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Roberta Bruzzone: “I tre segnali che indicano che siamo dipendenti da Internet”

La psicologa forense e criminologa Roberta Bruzzone torna in libreria con: “Nella tela del ragno. Manuale di autodifesa digitale”

Roberta Bruzzone, la profiler, psicologa forense e criminologa più famosa d’Italia torna in libreria con: “Nella tela del ragno. Manuale di autodifesa digitale”. Un vero e proprio manuale pratico di difesa telematica scritto con Emanuele Florindi, docente universitario ed avvocato esperto in diritto dell’informatica. Non un racconto di cronaca, ma un’analisi attenta e dettagliata di quella che rappresenta almeno un terzo della nostra vita: la realtà virtuale. Una guida ricca di indicazioni fondamentali per imparare a tutelare noi e i nostri cari dalle insidie del web per non diventare a nostra volta casi di cronaca. Una volta parlare di autodifesa personale significava difesa puramente fisica oggi invece è necessario essere preparati ad un’autodifesa digitale.

Quali sono i rischi più frequenti legati al web?

“Il web rappresenta ormai una fonte di rischio sotto diversi profili: quello maggiore riguarda l’estrema disponibilità con cui mettiamo a disposizione contenuti personali, anche molto intimi, sui quali poi non abbiamo più controllo. Il manuale è una guida ai comportamenti dell’utente che possono tradursi in conseguenze molto salate sia dal punto di vista personale che affettivo. Ci siamo concentrati su una serie di regole e indicazioni su come individuare le principali criticità sulla navigazione e l’utilizzo dei social in modo tale da poter prevenire le conseguenze spiacevoli”.

Dalla pubblicazione de “Il lato oscuro dei social media. Nuovi scenari di rischio, nuovi predatori, nuove strategie di tutela”, del 2016, cosa e quanto è cambiato? Chi sono i nuovi predatori?

“È cambiato molto, nel 2016 sia io che l’avvocato Florindi eravamo concentrati su una serie di scenari e avevamo anche ipotizzato un peggioramento della situazione, ma non eravamo arrivati a prevedere un peggioramento del genere. Il numero dei predatori è notevolmente aumentato, sono aumentate e diventate più sofisticate le loro capacità e la loro abilità a nascondersi sotto mentite spoglie per non allarmare la vittima fino a che il loro disegno criminale non giunge a compimento”.

È del 2018 “Io non ci sto più. Consigli pratici per riconoscere un manipolatore affettivo e liberarsene”.  Oggi i manipolatori sono anche telematici. Ma come avviene la manipolazione online?

“Non ci sono differenze, i processi manipolatori fanno leva su meccanismi neurobiologici che i manipolatori conoscono bene e mutuano senza difficoltà dal mondo reale a quello virtuale. Purtroppo la modalità in cui i social network sono strutturati è fortemente manipolatoria. Sui social a noi viene consentito di fare determinate azioni perché sono quelle che danno una risposta dopaminergica di dipendenza”.

Qual è il profilo della vittima perfetta?

“La vittima perfetta non c’è, lo siamo tutti potenzialmente, se ci sono delle fragilità di fondo ovviamente il meccanismo è più potente. Anche chi non ha particolari difficoltà rischia di rimanere intrappolato nelle strutture virtuali per via dell’architettura dei sistemi stessi. L’utilizzo dei social network porta ad un rilascio continuo di dopamina e purtroppo questo innesca un cortocircuito che porta molto velocemente alla dipendenza, come accade per i giochi d’azzardo. I social possono essere considerati la più grande slot-machine del mondo”.

E del truffatore perfetto?

“È un soggetto molto abile a distorcere la percezione che gli altri hanno di lui, maestro nell’aggancio emotivo nel quale fa credere di essere animato dalle migliori intenzioni. Riesce ad accreditarsi agli occhi della vittima come il salvatore, invece è un predatore che costruisce intorno alla vittima una vera e propria trappola”.

Esistono scenari di truffe piramidali nelle quali si rischia di diventare inconsapevolmente co-truffatori?

“Assolutamente sì. Ci sono casi di soggetti agganciati da truffatori che non hanno avuto la percezione di essere stati ingannati e che sono diventati “testimonial” per truffare altre persone. Le vittime commettono così un illecito senza rendersene conto ed in buona fede perché fortemente manipolate».

Quali sono campanelli d’allarme che bisogna riconoscere immediatamente quando si naviga in Internet?

«Nel momento in cui ci arriva una notifica e siamo incapaci di attendere per controllarla, quando l’impossibilità di collegarci ad Internet inizia a darci molto fastidio e notiamo un incremento di ansia e di aggressività, quando non riusciamo proprio a pensare di restare senza cellulare, anche un giorno soltanto: questi sono tre segnali affidabili che siamo già precipitati nella dipendenza da Internet”.

“Nella tela del ragno” può essere considerato come una sorta di cassetta degli attrezzi per sapere cosa fare se si dovesse incappare in un pasticcio digitale. Ma quali sono le autorità da contattare in caso di bisogno? E come?

“Se si ritiene di essere stati oggetto di un reato informatico bisogna denunciare alla polizia postale. Si può anche consultare un avvocato o un esperto di informatica forense. Nel manuale abbiamo cercato di dare tutti gli strumenti che possano mettere agevolmente le persone nelle condizioni di poter almeno acquisire le informazioni indispensabili per difendersi e poter esporre denuncia: come acquisire un ip relativo ad un attacco subito, come vedere l’id dal quale si è molestati o si subiscono pressioni, quali sono le tempistiche per i termini di querela a seconda del reato… È fondamentale non perdere tempo e congelare le informazioni che possano consentire all’autorità giudiziaria di procedere perché dall’altra parte dello schermo abbiamo soggetti molto abili a sparire nel nulla. Abbiamo anche dato indicazioni anche sulle migliori condotte da tenere, alcuni utenti sono un po’ troppo generosi nel fornire contenuti personali, intimi e privati, bisogna sapere che una volta che il materiale entra in rete li resta”.

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