Il futuro delle Rsa
Responsabilità collettive
Corso-laboratorio
Il corso- laboratorio è stato disegnato per diverse realtà del terzo settore. Soprattutto quelle impegnate nel sociale e nella non autosufficienza. Per la prima volta ha messo insieme operatori clinici-assistenziali e personale amministrativo. Per costruire una squadra che abbia il doppio punto di vista. Ossia prendersi cura dei fragili. E farlo nel modo più efficiente e sostenibile possibile. Sia in termini economici sia sociali. L’obiettivo è riunire in aula persone non soltanto con differenti professioni e formazione. Ad esempio medici. Assistenti sociali. Infermieri. Amministrativi. Ma anche con responsabilità differenti. Ciò ha permesso di rafforzare il senso di comunità. Attraverso un processo di “cross-fertilization”. Capace di incrementare il bagaglio culturale dell’organizzazione. E favorire un gioco di squadra consapevole ed efficace. “E un momento complesso per queste strutture. E’ utile confrontarsi sui risultati, sulle buone pratiche. E creare sinergie– evidenzia Sara Barsanti-. Occorre affrontare l’emergenza e pensare per il futuro ad una gestione più integrata di queste strutture. All’interno del sistema sanitario e sociosanitario regionale e nazionale. Bisogna riprogettare la natura stessa dei percorsi residenziali. Rendendoli più aperti anche verso la comunità di riferimento”.
Trasformazione delle Rsa
“Sono coinvolti in questo corso 34 dei nostri operatori– sottolinea il presidente della Fondazione Maffi Franco Falorni -. Provengono dalle 8 strutture gestite dalla Fondazione. Tra cui Residenze sociali assistenziali. Residenze sanitarie per disabili. Centri di riabilitazione. Residenze psichiatriche e per persone in stati vegetativi. La Fondazione da tempo è impegnata operativamente. Per trasformare il mestiere di chi si prende cura della fragilità in un’esperienza umana e di servizio. Lavorare con sensibilità e passione significa prima di tutto dare centralità alla persona. Alla professionalità. Ma anche agli strumenti gestionali più avanzati. Come quelli che la Scuola Superiore Sant’Anna ha messo a disposizione dei nostri manager e dei nostri operatori”.