Basandoci sulla definizione della Banca Mondiale di “poverty line”, la Cina ha già eliminato la povertà assoluta (1.90$ al giorno). Questo traguardo impressionante è dovuto alla forte crescita del paese degli ultimi anni. Ma, nel 1978, la Cina era uno dei paesi più poveri nel mondo.
Poi iniziò la riforma, partendo dal settore rurale, dove la maggior parte della popolazione viveva (87.5%). La produzione agricola e i guadagni crebbero in modo significativo, stimolando la domanda per i prodotti non agricoli e lasciando le fondamenta per l’industrializzazione, verso la quale ben presto si spostò l’attenzione. Questo generò domanda di forza lavoro, che trovò riscontro nell’enorme surplus di lavoratori nelle zone rurali della Cina e fu favorito dalle migliorie nel campo della produttività agricola e dagli standard di vita a partire dagli anni 70.
Così il PIL cinese arrivò ad un tasso medio annuo di più del 9% per più di 30 anni fino al 2011. Anche dopo la crisi finanziaria la Cina mantenne un tasso di crescita moderato. Questa crescita portò a un incredibile miglioramento dello standard di vita dei cittadini ordinari, permettendo a centinaia di milioni di cinesi di sconfiggere la povertà.
Disuguaglianze
La correlazione tra crescita e riduzione della povertà, tuttavia, è stata “mascherata” dal veloce aumento delle disuguaglianze in Cina. I ricchi, infatti, furono coloro che trassero maggior beneficio dalla crescita del paese. Ciò si rispecchia nell’enorme gap che esiste tra il reddito medio di chi vive in zone rurali e chi in città.
La disuguaglianza totale, come misurata dal coefficiente di Gini, è salita più del 50% in 20 anni. La crescita, dunque, che ha portato la Cina a risolvere quasi del tutto il problema della povertà, potrebbe essere stata la causa del peggioramento della distribuzione del reddito, che comunque pregiudica la crescita e tende a bilanciare gli effetti buoni di quest’ultima.
Una dimensione particolare delle disuguaglianze in Cina riguarda la divisione tra costa ed entroterra, che è peggiorata nel tempo perché le zone costiere si sono sviluppate molto più velocemente. Il “relativo” calo di crescita delle province costiere negli ultimi anni ha portato una riduzione della disuguaglianza complessiva in Cina, mostrando una possibile convergenza.
Povertà delle zone rurali
Bisogna dire che, come in molti altri paesi in via di sviluppo, la povertà è stata maggiormente un fenomeno rurale. Nel 2012, infatti, la povertà assoluta è scomparsa quasi del tutto nella Cina urbana ma era ancora un problema significativo in quella rurale.
Le disuguaglianze tra province mostrano alcuni punti in comune che è bene ricordare. Primo, per la maggior parte delle province la disuguaglianza ha seguito il trend declino-crescita-declino. Secondo, i livelli di disuguaglianza si differenziano in modo consistente e considerabile tra le province. Terzo, quasi tutte le province hanno avuto una crescita delle disuguaglianze tra gli anni 80 e 90.
Il trend seguito dalle disuguaglianze regionali si riflette ampiamente nella distribuzione del reddito famigliare. Il declino delle disuguaglianze domestiche iniziò nel 2003, soprattutto grazie alle migrazioni e all’urbanizzazione che tendono a ridurre quest’ultime. Ciò è anche parzialmente attribuibile agli aumenti di salario per i lavoratori che venivano dalla Cina rurale.
Combattere la povertà
I traguardi della Cina per quanto riguarda la lotta alla povertà sono incredibili tanto quanto la crescita del paese. In 35 anni la Cina ha ridotto significativamente la povertà, da quasi il 90% prima che iniziasse la riforma a poco meno del 2% nel 2013.
Le migrazioni ben gestite e l’urbanizzazione dovrebbero ricevere più attenzione. Potrebbero avere un effetto molto più concreto dei trasferimenti fiscali per i paesi che hanno un reddito basso. Senza l’enorme numero di migranti all’interno del proprio paese, la Cina non sarebbe riuscita a raggiungere gli stessi livelli di riduzione della povertà.
Anche l’attenzione della Cina sulle infrastrutture ha giocato un ruolo importante per la riduzione della povertà e disuguaglianza, riflessione che potrebbe essere utile per altri paesi in via di sviluppo. In fine, la povertà avrebbe potuto essere ridotta ancor di più con la stessa performance di crescita se solo la disuguaglianza fosse stata tenuta sotto controllo.
Cristiano Di Gennaro è un tirocinante della Cooperativa Volunteer in The World di Bologna