Cosa si intende per Mgf? Tutte le operazioni che comportano la rimozione dei genitali femminili esterni o qualsiasi danneggiamento degli organi genitali femminili per scopi non medici sono classificate come mutilazioni genitali femminili. La procedura è diffusa in Africa, Asia e nel Medio Oriente, dove è solitamente effettuata su bambine e giovani donne dal momento della loro nascita fino alla pubertà. È praticata dalle persone più anziane della comunità, dal personale ostetrico, da barbieri e in solo pochi casi da dottori qualificati, utilizzando le lamette, coltelli, forbici o frammenti di vetro. Nella maggior parte dei casi, alle donne non viene somministrato un anestetico, rendendo la procedura estremamente dolorosa e pericolosa per la loro salute.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, esistono quattro tipologie di mutilazioni genitali femminili:
- tipologia 1: il glande del clitoride e/o il prepuzio vengono parzialmente o completamente rimossi;
- tipologia 2: il glande del clitoride, le piccole e le grandi labbra sono parzialmente o completamente rimosse;
- tipologia 3 nota come infibulazione: l’orifizio vaginale viene ristretto utilizzando un sigillo di copertura che viene prodotto riposizionando e/o tagliando le piccole o le grandi labbra, con o senza rimozione del clitoride;
- la tipologia 4 comprende tutte le altre procedure non mediche che danneggiano l’apparato genitale femminile come punture, piercing, incisione, raschiatura e cauterizzazione.
Il report Female Genital Mutilation/Cutting: a Global Concern condotto dall’UNICEF ha stimato che la pratica ha avuto un impatto su oltre 200 milioni di ragazze e donne in 30 paesi. Sebbene negli ultimi anni la pratica sia diminuita a livello globale, non tutti i paesi hanno fatto progressi.
Perché viene eseguita la MGF?
Il motivo principale per cui viene eseguita la MGF è dovuto alla disparità di genere. Nonostante è stato dimostrato che provoca gravi danni, è ancora praticata per motivi sociali e per via dei pregiudizi: le famiglie contrarie alla pratica vengono spesso condannate dai membri della loro comunità. Le MGF vengono praticate per controllare la sessualità delle donne, aumentare la soddisfazione sessuale maschile e garantire la purezza prima del matrimonio, motivo per cui, in alcune comunità, le donne devono sottoporsi alla pratica per accedere al matrimonio. Inoltre, si ritiene che la pratica migliori la fertilità e faccia parte del patrimonio culturale della donna. Le MGF vengono praticate anche per motivi estetici in quanto i genitali femminili esterni vengono considerati sgradevoli.
Conseguenze dannose
La MGF è estremamente dannosa per le ragazze e le donne e non comporta benefici per la salute. Distrugge il tessuto genitale e interferisce con il normale funzionamento del corpo, mettendo a rischio la loro salute. Alcune delle complicazioni immediate sono dolore, gonfiore dei tessuti genitali, infezioni come il tetano, problemi nel sistema urinario, difficoltà di cicatrizzazione delle ferite e persino la morte. La MGF implica anche conseguenze a lungo termine come problemi fisiologici e mestruali, problemi durante il rapporto sessuale, complicazioni durante il parto e un forte impatto psicologico tra cui disturbo da stress post-traumatico, scarsa autostima, ansia e depressione.
Cosa si può fare per fermare questa pratica pericolosa?
Tutti dovrebbero capire che, poiché le MGF sono tipicamente eseguite contro la volontà, si tratta di una violazione dei diritti delle donne. È fondamentale aumentare la consapevolezza sull’argomento tra le comunità in cui la pratica è ancora diffusa. Gli adulti hanno un ruolo fondamentale e devono capire e riconoscere che questa tradizione causa danni irreversibili a molte ragazze e donne. Inoltre, le donne dovrebbero poter accedere all’istruzione e avere il diritto di prendere decisioni riguardanti il proprio corpo senza sentirsi criticate ed escluse. Un grande esempio di coraggio è Waris Darie, nata nel 1965 nella zona di Gallacaio nel deserto somalo, che ha subìto la mutilazione genitale femminile quando aveva solamente 5 anni. È scappata da un matrimonio forzato a 13 anni arrivando a Londra e in seguito si è trasferita a New York dove è diventata una delle prime top model africane apparendo nelle prime pagine di numerose riviste. Dopo aver scritto della sua esperienza nel libro Desert Flower è diventata un’attivista contro le MGF. Ha fondato la Desert Flower Foundation che mira a sensibilizzare in merito al tema, proteggere le ragazze in Africa dalle MGF e aiutare le vittime a riprendere in mano le loro vite e la fiducia in sé stesse. La difesa dei diritti delle donne è nell’interesse di tutti e questa pratica pericolosa deve essere abolita.
Beatrice Koci, tirocinante della Cooperativa Sociale Volunteer in the World