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“La Rotonda”, l’impegno al fianco degli ultimi ispirato dal cardinal Martini

L'intervista di Interris.it a Samantha Lentini, presidente dell'associazione "La Rotonda" di Baranzate

Ogni quartiere è un luogo di relazione, dove le persone e gli spazi sono occasioni di ascolto e risorse per generare comunità. Soprattutto nelle periferie, l’isolamento, la paura, la mancanza di radicamento, creano contesti potenzialmente senza progettualità condivise, aggravate poi dalla povertà e quindi c’è bisogno di maggiore prossimità.

L’esperienza di Baranzate

Su questo versante a Baranzate, un comune dell’hinterland milanese, da tredici anni, l’associazione “La Rotonda” attraverso diverse attività, sostiene persone e famiglie con l’intento di far crescere una comunità unita e inclusiva, dove abitare condividendo tempi e spazi di relazione. Interris.it, in merito a questa esperienza di inclusione, ha intervistato Samantha Lentini, presidente di questa realtà.

Samantha Lentini, presidente dell’associazione “La Rotonda” (©Associazione “La Rotonda”)

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha l’associazione “La Rotonda”?

“‘La Rotonda’ nasce a Baranzate nel 2010, su impulso del parroco di allora, don Paolo Steffano, il quale intuisce che, in questo territorio che ha determinate caratteristiche di popolazione, non era più possibile fare il parroco come in altri contesti. Ciò perché Baranzate è un piccolo comune di dodicimila abitanti, nato nel 2003, in cui il 35% dei residenti è di origine straniera e ci sono ottantacinque nazionalità diverse. Don Paolo è arrivato a Sant’Arialdo, una piccola parrocchia del quartiere Gorizia, dove si concentra la maggior percentuale di popolazione straniera, intuendo la necessità da un lato, di rispondere ai bisogni primari di questo territorio dove c’è tanta povertà alimentare, sanitaria economica ed educativa nonché, dall’altro lato, di creare una realtà un po’ svincolata dalla parrocchia e dare ad essa una vita autonoma. Nasce così ‘La Rotonda’, il cui nome prende ispirazione da una omelia del cardinale Martini, che aveva definito la Chiesa come una rotonda stradale, in cui ognuno doveva trovare il suo percorso, senza restare fermo e dando la precedenza ai poveri. Da questa ispirazione nasce la nostra associazione”.

Martini
Il Cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo metropolita di Milano dal 1979 al 2002

Quali sono i vostri progetti più rappresentativi per quanto riguarda l’inclusione delle persone con fragilità e l’incentivazione del valore della legalità?

“I nostri progetti rappresentativi sono molti. Ad oggi, quello che ha più beneficiari, è ‘l’Emporio della Solidarietà’, nato nel 2021 all’interno di uno spazio acquistato grazie a una donazione della dott.ssa Bracco. ‘L’Emporio della Solidarietà’, in particolare, è un modo per contrastare la povertà alimentare, restituendo alle persone dignità attraverso la possibilità di scegliere, utilizzando una tessera su cui sono caricati dei punti, con cui si può fare la spesa. Ciò è rappresentativo perché consente alle famiglie di avere la propria dignità attraverso la scelta ed è rappresentativo del nostro stile perché ‘La Rotonda’ ha un sottotitolo che recita ‘dall’assistenza all’autonomia’, quindi l’obiettivo è fare il modo che, le persone, restino all’interno dei nostri servizi per il minor tempo possibile e possano poi riacquistare l’autonomia. L’emporio, ad esempio, è un sostegno alimentare che va da un minimo di sei mesi ad un massimo di un anno perché, attorno alle famiglie, viene fatto uno specifico lavoro al fine di aiutarle a ritrovare l’autonomia che hanno perso e fare il modo che non abbiano più bisogno del nostro supporto. Ciò ha a che fare con la legalità in materia molto immediata perché, il nostro obiettivo, è quello di ricostruire il patto sociale con le persone, passando attraverso la ricerca di un impiego stabile, una casa e uno stile di lavoro in cui, le tasse, diventino il nostro modo di contribuire allo stato sociale, che interviene nel momento in cui, ognuno di noi, ha bisogno”.

Quali sono i vostri auspici per il futuro in merito allo sviluppo delle vostre progettualità e all’inclusione delle persone più fragili? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione?

“I nostri auspici per il futuro sono quelli di costruire, in quartieri periferici analoghi per caratteristiche al quartiere di Baranzate, altre piccole Rotonde, che possano intuire l’importanza del compiere un lavoro di comunità e di territorio, radicandosi in uno spazio e accompagnando le persone in un percorso di autonomia. L’obiettivo non è quello di creare sempre una rete di assistenzialismo, ma dare vita ad una rete di operatori che sappiano fare scouting di risorse, anche laddove non si vedano, e partire da quel poco per costruire comunità più resilienti e inclusive. Per Baranzate la finalità è l’avere sempre meno bisogno di rotonde e far sì che questo diventi un modello dove, le persone che oggi sono beneficiarie, un domani siano promotrici di interventi per coloro che si troveranno in stato di bisogno. Tutti possono aiutare ‘La Rotonda’ e, il primo modo per farlo, è attraverso il volontariato. Desidero, a tal proposito, ringraziare gli oltre ottanta volontari che, ogni giorno, ci sostengono nelle diverse attività che arrivano a 4500 beneficiari. Si può inoltre aiutarci donando il 5×1000 e attraverso delle donazioni continuative. Oggi, ad esempio, si può aiutare ‘l’Emporio della Solidarietà’ con delle donazioni economiche. Sul nostro sito sono indicate tutte le modalità possibili. Ogni piccolo contributo può fare la differenza”.

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