, i fragili, i poveri sono nel cuore della Chiesa e devono essere anche al centro delle nostre attenzioni umane e premure pastorali. Non dimentichiamolo!”, ha ribadito papa Francesco. Un’importante testimonianza di attenzione alla salute pubblica arriva dal “passaporto cardio-oncologico” che veglierà sul cuore dei malati di cancro. Si tratta di una rilevante svolta nella sanità resa possibile dall’iniziativa di Fondazione per il Tuo cuore-Anmco. Il progetto è stato illustrato in occasione della campagna “Cardiologie aperte”. Fondazione per il Tuo cuore Hcf Onlus e Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) annunciano il piano pilota del “Passaporto cardio oncologico”. In pratica un fascicolo elettronico dedicato a tutti i malati di cancro. Con l’obiettivo di ottenere un inquadramento cardiovascolare dei pazienti prima di iniziare le terapie. Individuando eventuali complicanze causate al cuore dalle cure anticancro anche a distanza di anni. L’obiettivo è garantire allo stesso tempo il miglior trattamento oncologico per i pazienti cardiopatici”.
Svolta nella sanità
Uno speciale “documento d’identità”, quindi, che veglierà sulla salute del cuore di chi si trova a lottare contro un tumore. Il progetto è stato lanciato in occasione della diciottesima campagna nazionale “Cardiologie aperte 2024′, che per una settimana ha visto in campo 600 cardiologi dell’Anmco. Pronti a rispondere ai cittadini per consulenze gratis al numero verde 800 05 22 33. Alcuni reparti di cardiologia hanno offerto screening personalizzati ed eventi di confronto e formazione. “Il Passaporto cardio oncologico certamente segnerà una svolta importante”, afferma Domenico Gabrielli. Presidente della Fondazione per il Tuo cuore dell’Anmco. E direttore di Cardiologia all’ospedale San Camillo di Roma. “I dati evidenziano che negli ultimi anni la sopravvivenza dei pazienti oncologici è incrementata significativamente – spiega Gabrielli -. Ma gli effetti positivi ottenuti in termini di un’aumentata sopravvivenza e guarigione possono essere controbilanciati da effetti collaterali importanti, in alcuni casi anche gravi. E tra questi sono sicuramente da tenere in primo piano gli effetti cardiovascolari avversi“.
Cardioncologia
“La cardioncologia è una disciplina relativamente recente, in pieno sviluppo – ricorda il presidente della Fondazione per il Tuo cuore -. E’ dedicata alla prevenzione, alla diagnosi e al trattamento delle diverse complicanze cardiovascolari delle terapie antitumorali, al fine di consentire al singolo paziente il miglior trattamento possibile del tumore. Riducendo al minimo il rischio di tossicità cardiovascolare“. “Il passaporto cardio oncologico che ora Anmco e “Fondazione per il Tuo cuore” hanno deciso di avviare è un altro passo importante verso la salute dei cittadini”, dichiara Fabrizio Oliva, presidente Anmco e direttore della Cardiologia 1 all’ospedale Niguarda di Milano. E aggiunge: “L’accesso tempestivo a un servizio di Cardioncologia nel contesto del trattamento del cancro è vitale per consentire alla terapia del cancro di iniziare e continuare in sicurezza senza interruzioni. E’ stato dimostrato che un servizio dedicato di Cardioncologia può facilitare l’ottimizzazione del trattamento cardiovascolare e consentire alti tassi di completamento della terapia del cancro anche tra le popolazioni ad alto rischio”. Si assiste, infatti, al paradosso per cui “il miglioramento della prognosi delle neoplasie fa sì che negli anni il rischio di morbilità e mortalità legato alle malattie cardiovascolari superi quello del cancro”. Alla luce di tali osservazioni, appare evidente che la cardioncologia rappresenta la sfida del presente e soprattutto del futuro per affrontare lo ‘tsunami’ delle malattie cardiovascolari e del cancro”.
Infanzia e sanità
Un sostegno alla sanità arriva anche uno storico accordo tra le due sponde del Tevere. “La dichiarazione di intenti siglata tra Italia e Santa Sede per dare nuovi spazi all’ospedale Bambino Gesù è l’esito della volontà comune di dare spazi adeguati ai bambini con gravi patologie, ai famigliari. E medici che pensano a curarli e all’attività di ricerca che con la cura vede nel Bambino Gesù una delle principali eccellenze al mondo”, osserva Alfredo Mantovano. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio. “Quando si dice che la politica si deve occupare di questioni importanti e serie, questa è una di quelle”, aggiunge Mantovano. Si tratta del ”primo passo formale di un percorso che speriamo di concludere entro il 2030 nel rispetto dello spirito del Concordato. Ci saranno spazi che saranno 4 volte superiori agli attuali“. Intanto è mancata la copertura e con 143 voti di scarto l’Assemblea di Montecitorio vota il ritorno in Commissione del testo unificato delle proposte di legge per la tutela dei malati oncologici e affetti da malattie rare e invalidanti. Tutta la maggioranza dice sì al rinvio, mentre le opposizioni si astengono. Nel testo, che ha tra i primi firmatari la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani, si prevede tra l’altro che i dipendenti pubblici o privati “affetti da malattie oncologiche o da malattie invalidanti o croniche, anche rare” possano “chiedere un periodo di congedo, continuativo o frazionato, non superiore a 24 mesi”.
Congedo
Durante il congedo “il dipendente conserva il posto di lavoro, non ha diritto alla retribuzione. E non può svolgere alcun tipo di attività lavorativa”. Il provvedimento che, dopo un ciclo di audizioni, aveva raccolto un consenso unanime in Commissione, necessita, secondo il relatore Andrea Giaccone (Lega) “di ulteriori approfondimenti“. Ma il sospetto dell’opposizione, visto anche il ritardo per farlo arrivare in Aula, è che “manchino le coperture”. In realtà, si dice nel centrosinistra “queste all’inizio c’erano”, poi “sono venute meno in un momento successivo“. Il progetto di legge estende il beneficio dei congedi anche a persone affette da malattie rare e invalidanti (da individuare in un apposito elenco da parte del ministero). E i dipendenti pubblici o privati “affetti da malattie oncologiche, per il periodo in cui si sottopongono alle cure e per il periodo dei controlli periodici successivi alla malattia (followup)” potranno richiedere “ove compatibile e in accordo con il datore di lavoro, un cambio di mansione compatibile con il proprio stato fisico”. In più possono fruire “in aggiunta” ai benefìci già previsti dalla normativa vigente e dai contratti collettivi nazionali di lavoro, “di altre 10 ore annue di permesso retribuito per visite, esami strumentali, analisi chimico-cliniche e microbiologiche nonché cure mediche frequenti“.
Smart working
Se il paziente è un minore, “le ore di permesso sono attribuite al genitore che lo accompagna“. I dipendenti oncologici possono ottenere di lavorare “in modalità agile”. E chi lo richiede “non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro“. Per l’attuazione di questa norma si prevede uno stanziamento di 52 milioni di euro annui a decorrere dal 2024. Si istituisce poi un Fondo con una dotazione di 2 milioni di euro l’anno a decorrere dal 2024” per istituire “premi di laurea intitolati alla memoria di pazienti oncologici. In favore di “meritevoli” laureati in medicina e chirurgia, scienze biologiche, biotecnologie, farmacia, chimica e tecnologie farmaceutiche.