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Sos salute digestiva: ne soffre un italiano su cinque

La malattia da reflusso gastroesofageo (Gerd) è particolarmente diffusa a livello globale e colpisce il 20% della popolazione dei paesi occidentali. Le novità della ricerca

Allarme salute digestiva. La malattia da reflusso gastroesofageo (Gerd) è particolarmente diffusa a livello globale e colpisce il 20% della popolazione dei paesi occidentali. A certificarlo sono i dati raccolti durante l’ultima edizione del Symposium Medicina dei Sistemi (e riportati anche dall’istituto di ricerca dell’Humanitas). In Italia una persona su 5 è affetta da questa grave patologia che spesso non viene trattata nel modo migliore. Sviluppare trattamenti su misura per malattie infiammatorie croniche intestinali e disturbi dell’asse intestino-cervello. Ma anche scoprire come il microbiota giochi un ruolo fondamentale per un approccio globale alla salute. Questi i focus del forum “Microbiota: equilibrio, diversità e resilienza per la salute non solo dell’intestino”. Il congresso organizzato dalla Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico si è svolto al Centro studi americani a Roma. Al centro della discussione la salute digestiva. Giunto alla sua seconda edizione, il convegno è stato curato dal professor Michele Guarino, responsabile della Uos di Disturbi funzionali intestinali e Microbiota della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. Il convegno è stato patrocinato dalla Società italiana di gastroenterologia e dall’Università campus bio medico di Roma

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Foto di valelopardo da Pixabay

Salute da difendere

Il microbiota umano è un ecosistema complesso di miliardi di microrganismi che vivono nel nostro corpo. Influenzando non solo la salute intestinale, ma anche il sistema immunitario, il metabolismo e persino la salute mentale. Per questo il suo studio è un campo dinamico che richiede la collaborazione tra diverse discipline, attraverso un approccio innovativo “one health”. Paolo Sormani è l’amministratore delegato e il direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. “Le ricerche traslazionali sul microbiota   stanno rapidamente passando dai laboratori di base alle applicazioni cliniche – spiega Sormani- Ad esempio, stiamo vedendo emergere nuove terapie che utilizzano la modulazione del microbiota per trattare malattie infiammatorie croniche intestinali, disturbi metabolici e condizioni neurologiche. Questo approccio innovativo evidenzia il potenziale della medicina personalizzata, che tiene conto della composizione unica del microbiota di ciascun individuo per sviluppare trattamenti su misura“. La prima sessione del convegno è stata dedicata alla medicina di precisione e personalizzata. Mentre la seconda parte ha approfondito l’approccio globale alla salute. A chiusura del convegno sono state presentate le opere “Eubiosi” e “Disbiosi”, dell’artista Mitsuki Akiyama. Rappresentano il Microbiota in condizione di equilibrio e disequilibrio. Una fusione, quella tra arte e scienza, che ispira a vedere la salute da una prospettiva più ampia e integrata.

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Foto di Darko Stojanovic da Pixabay

Ricerca e terapie

Durante il recente Symposium Medicina dei Sistemi, il dottor Marco Astegiano, gastroenterologo di Torino, ha approfondito le terapie attualmente disponibili per il suo trattamento. “È importante identificare questa patologia all’interno della complessità dell’organismo del paziente e delle sue interrelazioni con l’ambiente e con il network sociale”, afferma Alessandro Pizzoccaro, presidente e fondatore di Guna. La Giornata mondiale della salute digestiva ha offerto l’occasione per sottolineare l’importanza di una corretta funzione digestiva per il benessere fisico e mentale. Il dottor Astegiano ha illustrato le terapie attualmente disponibili per la Gerd, con particolare attenzione agli inibitori di pompa protonica (PPIs). I dati evidenziano che questi farmaci sono spesso utilizzati in quantità e durata che va oltre la terapia prescritta, con conseguente aumento dei rischi associati al loro utilizzo, soprattutto per i pazienti cronici che assumono il farmaco da lungo tempo e per quelli più fragili. È dunque cruciale che il medico informi adeguatamente il paziente sui rischi e sulle interazioni dei PPIs con altri farmaci. Educandolo al corretto utilizzo del prodotto e identificando la dose minima efficace. Dopo quattro settimane di trattamento, è possibile adottare una strategia di deprescrizione, affiancata da misure adeguate per prevenire o ridurre l’effetto “rebound”. Questa deve essere accompagnata da un’attenta valutazione ed elaborazione di un piano personalizzato che tenga conto delle specifiche necessità del paziente.

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Foto di Online Marketing su Unsplash

Opzioni

Tra le varie opzioni percorribili, è stata studiata una strategia che combina la deprescrizione del PPI con l’overlapping di altri prodotti. “Per procedere con la deprescrizione dei PPIs è fondamentale iniziare analizzando il rapporto tra benefici e rischi” spiega il dottor Astegiano. “Successivamente si valutano la condizione clinica e le preferenze del paziente. L’ultima fase è il monitoraggio costante. Questo approccio empatico e personalizzato è essenziale per comprendere le necessità e i bisogni dei pazienti a 360 gradi. Per migliorare il loro benessere e la loro qualità di vita sociale. Poiché spesso i sintomi sono invalidanti e continuativi. Solo entrando in empatia con i pazienti e studiando la terapia migliore per ciascuno, possiamo svolgere al meglio il nostro ruolo di medici”. Per migliorare la gestione della Gerd, Astegiano raccomanda inoltre – oltre a una gestione farmacologica oculata e personalizzata – una serie di misure da tenere sempre in considerazione. E cioè: perdita di peso per i pazienti in sovrappeso, evitare i pasti nelle 2-3 ore prima di andare a letto, eliminare il consumo di tabacco, limitare i “cibi trigger” e sollevare la testiera del letto per ridurre i sintomi notturni. Inoltre è essenziale assumere i PPIs sempre lontano dai pasti.

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Foto di fernando zhiminaicela da Pixabay

Cause

Questi accorgimenti possono contribuire significativamente al miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da Gerd.  “Il reflusso gastroesofageo è un’ulteriore conferma del ruolo che la Medicina integrata, che fa parte a pieno titolo della Medicina dei Sistemi, può avere nel fornire in questo contesto valide soluzioni anche in overlapping. In particolare, si evidenzia che questa patologia non sia esclusivamente riconducibile ad una sola e specifica causa eziologica ma sia importante identificarla all’interno della complessità dell’organismo del paziente e delle sue interrelazioni con l’ambiente e con il network sociale”, sottolinea Alessandro Pizzoccaro, presidente e fondatore di Guna.

 

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